Paolo Siepi, ItaliaOggi 27/12/2014, 27 dicembre 2014
PERISCOPIO
La mia Scala sarà un festival permanente, una vera e propria Salisburgo. però aperta undici mesi all’anno, non sei settimane. In tre stagioni farò da 60 a 65 produzioni di opera o di balletto, un terzo delle quali devono essere nuove, nate qui e presentate qui. Il che vuol dire usare al massimo le risorse del teatro. Alexander Pereira, dal 1° settembre 2014 sovrintendente de La Scala. La Stampa.
L’unico inconveniente, aggiunge l’amico, è che, a furia di concentrarsi in questi esercizi per sviluppare la memoria, uscendo dalla lezione non ricordava più dove aveva parcheggiato la macchina e quando l’ha ritrovata non andava in moto, batteria a terra, aveva dimenticato i fari accesi. Luca Goldoni, Viaggio in provincia, Roma inclusa. Mondadori, 1984.
Poareto, Moravia, non sapeva dove mettere le virgole, l’unica cosa che gli riusciva bene era girare l’Africa con la Dacia Maraini a fotografare le merde d’elefante. Massimo Del Papa, Il rompicoglioni. L’eredità perduta di Sergio Saviane. Alberto Liberali editore.
Dedicato ai cittadini dello Stato di grazia, a chi trova un riparo per la notte e non sa che è il buio che riparerà, agli uomini in attesa di supplizio, agli anziani sbadati e alle loro badanti attente. Alessandro Bergonzoni. il venerdì.
Da dove viene quella banale sociologia che giustifica tutti, tranne chi ha la sfacciataggine di chiedere protezione contro i delinquenti? Da dove arrivano le riforme «più avanzate del mondo» con le quali si è voluto restituire la malattia mentale alle famiglie e la devianza sociale alla società, per «rispedirle al mittente?». Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli, 1992.
Il nostro benessere viene dalle idee. Nel 1800 il reddito giornaliero di un italiano era di tre dollari; oggi, a parità di valori, è di ottanta. In più, ci sono gli avanzamenti della medicina, dei trasporti, della tecnologia. Una completa trasformazione. Ma non è il risultato della lotta di classe, come sostiene la sinistra, o degli investimenti, come sostengono i conservatori. È il risultato delle idee che hanno prodotto innovazioni come l’elettricità, la radio, i sistemi idraulici. Deirdre McCloskey, economista, che fino al 1995 era un uomo, I vizi degli economisti, le virtù della borghesia. Ibl libri. Corsera.
Naturalmente, ogni paese ha le sue caratteristiche. Pablo Iglesias, professore di scienze politiche in Spagna, che guida il movimento Podemos, più che a Grillo, somiglia a quei professori che da noi, in un’altra stagione, promuovevano i «girotondi» e si definivano parte del «ceto medio riflessivo». In una recente intervista a Repubblica, ad esempio, Iglesias ha detto di rendersi conto che uscire dall’euro non è possibile. E probabilmente, se glielo avessero chiesto, avrebbe detto di non credere nemmeno alle scie chimiche. In compenso, ha spiegato che intende far uscire la Spagna dalla Nato, per poi aggiungere che, da futuro capo del governo, è deciso a «piegare la Bce» e rovesciare come un guanto le politiche di austerità, con o senza l’aiuto di quelle mammolette dei socialisti europei. E tutto questo grazie all’appoggio, tenetevi forte, nientedimeno che del governo greco (sempre che Syriza vinca le elezioni), vale a dire del paese con minore potere contrattuale di tutta l’Unione europea. Francesco Cundari. Il Foglio.
Giorgio Bocca era una grandissima carogna. Però bravo. A Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa, confidò: «Di Feltri non penso niente, perché mi fa paura». Concetto ripetuto poi anche in televisione. Siccome a quel tempo abitavamo entrambi in via Giovannino De Grassi, a Milano, e le nostre abitazioni confinavano, Vanity Fair s’inventò che ci eravamo tacitamente accordati per uscire lui dal cancello est e io dal cancello ovest, in modo da evitare brutti incontri. Vittorio Feltri e Stefano Lorenzetto, Buoni e cattivi. Marsilio.
Quando quindi giunse il momento di separarsi da Luigi Albertini, che tornava a Milano, Luigi Barzini gli chiese di dargli tutte le istruzioni per poter fare al meglio il suo lavoro. Ma, con sorpresa, si sentì dire: «Per tre mesi lei non farà niente per il giornale. Le ci vorranno tre mesi per cominciare a capire Londra. Durante questo tempo giri, guardi, si informi, legga, studi, segua i giornali. Impari bene l’inglese, avvicini la gente, si abboni a una delle grandi biblioteche circolanti per poter avere buoni libri senza doverli comprare. Tutto è materia d’osservazione: la società, la politica, l’arte. Non si preoccupi del lavoro, per ora. Lei deve prima maturarsi in questa atmosfera. Viva sereno, con tranquillità d’animo, ma non perda mai il suo tempo. Corra sempre a vedere tutto quanto possa avere un interesse. Il resto verrà da sé, a suo tempo. Capito?». Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore. Simonelli editore.
Mi pare fosse il 1932. Fosco Maraini aveva conseguito la laurea in etnologia e, come premio, il padre gli regalò una motocicletta Bmw. Con quel mezzo affrontò un durissimo viaggio da Firenze alla Sicilia. Venne a dichiararsi. Il padre di Fosco era profondamente contrario. Aveva altri progetti per il figlio. La madre, Yui, una donna irlandese e polacca, si schierò dalla nostra parte. Quanto a mio padre ci fu immediatamente un’intesa perfetta con Fosco. Il giorno in cui si conobbero, papà aveva tra le mani i discorsi del Buddha. Che buffo, disse Fosco, ho appena finito di leggerli anch’io. Si piacquero perché, in fondo, erano due nature senza conformismi. Topazia Alliata, madre di Dacia Maraini. la Repubblica.
Andava allora, di primo mattino, al Verziere, si aggirava fra gli ortaggi e le uova che giungevano dal contado intrisi di brina, nel prepotente vociare dei grossisti. Spiava, dal marciapiede, l’arrivo in città del latte sulla botte traballante fra due ruote, che mandava bianchi schizzi sui selciati; agli ingressi delle macellerie, i quarti di bue, i capretti appesi al gancio, il pollame. Luigi Santucci, Orfeo in Paradiso. Mondadori.
LA FARFALLA - Contento proprio contento / sono stato molte volte nella vita / ma più di tutte quando mi hanno liberato / in Germania / che mi sono messo a guardare una farfalla / senza la voglia di mangiarla. Tonino Guerra in: Rita Giannini, Tonino Guerra. Veronelli editore.
Oppressi, si combatte per ottenere la libertà che, una volta conquistata, si usa per opprimere chi te l’ha data. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 27/12/2014