Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 29 Lunedì calendario

WEAH RIPARTE DAL SENATO

Da giocatore gli è riuscito tutto, da politico George Weah è al suo primo successo. Ieri lo hanno eletto senatore, contea di Montserrado che include la capitale della Liberia Monrovia: un seggio potente. Si è preso il 78 per cento dei consensi e li ha ottenuti contro il figlio dell’attuale presidente, l’uomo che ha battuto l’ex calciatore nel primo ambizioso tentativo di diventare leader del suo Paese. Da allora ci ha provato più volte ed è sempre stato respinto. Lo hanno bocciato perché lui è sostenuto dal partito riformista e la Liberia è uscita nel 2003 da una guerra civile che l’ha devastata, ancora lottano per liberarsi dalla corruzione e dai capibanda e in questi mesi hanno pure dovuto affrontare l’emergenza Ebola. Weah fino a oggi è stato frenato dagli schieramenti incrociati e pure un po’ dal passato. Essere un dio del pallone non basta davanti a un popolo che ha fame e paura. I liberiani glielo hanno fatto capire nel 2005 con un no secco no e ancora nel 2011 quando il Pallone d’oro 1995, il primo non europeo a mettere le mani sul trofeo, ha provato a entrare nell’esecutivo. Non gli credevano e gli rinfacciavano una vita troppo bella per capire i problemi della gente. Weah ha insistito, nel 2017 ci sono le prossime presidenziali e lui per la prima volta non è un ex giocatore, ma un politico che crede di poter migliorare il mondo.