Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  dicembre 27 Sabato calendario

REGIONI STRETTA SUI VITALIZI: GLI EX RIVOGLIONO I CONTRIBUTI

ROMA L’ultima in ordine di tempo è stata la Regione Piemonte che in poche settimane ha deciso di tagliare i vitalizi dei 170 ex consiglieri regionali con risparmi per 650 mila euro l’anno su 8 milioni di spesa: -8% all’anno per tre anni. Il Piemonte si unisce così a Lombardia, Trentino-Alto Adige, Lazio e Molise che hanno varato analoghi provvedimenti. Altre Regioni sono in dirittura d’arrivo come il Friuli e il Veneto dove il varo della sforbiciata è programmato per gennaio.
Poi la bandiera del taglio al vitalizio d’oro dovrebbe spuntare alla spicciolata in tutte le altre Regioni, comprese quelle che andranno al voto a maggio. «Ad eccezione di Emilia e Calabria i cui consigli sono stati eletti poche settimane fa e dunque non hanno ancora cominciato a legiferare tutte le Regioni si sono mosse per ridurre gli ex vitalizi così come avevamo deciso tutti assieme a ottobre. Si tratta di un segnale politico importante», sottolinea il consigliere umbro Eros Brega, presidente della Consulta dei Consigli Regionali.
LA SFIDA
Tutto bene, dunque? In realtà la battaglia dei vitalizi è solo alle prime fasi. Sono già pronte valanghe si ricorsi che scatteranno non appena i primi tagli andranno in vigore all’inizio del 2015.
Le prime scaramucce giuridiche si svolgeranno nelle Dolomiti. Qui la Regione Trentino-Alto Adige ha chiesto la restituzione di una trentina di milioni a 127 consiglieri ed ex consiglieri sia di lingua italiana che tedesca che avevano ricevuto un anticipo sul vitalizio in base a una legge (poi cambiata) con calcoli particolarmente vantaggiosi. In cinquanta circa hanno già restituito 19 milioni di euro ma altrettanti si sono trincerati dietro ricorsi al Tar e alla magistratura ordinaria. La parola d’ordine? I diritti acquisiti non si toccano. In Trentino su questo concetto si stanno sfidando i migliori giuristi italiani.
Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia, difenderà le ragioni dei consiglieri. Sottile ma chiara la sua tesi: si possono ridurre i vitalizi non ancora pagati ma è anticostituzionale chiedere indietro denaro già versato sulla base di una legge che era in vigore.
La Regione Trentino ha interpellato un altro presidente della Corte Costituzionale ed ex ministro, Franco Gallo, che - in base alla sentenza 422 del 2006 della Consulta - ha dato il via libera ai tagli regionali ricamando un concetto che suona grosso modo così «i cosiddetti diritti acquisiti non sono assoluti ma possono essere intaccati purché in modo ragionevole».
LA BAGARRE
In attesa di sentenze e appelli, nei consigli regionali intanto è bagarre. In Veneto, ad esempio, il professore universitario, ex cosigliere ed ex deputato di Rifondazione Comunista, Severino Galante ha mandato una lettera ai suoi colleghi dicendo loro chiaro e tondo che se taglieranno il suo vitalizio di 2.873 euro mensili (cui si aggiunge quello da 4.083 euro da ex deputato) avvierà una causa civile per rivalersi sul loro patrimonio personale. In Friuli, invece, (seguendo l’esempio di noti ex consiglieri lombardi come Nicole Minetti e Renzo Bossi e di altri meno noti politici abruzzesi) una mezza dozzina di consiglieri ha deciso di chiudere la partita del vitalizio chiedendo alla Regione la restituzione dei contributi versati.
Così il quaratareenne Igor Grabrovec, del partito sloveno, si è visto restituire 123 mila euro accumulati in cinque anni di consiliatura. La ragioneria della Regione ha calcolato che se tutti i 36 consiglieri friulani che ne hanno diritto ottenessero la restituzione dei loro contributi le casse regionali dovrebbero sborsare la bellezza di 6,2 milioni tutt’assieme. Che è poi la somma che il Friuli paga ogni anno ai suoi attuali consiglieri sotto forma di stipendi.
Somma che è incredibilmente inferiore a quanto la stessa Regione versa in vitalizi: 9 milioni. Il che vuol dire che i consiglieri regionali in pensione (spesso a 55 anni) gravano sulle spalle dei contribuenti friulani per il 50% in più dei consiglieri in attività. Diritti acquisiti o no, questo dà l’idea del peso dei vitalizi d’oro.