Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 28 Domenica calendario

CERCI, IL BRAVO RAGAZZO PRONTO AD ACCENDERSI

Stiui è un chihuahua fatto passare per micio: il cane di Cerci diventato un gattino al guinzaglio basta per dare l’idea dell’attenzione che circondava il personaggio. A Firenze Alessio fu preso di mira ancora prima che un «miao» chiarisse i dubbi sull’identità del felino, perfino dai vigili urbani: «Ogni volta mi fermavano gli stessi, e io: “Guardate che ci siamo già visti ieri”». A piedi andava pure peggio: «Se mi dicono parole pesanti, se toccano mia mamma o la mia fidanzata, io rispondo perché IO sono un uomo». Ma il peggio del peggio succedeva dentro il Franchi, dove Cerci veniva fischiato prima ancora di sfilare la tuta: i pantaloncini arrotolati sulla coscia, in perfetto stile balneare, non lo aiutavano ad aumentare i consensi. E sarebbe stato comunque difficile, considerato ciò che gli veniva rimproverato: la nascita, e poi la fede, romanista. Cerci è l’«Henry di Valmontone», trenta chilometri dalla capitale. A Firenze implorò: «Basta con questa storia del romano di m…». Ora è già tempo della prossima sfida: farsi rappresentante dell’inconfondibile stile Milan.
CADUTE Restando a quando raccontò un paio di anni e mezzo fa: «Non sono una testa calda. Non bevo, non fumo e non vado a mignotte, verso di me c’è stato troppo accanimento». A parte il vezzo della fascetta tra i capelli, il ragionamento fila: Alessio frequenta gli amici di sempre e da anni fa coppia con la stessa fidanzata, Federica. Eppure, magari per sfortuna, spesso Cerci è inciampato. Una volta partì per Formentera: non avesse firmato l’atto d’acquisto della residenza estiva, avrebbe perso trecentomila euro. Solo che il notaio tardò di un giorno e Alessio bucò un allenamento. Un’altra sera, in montagna, festeggiò il compleanno e i compagni della Fiorentina se la presero con delle pernici imbalsamate. Con Mihajlovic furono scintille in un ritiro nel Mugello: Sinisa gli ordinò una rincorsa, lui disubbidì. Ventura era la guida che lo condusse a una stagione super nel Pisa, e che poi lo rivolle quando era al volante del Toro: due anni fa, nell’intervallo di un Torino-Milan una lite tra i due costò la sostituzione a Cerci e un lieve malore al tecnico. E pure la fidanzata ci mise del suo. Come quando la Fiorentina vinse (con Cerci in panca) e lei su Facebook: «Hanno vinto una partita col Novara sembra che hanno vinto la Champions, a buffoniii non ce la posso più fare! St’invasati!». O più recentemente, sull’aereo per Madrid: «Saluti Serie A noi ce ne andiamo nel calcio che conta».
VICE BOMBER Ma certi numeri, pur arrivando dal nostro campionato, hanno pesato. Sono i numeri di chi al talento aggiunge la costanza: negli ultimi quattro anni Cerci è sempre stato il vice cannoniere della sua squadra. Da quando si è definitivamente staccato da Roma è successo per due anni di fila a Firenze, nonostante stagioni non brillanti della squadra. Ed è successo per due volte al Torino, viceversa portato sulla soglia dell’Europa. Cerci è un riconoscente che manda sms di in bocca al lupo a chi in carriera gli ha dato una mano. Ed è l’amico fedele di Don Massimilano, cappellano e confessore dei giocatori della Nazionale. Milan avvertito: Cerci è tutto tranne che un Diavolo.