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 2014  dicembre 28 Domenica calendario

«NON SOLO EBOLA, SENZA SVOLTA SANITARIA ORA L’AFRICA RISCHIA DI ANDARE A FONDO»

[Intervista a Mario Raffaelli] –
ROMA Settemilaseicentonovantatré morti, di cui solo 1 fuori dall’Africa (negli Usa) e solo 14 al di fuori di Liberia, Sierra Leone e Guinea; 19mila695 i casi di contagio. Sono le cifre dell’ultimo bollettino dell’Oms sull’epidemia di Ebola.
E ora che l’attenzione «a volte terroristica» del resto del mondo sull’epidemia è decisamente calata, Mario Raffaelli (suo il virgolettato) presidente di Amref Italia sente il bisogno di guardare al di là dell’emergenza.
Non le sembra esagerato quel “terroristica”?
La cattiva informazione ha provocato gravi ripercussioni economiche anche in Paesi lontanissimi dai focolai dell’epidemia».
Ovviamente soddisfatto per come si sia riusciti a circoscrivere l’epidemia, Raffaelli parla di «potente campanello d’allarme sulle drammatiche condizioni sanitarie di molti paesi africani e sulle conseguenze che ciò comporta non solo in termini di salute ma anche economici».
Qual è stato l’impatto di Ebola sulle economie di Guinea, Sierra Leone e Liberia?
«Il Pil dei tre Paesi suibirà un calo rispettivamente del 2,7, 8,9 e 11,7%».
Con ovvie conseguenze anche sull’efficacia dei servizi sanitari.
«Un pericolo da scongiurare considerando che in Sierra Leone ci sono poco più di 2 medici ogni 100 mila abitanti, in Liberia e Guinea 1. Dobbiamo cogliere l’occasione di questa epidemia per affrontare una volta per tutte la carenza dei sistemi sanitari africani. Non solo per ragioni umanitarie ma per dare un conributo decisivo al decollo dell’Africa. Non dimentichiamoci l’importanza della risoluzione Onu 2177 del 18 settembre scorso a proposito di Ebola definita dal Consiglio di Sicurezza “un pericolo per la sicurezza internazionale”. In essa si enfatizza giustamente la stretta connessione fra condizioni sanitarie, impatto economico di esse, instabilità politica, violenza e terrorismo».
Una buona fetta del Continente però sembra aver agganciato una decisiva crescita economica.
«E’ vero, la Fascia australe è in forte crescita. In molti paesi sta crescendo una classe media e le istituzioni della società civile si rafforzano. Per la prima volta gli investimenti diretti esteri stanno superando quelli per l’aiuto allo sviluppo. Ma questo non deve distrarci dal fatto che ampie aree africane sono ancora segnate da instabilità e guerre. Dobbiamo, le Ong come Amref prima di tutti, adoperarci per garantire una crescita dell’Africa, la più giusta ed equilibrata possibile. Un’Africa in salute - in tutti i sensi - vuol dire stare tutti meglio. Diciamo pure “evviva” di aver circoscritto Ebola ma ricordiamoci che mentre questa ad agosto uccideva 4 persone al giorno, in Africa ne morivano ogni giorno 404 (la maggior parte bambini) di diarrea, 552 di malaria e 685 di Hiv/Aids».