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 2014  dicembre 27 Sabato calendario

LA RIVOLUZIONE DELLA LONGEVITA’

La giapponese Misao Okawa ha 116 anni e il 5 marzo 2015 ne compirà 117. Insieme all’americana Gertrude Weaver, che però è nata il 4 luglio 1898, condivide il record dei due esseri umani che hanno attraversato tre secoli, nati nel XIX e ancora vivi nel XXI. Il giapponese Sakari Momoi, nato il 5 febbraio 1903, è invece il maschio più longevo in vita: 111 anni. Anche l’Italia ha un record, «di massa»: a Villagrande Strisaili (Nuoro) vivono uomini tendenti a superare i 100.
Gli ultimi mesi del 2014 hanno visto il tema della lunga vita come dominante in letteratura scientifica. E due o tre studi hanno aperto nuovi scenari che non lasciano indifferenti gli strateghi economici. Da Lancet , British Medical Journal ( Bmj ), PLoSOne si colgono le acquisizioni scientifiche. Da Martin Wolf, commentatore del Financial Times , un’analisi socio-economica. Scoperta: «Non serve una maggiore prosperità per migliorare lo stato di salute», scrive Wolf. Che augura all’umanità: «L’innalzamento della vita media sia in buona salute». L’alternativa è il crac globale: tanti malati cronici, tanti disabili, tanti sopravviventi alle possibilità del loro corpo. Un esempio: oggi il costo totale annuo della malattia di Alzheimer nel mondo è stimato in 315 miliardi di dollari (259 miliardi di euro). Quanto sarà nel 2030? Aggiungiamo Parkinson, diabete, artriti, obesità... c’è da far saltare ogni logica economica. Occorre pianificare al più presto. La salute diventerà problema da Banca mondiale e non più da Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ed è il mondo anglosassone a cogliere con più attenzione il fenomeno perché tocca con mano che la ricchezza non porta buona salute e longevità. Giapponesi e italiani sono da tempo abituati a vivere a lungo e la scienza ha solo di recente scoperto che per lo più dipende dall’ambiente, dall’alimentazione, dagli stili di vita. Non si tratta solo di firma genetica.
Nella nuova ottica, andrebbero rivisti anche i meccanismi attuali del mondo del lavoro. Andando avanti così si rischia di avere soggetti ancora in perfetta efficienza ma in pensione per 30-40 anni e giovani che entrano nel mondo del lavoro troppo tardi. E il lavoro, soprattutto cerebrale, allontana lo spettro delle malattie neurodegenerative. Temi aperti, da affrontare al più presto.
L’aspettativa di vita è cresciuta nel mondo mediamente di sei anni (6,6 per le donne e 5,8 per gli uomini) dal 1990, passando da 65,3 anni a 71,5 nel 2013. I motivi fondamentali: la riduzione dei tassi di mortalità da malattie cardiovascolari e infettive. Sono i dati dello studio globale su 188 Paesi pubblicato da Lancet . Se il trend continua, entro il 2030 l’aspettativa di vita globale salirà a 85,3 anni per le donne e 78,1 per gli uomini. Limiti che Giappone e Italia hanno già toccato.
Aria pulita, attività fisica quotidiana, dieta vegetariana, una vita sociale, fede in qualcosa, volontariato: sono i «segreti» dei centenari delle 5 «oasi di longevità del globo»: Bordigali, in Sardegna, le isole di Okinawa (Giappone) e Ikaria (Grecia), la penisola di Nicoya (Nicaragua) e Loma Linda (California). L’oncologo Umberto Veronesi, 90 anni nel 2015, aggiunge un suo segreto: «Una caratteristica dei longevi è il desiderio di guardare oltre, scoprire che cosa accadrà domani, o nelle prossime ore. La curiosità, l’interesse, spingono a vivere».
Non dipende solo dai geni. L’analisi del genoma di 17 anziani di più di 110 anni di età — al mondo ce ne sono 74 — indica che non esiste alcuna variante genica in grado di assicurare una longevità fuori dal comune. È la conclusione a cui è giunta la Stanford University e l’Università della California (Ucla) di Los Angeles in uno studio pubblicato da PLoSOne . Le abitudini di vita hanno il loro ruolo: «accendono» o «spengono» i geni. La dieta mediterranea è uno «scudo» contro malattie croniche e cancro. Conferma un altro studio su oltre 4.600 donne sane, pubblicato da Bmj e firmato dal Brigham and Woman’s Hospital di Boston: chi mangia «all’italiana» presenta una maggiore lunghezza dei telomeri, le sequenze di Dna alle estremità dei cromosomi «spie» dell’invecchiamento: telomeri più corti indicano un’aspettativa di vita inferiore, più lunghi accompagnano ai 100 anni. Obesità, tabacco, troppa carne, bevande zuccherate, stress ossidativo, infiammazione accorciano i telomeri. Frutta, verdura, noci, olio d’oliva li preservano. L’Expo 2015 sull’alimentazione ne approfitti e diventi scuola di longevità.