Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 28 Domenica calendario

TOLLERANTE E ACCOGLIENTE QUESTA RESTA LA SUA ANIMA

Nel 1536 Enrico VIII comprò da un monastero St Giles’s Field per andarvi a caccia. I londinesi, sempre arguti e irrispettosi, lo chiamarono Soho, dall’antico grido del primo ad avvistare la lepre: So-ho!, So-ho!
Gli Stuart avidi di denaro, lo lottizzarono per abitazioni nobiliari. Il bastardo di Carlo II, il duca di Monmouth viveva a Soho Square, allora chiamata King’s Square.
Attorno a questi ruotavano servi, operai cocchieri, commercianti e, in abbondanza, prostitute. Nel Settecento i nobili si trasferirono a Mayfair e per Soho iniziò un lungo periodo di fulgore: era ricco di belle abitazione, ospedali, fabbriche, atelier, scuole, luoghi di culto, circoli di cultura, teatri e ristoranti. Nel 1851 divenne il quartier più popolato di Londra con una densità di 327 abitanti per acro. Facilmente raggiungibile da Mayfair e Westminster, era il centro dei teatri, dei ristoranti e dei bordelli maschili e femminili: la triade del piacere e della cultura shakespeariane era vigorosamente tenuta in vita dalla ipocrisia vittoriana, ben rappresentata da John Galsworthy che la descrisse «untidy, full of Greeks, Ishmaelites, cats, Italians, tomatoes, restaurants, organs, coloured stuff, queer names… (disordinata, piena di greci, israeliti, gatti, italiani, pomodori, ristoranti, organetti, roba colorata, nomi bizzarri...»). Grande scrittore, certamente non italianofilo, visto che ci inserisce dopo i felini ma prima degli ortaggi.
Galsworthy si sbagliava: nel secolo successivo Soho divenne il centro della Londra gastronomica, di artisti e di intellettuali. Dopo i blitz nazisti, bombardata, stentò a riprendersi: le famiglie con bambini andarono altrove e le loro case divennero alveari di emigranti e di emarginati fino agli Snni Settanta.
Soho è tollerante: nel 1641 un magistrato locale ammonì e non condannò una prostituta, Anna Clerke, per avare tentato di incendiare «varie case». Soho è accogliente: nel ’700 ha ospitato artigiani e intellettuali europei perseguitati per la loro religione; nell’800 esuli politici europei tra cui Mazzini, e nel dopoguerra, gli attivisti per decriminalizzare l’omosessualità.
Soho è in rinascita: vanta una splendida Chinatown, nuovi teatri e ristoranti, circoli, discoteche, una straordinaria piscina coperta e centri di salute. Il comune di Westmister, di cui fa parte, circa trent’anni fa ha «pulito» le strade e le facciate dei club. Da allora, professionisti e giovani famiglie comprano o affittano appartamenti rimodernati. La scuola statale è piena di alunni.
Vivrei felicemente a Soho.
Simonetta Agnello Hornby, La Stampa 28/12/2014