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 2014  dicembre 28 Domenica calendario

FINIAMOLA CON L’IPOCRISIA SE CI TENIAMO L’EURO METTIAMOCI LA MERKEL

Andiamo diritti al sodo: se è per avere un presidente che esegue gli ordini che arrivano dall’Europa, allora meglio prendere l’originale che un qualsivoglia portavoce. Datemi Angela Merkel al Quirinale. Sveliamo l’inganno, togliamo la costosa maschera d’ipocrisia, evitiamo di raccontare balle fra corrazzieri e arazzi dicendo che c’è qualcuno che difende gli interessi del Paese. Giorgio Napolitano, con tutto il rispetto, non lo ha fatto. Giorgio Napolitano è stato il terminale del gioco di Bruxelles, il portavoce della tecnocrazia che ci ha massacrati, l’esecutore di volontà sovranazionali, come si è visto esplicitamente durante l’estate del grande complotto, quella del 2011, con la defenestrazione di Berlusconi e le trame per far salire al potere Monti-Fornero, la fine dei governi democraticamente eletti e l’inizio dei nostri guai. Se il nostro Paese dev’essere quello che abbiamo visto finora, che schiavo di Berlino Iddio lo creò; se dobbiamo continuare a baciare la pantofola ai crucchi perché ci hanno sottomessi in questa Unione che è una prigione; se dobbiamo continuare a farci bastonare con una moneta che è straniera; beh, allora, risparmioci la presa in giro della difesa degli interessi nazionali. Il semestre europeo a guida italiana, che doveva cambiare verso all’Europa, è passato senza cambiare un beato fico di nulla. A questo punto non resta che cambiare verso al Quirinale: eleggiamo Angela. Non si voleva una donna? Ella la è, senza dubbio, meglio della Pinotti, più incisiva della Finocchiaro. Non si voleva un nome al di sopra delle parti? Ella lo è, senza dubbio, perché ha regolarmente preso a pedate tutti gli italiani, indistintamente dal partito politico. Non si voleva, dopo un comunista, un esponente della tradizione centrista-cattolica? Ella lo è, senza dubbio, e ben più rappresentativa di un qualsiasi Franceschini. Fra l’altro oltre all’inglese, pare che parli anche bene il tedesco. Dunque non avrà problemi a farsi ascoltare nei consessi internazionali. Ci è abituata. Angela sicuramente ama l’Italia. Se le consentiamo di vendere Castelporziano e di annettere Ischia alle tenute del Quirinale, sarà felice di trasferirsi da noi. Magari le consigliamo un sarto per i suoi tailleur, se la moda made in Italy riuscisse a farla apparire persino elegante avremmo fatto bingo due volte. E non c’è dubbio che la donna ha saputo difendere sempre gli interessi di chi l’ha votata con una grinta che da noi è stata merce rara. E dunque dov’è il problema? Certo: con Angela Merkel al Quirinale non saremmo più davvero un Paese libero e democratico. Ma perché, forse oggi lo siamo?