R.Fi., Il Sole 24 Ore 27/12/2014, 27 dicembre 2014
LA DIFFIDENZA SUI BITCOIN DIETRO LE TRANSAZIONI DI NATALE
Nel Vecchio Continente i Bitcoin hanno affascinato in pochi ma anche negli Usa, dove la moneta virtuale ha avuto più presa, questi soldi elettronici sono visti con diffidenza persino dai presunti fans. Sono molte le aziende, come le gioiellerie Reeds Jewelers, l’agenzia di viaggi Expedia, i colossi delle information technology, da Microsoft a Dell, che in queste settimane di acquisti natalizi hanno incentivato i consumatori a comprare nei loro negozi e sui loro siti internet anche con i bitcoin. Tuttavia, scrive in un reportage il Wall Street Journal, sono proprio queste aziende che, immediatamente dopo gli acquisti, si affrettano a convertire queste monete virtuali in dollari veri.
Il collasso nei mesi scorsi della più grande piattaforma giapponese di scambio dei bitcoin, e le molte transazioni illegali che vengono regolate con la moneta virtuale, non favoriscono al momento l’ulteriore diffusione della moneta virtuale. Ma il problema principale della valuta elettronica è che nessuna azienda vuole prendersi il rischio della volatilià dei Bitcoin, che dai 1100 dollari per Bitcoin del novembre 2013 vengono scambiati a 318,10 dollari l’uno secondo l’inDesk price index. Qualcuno comunque ha deciso di fidarsi: il retail online Overstock.com, che dallo scorso gennaio ha deciso di accettare i Bitcoin come mezzo di pagamento, mantiene il 10% dei ricavi da vendite regolate in Bitcoin nella valuta virtuale. Fra molte diffidenze - giustificate - c’è chi prova a fidarsi.
R.Fi., Il Sole 24 Ore 27/12/2014