Michele Serra, la Repubblica 28/12/2014, 28 dicembre 2014
CORSIVI
Per arrivare ad accusare di “terrorismo” due ragazze che rivendicano il diritto di guidare l’automobile, bisogna essere (appunto) terrorizzati. Dal loro punto di vista le autorità saudite (non si capisce bene se giudiziarie, religiose, politiche: la separazione dei poteri, in quelle società, non è data) hanno perfettamente ragione a considerare la donna al volante un pericolo per le istituzioni. Se una società si regge sulla soggezione totale della femmina al maschio, allora ogni donna che guida è un attentato all’ordine costituito, perché disponendo della propria mobilità diventa una persona autonoma, che può decidere dove andare ed è in grado — addirittura — di andarci da sola. È questo “da sola”, senza dubbio, che manda nel panico il potere maschilista, perché nessuna effrazione più grave è concepibile di questa inaudita libertà dal maschio (dal clan, dal marito, dal padre, dai fratelli). Una donna libera, anche se la sua libertà consiste solo nell’andare a comperarsi un paio di sandali o a fare due chiacchiere con un’amica, mette in agitazione anche parecchi nostri maschi apparentemente emancipati; figurarsi una società patriarcale non solo nella sostanza ma anche nella forma come quella saudita. Una donna sola, in gran parte del mondo, è ancora in grave sospetto di essere puttana o pazza. La civilizzazione degli esseri umani è appena ai suoi albori.
Michele Serra, la Repubblica 28/12/2014