www.cinquantamila.it/fiordafiore 29/12/2014, 29 dicembre 2014
Il traghetto Norman Atlantic s’incendia nell’Adriatico • Due navi mercantili si scontrano al porto di Ravenna • Un aereo indonesiano scompare • Sarà il Parlamento a stabilire se il Jobs Act si applicherà anche al pubblico impiego • Gli italiani si fidano solo di papa Francesco Traghetto/1 Un rogo è divampato a bordo del traghetto Norman Atlantic, partito sabato sera da Patrasso e diretto a Igoumenitsa e Ancona
Il traghetto Norman Atlantic s’incendia nell’Adriatico • Due navi mercantili si scontrano al porto di Ravenna • Un aereo indonesiano scompare • Sarà il Parlamento a stabilire se il Jobs Act si applicherà anche al pubblico impiego • Gli italiani si fidano solo di papa Francesco Traghetto/1 Un rogo è divampato a bordo del traghetto Norman Atlantic, partito sabato sera da Patrasso e diretto a Igoumenitsa e Ancona. All’alba di ieri, a 13 miglia dalle coste albanesi e a 35 da quelle italiane, nel garage semicoperto del primo ponte, è scoppiato un incendio, forse causato da un tir frigorifero. Lì sotto c’erano diversi mezzi carichi di olio. Il vento era a 100 km orari, mare forza 8. I passeggeri erano 478. Gli italiani 45 (tra i 22 membri dell’equipaggio e i 23 passeggeri). Dal garage del ponte 5 le fiamme hanno subito messo a rischio le cabine, non molto distanti. Il comandante Argilio Giacomazzi ha fatto scattare l’evacuazione delle stanze e i passeggeri sono stati portati a prua. L’allarme è scattato alle 5. A captare il segnale di allerta Dsc per l’incendio a bordo è stato Palermo-radio, l’ente costiero che lo ha rilanciato subito alla sala operativa. «Abbiamo capito subito che le condizioni del mare e del vento avrebbero reso complessi i soccorsi. E la nostra prima preoccupazione è stata allertare tutte le unità nelle vicinanze», racconta l’ufficiale in servizio al momento dell’Sos. Alle 5.02 sono partiti i due primi elicotteri da Brindisi e uno dalla Grecia. Le navi mercantili sono stati fatti confluire in zona, sono arrivati anche i rimorchiatori. Intanto l’incendio investiva anche la plancia di comando, presto abbandonata. Ma Giacomazzi ha continuato a gestire l’emergenza e ordinato l’abbandono della nave. Sul traghetto, però, c’erano solo due scialuppe, da circa 150 posti. La prima è stata calata in mare semivuota: soltanto 39 persone a bordo che sono state subito recuperate. Poi è scattato il black-out e l’equipaggio non ha potuto calarla in modo manuale, avendo (pare) solo meccanismi elettronici. C’era uno scivolo, sul traghetto, che avrebbe dovuto garantire la fuga: una sorta di tubo di plastica che al termine doveva avere una zattera. Ma, forse per il calore, ha tradito i due naufraghi, una coppia di anziani coniugi greci: prima sono rimasti incastrati nel tubo. Poi l’uomo,di nome Georghios Doulis, è caduto in acqua. Invano dal mercantile Cruise Europa hanno tentato di recuperarlo prima che morisse, probabilmente per ipotermia. In tarda serata erano state recuperate 190 persone, trasbordate dalla Norman Atlantic ai dieci mercantili giunti nella zona. A coordinare i soccorsi, dopo la fase iniziale gestita dalla capitaneria di porto greca, il comando generale della Guardia Costiera di Roma. Le operazioni di soccorso sono andate avanti tutta la notte, mentre si tentava di agganciare la nave e trainarla verso le coste italiane. Ma il calore delle lamiere fondeva i cavi di fortuna. Traghetto/2 Negli ultimi sei mesi il Norman Atlantic era stato sottoposto a due ispezioni da parte di “Paris Mou”, l’organismo internazionale che si occupa dei controlli sulle imbarcazioni. In entrambi i casi sono stati rilevati problemi alle porte tagliafuoco. Nell’ultima verifica ha subito sei contestazioni, ma soltanto due sono state sanate: gli esperti avevano concesso 14 giorni per mettersi in regola rispetto alle altre, ma non c’è stato tempo. Il Rina, Registro navale italiano, il 17 giugno scorso ha certificato la sicurezza dei passeggeri, l’11 luglio conclude l’ispezione generale e il verdetto è positivo: «There are no pending recommendations», nessuna raccomandazione da fare. Programma la nuova visita per il 9 agosto del 2015. Il 19 luglio anche gli esperti di “Paris Mou” terminano il proprio controllo. Segnalano problemi di conformità delle porte tagliafuoco e delle vie di fuga in caso di incendio. Decidono comunque di non fermare il traghetto. Una nuova ispezione viene svolta nel porto di Patrasso e si conclude il 19 dicembre scorso. Vengono rilevate sei «deficiencies»: malfunzionamento delle porte tagliafuoco; carenza dotazioni elettriche, luci di emergenza e batterie; carenza dei dispositivi «life salving»; carenza delle porte stagne; mancanza di documenti relativi al piano di sicurezza dei passeggeri. L’armatore smentisce. Ma i camionisti puntano il dito contro il sovraccarico del traghetto: «La parte