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 2014  dicembre 29 Lunedì calendario

Il primo gennaio la Lituania entrerà nella zona dell’euro e saliranno a diciannove i Paesi che condivideranno la moneta europea

Il primo gennaio la Lituania entrerà nella zona dell’euro e saliranno a diciannove i Paesi che condivideranno la moneta europea. Con i suoi circa 3 milioni di abitanti, meno della nostra Toscana, di cui quasi 600 mila nella capitale Vilnius, non sarà la Lituania a cambiare i destini né dell’Europa né della sua moneta. Ma sbaglierebbe chi sottovalutasse l’importanza di quanto accadrà il primo giorno del prossimo anno. Per almeno quattro buone ragioni. 1. Colpita da una terribile crisi nel 2009, con il prodotto interno lordo calato di quasi il 15 per cento, la Lituania ha saputo ritrovare la strada della ripresa, tanto che quest’anno la sua economia dovrebbe crescere del 3,5 per cento, senza mai smettere di puntare al traguardo rappresentato dall’ingresso nella zona dell’euro. In una stagione nella quale si affermano forze dichiaratamente ostili all’integrazione europea e mentre i mercati guardano alla Grecia con rinnovata preoccupazione, è tutt’altro che privo di significato il fatto che l’euro continui a dimostrare tanta capacità di attrazione. 2. Affacciata ad occidente sul Mar Baltico e confinante con la Lettonia a Nord, la Bielorussia ad Est, l’enclave russa di Kaliningrad e la Polonia a Sud, la Lituania, dipende in misura non secondaria dall’economia della Russia. Nella caldissima fase che stanno attraversando le relazioni tra Europa e Russia, Vilnius rappresenta un utile e sensibile termometro per misurare il variare della temperatura. 3. Lo scorso 4 dicembre, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, aveva affermato che la Banca centrale europea non si limita più a «prevedere di», ma «intende» lanciare un programma che contempla l’acquisto di titoli di Stato. Nel rendere noto che sei o sette dei membri del Consiglio direttivo avevano votato contro tale variazione di linguaggio, Draghi aveva sottolineato il fatto che la maggioranza del Consiglio è comunque in grado di imporre la propria volontà. Fino ad oggi il Consiglio direttivo della Bce, composto dai sei membri del Comitato esecutivo più i 18 governatori dei Paesi dell’euro, ha votato in base al principio «una testa, un voto» con le decisioni prese a maggioranza semplice. Con l’ingresso della Lituania, superato il tetto dei 18 Paesi membri per i quali valeva la regola precedente, si passerà, con cadenza mensile, ad un sistema a rotazione nel quale solo 15 dei 19 governatori delle banche centrali nazionali avranno diritto di voto. Cambierà anche il metodo col quale si conteranno i voti che avranno un peso proporzionale al peso delle economie e dei settori finanziari dei singoli Paesi membri. L’impatto delle nuove regole non dovrebbe essere rilevante. I membri del Comitato esecutivo manterranno un diritto di voto permanente e i cinque maggiori Paesi dell’area euro (Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda) avranno sempre quattro voti a loro disposizione con la garanzia, quindi, di partecipare a otto votazioni su dieci. Lo spirito e la tradizione della Bce spingono, inoltre, alla ricerca della massima condivisione al momento del decidere. Ma, come ha rimarcato Draghi, l’unanimità non è un vincolo assoluto. L’euro marcato «Lietuva» potrebbe non essere privo di conseguenze. 4. Con il sistema di voto a rotazione adottato per la Bce all’arrivo di Vilnius, si afferma il principio che la più solida garanzia dell’interesse collettivo è data non dalla presenza al tavolo di tutti i membri del gruppo ma dalla capacità di decidere a tutela di quell’interesse. Per le altre istituzioni dell’Unione europea attorno ai cui tavoli continuano a sedere tutti e 28 i Paesi membri è suonato un campanello.