Giorgio Viberti, La Stampa 27/12/2014, 27 dicembre 2014
PROTESTI CON L’ARBITRO? AI LAVORI FORZATI
Isabelle Yacoubou non è più una giocatrice del club cinese Heilongjiang Chenneng, che l’aveva ingaggiata a inizio stagione. La 28enne cestista francese di colore, campionessa europea 2009 e argento olimpico 2012, è stata cacciata dalla Cina e si è già accordata con Schio, dove giocò 4 anni fa. È stata la stessa «Baby Shaq», com’è soprannominata per l’imponenza fisica simile a quella dell’ex pivot Shaquille O’Neall (per 20 anni protagonista nella Nba), a spiegare la sua disavventura sul blog postato sul giornale online americano Huffington Post. «Sono stata costretta a lasciare la Cina in 48 ore - racconta la Yacoubou -, il nostro allenatore è stato sospeso per 2 anni e le mie compagne di squadra sono state spedite a tempo indeterminato in un campo militare». Ma che cosa avranno mai fatto di tanto grave le cestiste dell’Heilongjiang Chenneng? Tutto è successo nel finale del match contro il Bayi Club, la squadra dell’Esercito. «Sono entrata in campo - precisa la cestista francese - a 10’ dalla fine e stavamo vincendo di 12 punti. Le nostre avversarie sono riuscite incredibilmente a pareggiare a 7” dalla fine, ma noi abbiamo fatto ancora canestro a 0”6 dalla sirena. Sembrava fatta, invece una loro giocatrice ha ricevuto palla dalla rimessa, tirato e segnato. Impossibile però che ci sia riuscita in mezzo secondo appena. Invece gli arbitri hanno convalidato il canestro».
«Abbiamo chiesto di rivedere in video l’azione, ma ci è stato negato. Così ci siamo rifiutate di riprendere il gioco e di giocare il tempo supplementare». Per questo è scattata la dura sanzione ai danni del coach e delle cestiste dell’Heilongjiang Chenneng, mentre la squadra è stata esclusa dal campionato per il resto della stagione. Ma, si chiede la Yacoubou, sarebbe successo se la squadra avversaria non fosse stata il Bayi Club, il team dell’Esercito?