Francesco Semprini, La Stampa 28/12/2014, 28 dicembre 2014
L’E-COMMERCE VA DI CORSA USA, UN NATALE DA RECORD
Non c’è che dire, è davvero un finale d’anno dai toni trionfalistici per l’economia americana. I posti di lavoro persi con la crisi sono stati recuperati, almeno sulla carta, il Pil nel terzo trimestre ha messo a segno un rialzo del 5%, mai visto in oltre dieci anni, e le Borse volano su vette sempre più alte. A chiosa arrivano i dati sulle vendite della stagione natalizia, che secondo le prime stime è stata la migliore degli ultimi tre anni. Ciò nonostante l’amministrazione di Barack Obama non sembra essere ripagata nei sondaggi in termini di popolarità.
Ma andiamo per gradi. L’ultima tra le buone notizie in fatto di numeri arriva dagli osservatori economici, secondo cui la stagione dello shopping natalizio è destinata ad essere la migliore dal 2010-2011, ovvero dall’inizio della capitolazione dei consumi post-crisi. Secondo Deloitte le spese segneranno nel complesso un aumento tra il 4 e il 4,5% rispetto allo scorso anno, mentre per la National Retail Federation, il rialzo è del 4,1 per cento. Trend che vedono nel traffico online la loro locomotiva. Nel solo giorno di Natale ad esempio, le vendite su Internet sono salite dell’8,3%, spiega Ibm Analytics, secondo cui gli acquisti da dispositivi mobili hanno rappresentato il 34,8% delle vendite online totali. Insomma lo shopping, anche quello sacro del Natale, ormai si fa con uno smartphone, o al massimo un tablet. Più in generale nella stagione delle feste gli operatori web hanno venduto una cifra record di prodotti, con un rialzo del 16% a 61 miliardi di dollari, di cui 7,9 miliardi di acquisti da dispositivi mobili.
A spingere i consumi (che incidono per oltre i due terzi sul Pil) è il calo dei prezzi del petrolio e della benzina ai minimi dal 2012 (sotto i due dollari al gallo, ovvero 3,8 litri), che consente risparmi giornalieri per gli americani di 450 milioni di dollari.
I numeri, sulla carta, sono tutti dalla parte di Obama, ma i sondaggi sembrano sconfessare i meriti del presidente per la ripresa in atto. Il tasso di approvazione dell’inquilino della Casa Bianca è al 44%, come se la gran parte degli americani non vivesse la ripresa. Il punto è che rispetto a Wall Street e alle grandi corporation, infatti, la classe media resta indietro mentre i «paperoni» si arricchiscono, ampliando il divario esistente, ai massimi da 30 anni. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, il reddito delle famiglie più ricche raggiunge in media i 639.400 dollari, sette volte quello della classe media e 70 volte quello delle più povere.
Obama paga quindi la mancanza di funzionamento di quel meccanismo di trasmissione in grado di allargare la ripresa a vantaggio di «Main Street», ovvero di classe media e Pmi.
Francesco Semprini, La Stampa 28/12/2014