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 2014  dicembre 27 Sabato calendario

COME LA CODA DEL MAIALE

Questi giorni qua intorno a Natale, tutti gli anni mi sembra succeda una cosa stranissima, che si realizzi il paradosso di Mommsen, che Mommsen era uno storico che diceva che delle volte il futuro getta le sue ombre sul passato.
Ecco, questa cosa, nella mia testa è legata a un esperimento di un regista russo che si chiama Kulešov, che in un libro del 1941, Fondamenti della regia cinematografica, racconta un esperimento che ha fatto filmando quattro sequenze: qualche secondo del primo piano di un attore, che si chiamava Mozzuchin, che guardava in lontananza; qualche secondo di una zuppa fumante; qualche secondo di un bambino steso, come se fosse morto, dentro una bara; qualche secondo di una ragazza stesa su un divano. Poi Kulešov, il regista, aveva montato le sequenze in questi tre modi: primo piano dell’attore-zuppa fumante; primo piano dell’attore-bambino nella bara; primo piano dell’attore-ragazza sul divano.
E, a guardarli, la faccia dell’attore Mozzuchin, nel primo montaggio sembrava una faccia affamata, nel secondo una faccia disperata, nel terzo una faccia innamorata, e la faccia era sempre quella, e la stessa cosa mi sembra sia successa e succeda tutti gli anni in questi giorni; che il 19 dicembre, per esempio, che quest’anno avrebbe potuto essere un normalissimo venerdì, non è stato un venerdì normalissimo, è stato un venerdì un po’ gonfio, un po’ appesantito, un venerdì che ha preso il riflesso dei giorni che stavano per arrivare e ha ceduto un po’ della sua personalità, in un certo senso, e la stessa cosa si può dire di sabato 20, di domenica 21, di lunedì 22, eccetera eccetera.
E un riflesso che io di solito ho avuto, di fronte alla sparizione, in un certo senso, di queste giornate, è augurarmi che le feste finissero presto, sperare che arrivasse presto il 7 gennaio, invece quest’anno, siccome sono un po’ in ritardo con dei lavori, sono costretto a non considerare il fatto che siano di festa, questi giorni di festa, mi trovo qui a lavorare e credo che continuerò a lavorare fino al 7 gennaio e anche oltre, e quando, al mattino, accendo il computer e mi metto a scrivere, cerco di scrivere nello stesso modo in cui ho scritto il 12 aprile, o il 7 di giugno, per dire, ma l’effetto dei giorni di festa è comunque difficile da disinnescare, per esempio i bilanci, com’è andata quest’anno, cos’è successo, cos’è cambiato?
Ecco, di cose che sono cambiate, quest’anno, ne sono cambiate tante, e tra le tante, è successo che, per la prima volta, o quasi, quest’anno, dei lettori di Libero son venuti a trovarmi nei posti dove facevo delle letture e a manifestarsi come lettori di Libero, e io sono stato contento, e ho l’impressione che questo avvenimento minuscolo abbia provocato una cosa che è un po’ il contrario del paradosso di Mommsen, cioè che si è realizzato un pronostico che aveva fatto Francesco Borgonovo qualche anno fa, quando io avevo appena cominciato a scrivere, da outsider, se così si può dire, su Libero, e Francesco, in un articolo che aveva pubblicato per via di una polemica di qualche anno fa, aveva scritto che questo giornale presto sarebbe diventato anche il mio giornale, e questa cosa, che allora mi sembrava un po’ incredibile, adesso mi sembra che stia succedendo davvero. Grazie.