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 2014  dicembre 27 Sabato calendario

GIUSTIZIA, ALTRI 12 MESI BUTTATI

«Entro giugno»: la riforma della giustizia doveva essere approvata entro giugno e su questo trovate infinite dichiarazioni. «Entro la fine dell’anno»: la riforma è poi stata posticipata - il virgolettato è del Guardasigilli sull’Espresso del giugno scorso - ma difficilmente verrà attuata entro i prossimi tre giorni. Dunque possiamo dirlo, pur senza infierire: è una promessa mancata, e piuttosto notevole. L’anno è comunque finito, e un bilancino in tema di giustizia si può comunque azzardare.

Responsabilità civile.
Dei magistrati, ovviamente: è stata approvata al Senato ma non alla Camera. Doveva esserlo entro fine dicembre (l’Unione europea ha aperto una procedura di infrazione che sarà esecutiva dal 2015, 40 milioni di euro più 36mila al giorno) ma la vicenda pare tutt’altro che conclusa, e anche i reali contenuti della norma per ora restano ingiudicabili. I magistrati, per non sbagliare, hanno già annunciato uno sciopero per il 17 gennaio.

Ferie dei magistrati.
È l’unica cosa fatta, ma a essere pignoli non è un intervento specifico in tema di giustizia bensì di riordino della pubblica amministrazione: hanno introdotto un articolo bis per cui le ferie saranno di soli 30 giorni. Resta da verificare se un tizio che non è il primo venuto - l’ex pm Piercamillo Davigo, ora giudice di Cassazione - abbia detto o no una sciocchezza nel sostenere che il provvedimento in realtà le ferie le allunga, non il contrario. Davigo sostiene che solo i fuori ruolo hanno ridotto le ferie e che, per astruse ragioni, i vecchi 45 giorni di ferie in realtà sono diventati 75. «Dilettanti allo sbaraglio, c’è da avere paura» ha detto il magistrato a proposito del governo. «Noi riteniamo che la norma abroghi quelle precedenti» ha risposto il Guardasigilli Andrea Orlando. È così? Non se n’è saputo più nulla.

Intercettazioni.
Il programma Virus (Raidue) qualche giorno fa ha riconfermato quello che sappiamo tutti da tempo: intercettiamo tre volte la Francia, cinque volte la Germania per non parlare delle 3372 del Regno Unito a fronte delle 124.713 che facciamo noi. Comunque si interpretino questi dati, e quale scusante si voglia opporre - tipo che da noi le investigazioni classiche costano troppo - resta un numero esorbitante. Anche perché la spesa - fonte Eurispes - è pure esorbitante: 284 milioni di euro per il 2010. Naturalmente di fare una riforma si è parlato tantissimo, come sempre: parlato, appunto. Siamo rimasti al luglio scorso, quando Renzi disse che sulle intercettazioni voleva sentire l’opinione dei giornalisti, come a dire l’opinione dei lupi sugli agnelli. Da ricordare che i cosiddetti «saggi» nominati da Napolitano ammisero la necessità di ridurre l’uso delle intercettazioni che dovevano essere uno strumento di «ricerca della prova» e non del reato.

Prescrizione.
Altro clamoroso bla bla. Chi ci capisce, infatti, sa bene che evitare l’estinzione del reato rischia anzitutto di allungare i tempi dei processi, nostro cronico problema. Unico pacchetto approvato alla Camera il 26 febbraio scorso: raddoppio dei tempi di prescrizione per i reati ambientali. Ma il Senato e le commissioni latitano.

Magistrati in politica.
Su questo «il Senato ha fissato regole chiare» disse nell’aprile scorso il piddino Felice Casson. Ma il provvedimento si limita a escludere che un magistrato possa candidarsi dove ha lavorato nei cinque anni precedenti: un problema che tante toghe passate in politica non avrebbero avuto, compreso Casson che era magistrato prima di candidarsi col Pd. Da allora, in ogni caso, i magistrati in politica sono solo aumentati. Oltre a quelli presenti in Parlamento e sparpagliati nei ministeri e nelle giunte di mezza Italia, ora abbiamo il freschissimo Alfonso Sabella alla Legalità romana (jolly pescato da Marino) senza contare che il presidente dell’Anticorruzione è un magistrato come lo è il presidente della commissione che presiede alla riforma della giustizia: quella che appunto non c’è.

Custodia cautelare e indagini preliminari.
Ossia gli aspetti più scandalosi e inefficienti della nostra giustizia. Siamo alla palude. Se n’è litigato moltissimo sui giornali, l’Associazione magistrati ha polemizzato a più riprese, forse qualcuno ne ha discusso da qualche parte, ma molto di più non sappiamo. L’obiettivo era abbandonare certa postura sicuritaria («di destra») ed estendere le misure alternative al carcere, dunque abrogare quelle fabbriche di detenuti che sono la Fini-Giovanardi e la Bossi-Fini. La famosa Europa attende ancora le «riforme strutturali» contro il sovraffollamento carcerario: non i decreti svuota-carceri fatti dagli ultimi tre governi, e che, peraltro, hanno svuotato poco.

Corruzione e dintorni.
Se ne fa uno straparlare a ogni scandalo, o presunto tale: ma per ora ci teniamo la Legge Severino e basta. Si parla sempre di inasprire le pene (da 4 a 6 anni) e di cancellare il vitalizio ai politici condannati, ma intanto si è fatta solo la commissione presieduta da Raffaele Cantone. All’inizio dell’anno si affacciò un presunto «asse Pd-M5S» che doveva fare sfracelli in tema di corruzione e autoriciclaggio e falso in bilancio e conflitto d’interessi: naufragato.