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 2014  dicembre 27 Sabato calendario

DALL’IRI ALLA FAMIGLIA RIVA 20 ANNI DI SCOSSE GIUDIZIARIE

ROMA L’Ilva fa un passo indietro lungo quasi vent’anni. Già, risale al maggio ’95 il passaggio del gruppo ai privati. L’Iri, allora guidata da presidente Romano Prodi, concluse la cessione dell’azienda al gruppo lombardo Riva, già conosciuto nel mondo dell’acciaio e destinato a diventare con l’acquisizione di Taranto tra i leader Ue del settore. Sono stati però anche anni segnati da diversi procedimenti giudiziari a carico della proprietà, che ha sempre detto di aver investito a Taranto 4 miliardi dall’acquisto, di cui oltre uno nell’ambiente. Fra i casi clamorosi, quello della palazzina Laf verso la fine degli anni ’90 dove l’azienda fece trasferire dipendenti e delegati ritenuti troppo sindacalizzati che ha procurato ai vertici una sonora condanna. Ma è dall’estate del 2012 che il caso Ilva esplode. A partire da fine luglio col sequestro degli impianti dell’area a caldo da parte del gip di Taranto e i primi arresti. Il gip nomina anche tre custodi giudiziari e da allora comincia un braccio di ferro con la proprietà che a dicembre 2012 porterà il governo Monti a varare la prima legge sull’Ilva per consentire che l’azienda possa produrre nonostante il sequestro (ai fini ambientali).Seguiranno altri sequestri e altri arresti. Poi il governo Letta, a giugno 2013, farà scattare il commissarimento. Prima affidato a Enrico Bondi e poi a Piero Gnudi. Ma si arriva comunque sull’orlo del default.