alta dei mezzi pesanti faceva attrito col soffitto del garage, i tir erano carichi di olio e schiacciati come sardine, ballavano per le onde alte. Facile che una scintilla sia partita da lì». Comunque il mezzo, come si dice in gergo, al termine dell’ultima ispezione «non viene detenuto», quindi ha potuto continuare a navigare, sia pur con l’impegno di risolvere i problemi entro due settimane: prima della scadenza ha preso fuoco. Traghetto/3 Il Norman Atlantic è stato costruito nel 2009 dai cantieri Visentini che sono anche gli armatori e lo noleggiano attraverso la società Visemar. in cinque anni ha cambiato tre volte nome. Fu varato come “Akeman Street” e nel 2011 «sotto la denominazione “Scintu” era stato preso a noleggio dalla Regione Sardegna per armare, insieme alla “Dimonios”, la Flotta Sarda. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Mercantili Altro incidente in mare accaduto ieri: intorno alle 8.40, a due miglia e mezzo dalla costa romagnola davanti Ravenna due navi mercantili si sono scontrate, forse a causa della fitta nebbia, del vento e del mare molto mosso, provocando 2 morti e 4 dispersi. Il Gokbel di un armatore turco, lungo 87 metri per 2.000 tonnellate di stazza lorda, è finito adagiato sul fondo del mare uscendo dall’acqua a mezzo scafo. Vittime e dispersi facevano parte dell’equipaggio di 11 uomini della Gokbel, tutti turchi. Dispersi anche il comandante e il primo ufficiale del mercantile, mentre uno dei marinai morti è stato identificato in un ventisettenne. Nessun ferito, invece, fra i nove marittimi, tutti siriani, dell’equipaggio dell’altra nave, la portacontainer Lady Aziza di un armatore di Charlestown, isola di Nevis, Belize. Nessun dubbio sulla dinamica, ricostruita dagli inquirenti sulla base delle testimonianze dei sopravvissuti. Il mercantile turco, carico di fertilizzanti (gli inquirenti escludono rischi di inquinamento) era in attesa di entrare nel porto romagnolo per attraccare alla banchina Nadep, mentre l’altro era appena salpato, vuoto, dalla stessa banchina alla volta di Porto Nogaro, in Friuli-Venezia Giulia, dopo aver scaricato del concime. Secondo il capitano di vascello Giuseppe Meli, comandante della Capitaneria di porto di Ravenna, è probabile che la nave turca sia stata centrata di poppa. Aereo Un Airbus 320/200 della compagnia low cost AirAsia è sparito. Era decollato alle 5.27 dallo scalo indonesiano di Surabaya, diretto a Singapore. In apparenza il volo QZ8501 ha coperto un segmento della rotta senza problemi o segnalazioni particolari almeno fino alle 7.24, quando i controllori hanno perso i contatti: qualche istante prima il comandante Iriyanto, insieme al copilota francese Remi Emanuel Plesel, aveva chiesto l’autorizzazione a salire di quota e a deviare dal percorso stabilito per la presenza di un’ampia tempesta nella zona. Nessuno sa quello che è avvenuto in seguito. Non appena il jet AirAsia è sparito dai radar le autorità hanno ordinato a mezzi aero-navali di perlustrare un’area a circa 150 chilometri dall’isola di Belitung, per poi allargarsi ad altri quadranti. I passeggeri tutti asiatici con l’eccezione di un manager britannico e del copilota francese. Almeno 17 i bambini, compreso un neonato. L’Airbus, consegnato nel 2008, aveva percorso in servizio 23mila ore di volo ed era stato sottoposto all’ultimo controllo in novembre. Statali A differenza di quanto sostenuto dai ministri Madia e Poletti, Renzi ha detto che il Jobs Act potrebbe applicarsi anche al pubblico impiego: «Saranno le Camere a scegliere, non mancherà il dibattito, certo». Quindi si vedrà a febbraio, quando la riforma del pubblico impiego, firmata da Marianna Madia, verrà discussa in Parlamento. Fiducia Per il 40% degli italiani l’anno che verrà non sarà né migliore né peggiore dell’anno appena finito, ma sarà uguale. Lo Stato è valutato con fiducia dal 15% dei cittadini: metà rispetto al 2010, 4 punti meno di un anno fa. Meno del 20% dei cittadini si fida delle Regioni e meno del 30% dei Comuni. Solo il 3 % stima i partiti, il 7% ha fiducia nel Parlamento. La fiducia nel presidente della Repubblica è scesa dal 71 al 44%, dal 2010 a oggi, e di 5 punti rispetto all’anno scorso. Male anche la magistratura: ha subìto un calo di fiducia dal 50% del 2010 al 33% di oggi. Quasi 17 punti in meno in quattro anni, di cui 7 solo nell’ultimo. Perfino la fiducia nelle Forze dell’ordine, apprezzate comunque da due italiani su tre, è scesa di 7 punti rispetto al 2010, 3 dei quali perduti nell’ultimo anno. C’è una sola figura che oggi disponga di grande credito: Papa Francesco. Lo apprezzano 9 italiani su 10 (dati raccolti nell’indagine “Gli Italiani e lo Stato”, condotta da Demos per Repubblica). Mandato «Advesperascit», scende la sera, la parola con cui Oscar Luigi Scalfaro commentò l’avvicinarsi della scadenza del suo mandato (Breda, Cds).