Fulmini 31/12/2014, 31 dicembre 2014
CAZZIATONE
«Qualche volta le parte il “cazziatone”. Ma lo fa per essere propositiva. E io mi sono aperto al cambiamento. Sarei un cretino se non imparassi dagli errori del passato» (Fabio Fognini e il rapporto con la fidanzata Flavia Pennetta).
SEGRETI «Il segreto per vincere mille contrasti è uno, rischiare un sacco di ammonizioni… Non basta essere grossi, bisogna avere il baricentro basso, andare in tackle un po’ in caduta ma senza scivolare» (Rino Gattuso).
SOLO «Per me esisteva solo il calcio. Anche il giorno di Natale, uscivo a giocare vestito a festa e tornavo sporco, sudato e magari coi pantaloni strappati. Ma mi rendo conto che la società cambia in fretta» (Marco Verratti).
POVERTA’ «Un pallone costa poco e fa giocare venti bambini, una carissima playstation al massimo due. Dove c’è povertà, il calcio avvicina le persone. La mia generazione voleva cambiare vita, oggi i 18enni italiani non hanno progetti. E vale anche per i calciatori: pensano ai cerchietti, alle puttanate» (Gianni De Biasi, oggi ct della nazionale albanese).
USATO «Il nostro problema è che il Fair Play Finanziario ci permette solo di muoverci su giocatori in prestito, con eventuali opzioni per il futuro. Né possiamo finanziare il mercato con qualche cessione illustre: poi come possiamo dire di esserci rafforzati? Cerchiamo l’usato sicuro, l’usato pronto per darci una mano» (Roberto Mancini).
DISPOSIZIONE «So che il presidente non può comprarmi cinque giocatori di fama internazionale, quindi faremo almeno all’inizio con quello che abbiamo a disposizione» (Gianfranco Zola, appena arrivato sulla panchina del Cagliari).
FELICE «Non so che cosa avrebbe fatto Di Natale in un grande club, non c’è prova contraria, ma la sua scelta di rimanere a Udine è stata sicuramente dettata dalle priorità per la sua vita privata. Motivi che personalmente non condivido, ma assolutamente validi. L’importante è che sia felice e che abbia sempre fatto quello che ha voluto» (Hernan Crespo).
CHOC «Camila si merita di vincere ogni partita che gioca. Io, a bordo campo, soffro tanto, da padre. Noi Giorgi ci portiamo dentro uno choc fortissimo. La gente si permette di giudicare, bla, bla, bla, ma non sa nulla. Quando Antonela è scomparsa, ci è crollato il mondo addosso: ho temuto che Camila lasciasse il tennis. Ha perso una sorella e non ha mai cercato scuse...» (Sergio, il padre-coach di Camila Giorgi).