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 2014  novembre 26 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Cavaliere, si decida. O sta con Matteo Renzi o no. O si fa padre delle riforme o no. Non resti a bagnarsi fino alla cintola in mezzo al guado. È un esercizio pericoloso, è la via del mezzo detestata da Machiavelli. Giuliano Ferrara. il Foglio.

Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato elezioni. Jena. la Stampa.

Renzi e il risultato delle Regionali: «Avanti così». E presto sarà tutto finito. Spinoza. Il Fatto.

Giocava con una pistola giocattolo ma gli hanno sparato lo stesso, a Fitto. Il Foglio.

Alla Ferrari, Marchionne caccia il ds Mattacci e mette Arrivamebene al suo posto. Oddio, Arrivaprima era meglio. MF.

I vecchi comunisti emiliani erano storicamente visti, dal vertice romano del partito come «risorse» che però era meglio che restassero a casa loro. E oggi la tendenza non è certo cambiata. Stefano Bonaccini neo presidente della Regione Emilia Romagna. Corsera.

Il peggio per Laura Boldrini è quando tenta di arrampicarsi nei cieli ventosi della teoria economica: «Invece di concentrarci sull’art. 18, dovremmo avere più coraggio e spostare il focus di un modello di sviluppo alternativo». E dove trovarlo se non nelle lande incantate della decrescita felice, vagamente tosco-polpottiana? «Penso», insiste la Boldrini, «a una economia non rapace, che tuteli ambiente e territorio e investa in ricerca e innovazione». Vi sembra di averle già sentite? Sì, sono bellurie da talk show. Il Foglio.

Nel dopocena, mentre i convenuti chiacchieravano, il cane bassotto di Reichlin mostrò subito di apprezzare le scarpe di D’Alema. Le annusò e poi cominciò ad accarezzarle con il muso. A D’Alema quelle affettuosità non piacquero per niente. Dapprima trattò il bassotto come se fosse un giornalista: «Questo non è un cane. Un vero cane è il mio labrador Lulù». Poi intimò a Reichlin: «Levamelo dai piedi! Mi rovina le scarpe che costano un milione e mezzo». Stiamo parlando di lire poiché l’euro non l’avevamo ancora inventato. Comunque i presenti fecero tanto d’occhi: «Un milione e mezzo per un paio di scarpe?». D’Alema alzò le spalle: «Certo, me le ha fabbricate su misura un calzolaio calabrese che mi ha segnalato il compagno Marco Minniti». Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli.

Dodici pediatri toscani sono in carcere con l’accusa di avere indotto le pazienti ad abbandonare l’allattamento al seno per quello artificiale. Alla base del cambio di prescrizione, una ricetta medica irresistibile: viaggi, telefonini e computer offerti dall’azienda produttrice del latte in polvere. Eppure uno immagina che all’inizio della carriera anche quei pediatri abbiano sentito il brivido di una missione due volte sacra. Erano medici, e medici di bambini. La prosa della vita ridimensiona gli ideali, ma non intacca il prestigio del ruolo né lo stipendio, significativo. Due degli arrestati sono addirittura primari e uno, Roberto Bernardini, è presidente dell’associazione italiana di immunologia. Se le accuse saranno provate, ci si chiede come possano avere tradito se stessi, e la fiducia di chi ne riponeva in loro, per un weekend a Maiorca tutto compreso. Esiste un solo dato consolante in questa storia: nessuno dei pediatri coinvolti è una donna. Vorrà pure dire qualcosa. Massimo Gramellini. La Stampa.

La sonda Rosetta ha viaggiato nel sistema solare per 500 milioni di chilometri, per dieci anni, inseguendo la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko nella sua orbita attorno al Sole. Poi dalla sonda si è staccato il lander, o navicella, Philae, e sono state ore trepidanti: avrebbe saputo, quel congegno non più grande di una lavatrice, 100 chili di peso (meno che un pulviscolo nella immensità dell’universo) posarsi sulla scoscesa superficie di 67/P? E delicatamente, abbastanza per non incrinare i suoi delicati congegni, e quindi rilevare dati e trasmetterli alla Terra? Guardando le foto di quel minuscolo ragno bianco nel nero dello spazio, pareva una pretesa assurda inseguire la folle corsa di una cometa, e catturarla. È successo: alle 16.35 ora italiana Philae ha «toccato», alle 17.02, tramite la sonda madre è rimbalzato sulla Terra il primo flebile «bip». Allora all’Esa, l’Agenzia spaziale europea con sede a Darmstadt, è esploso l’applauso: dieci anni di pellegrinaggio dietro a un corpo spaziale piccolissimo, 4 chilometri di diametro al massimo, felicemente conclusi con un prodigioso atterraggio. Marina Corradi. Avvenire. it.

Di ritorno dalla prigionia in Germania sono arrivato alla stazione di Santarcangelo una mattina d’agosto del 1945. Era domenica. Credevano fossi morto. Per non spaventare mio padre e mia madre ho impiegato un giorno a percorrere il chilometro che c’era tra la stazione e la nostra casa d’allora. Seduto sulla sponda di un fosso mandavo qualcuno a casa ad avvertire che c’erano in altitalia ancora dei prigionieri che tornavano. Nel pomeriggio ho deciso di farmi vivo. Mio padre mi aspettava sulla porta di casa. Non ci eravamo mai dati né baci, né strette di mano; appena dei segni. Mi fermo a quattro metri da lui per non metterlo in imbarazzo. Il babbo mi guarda a lungo stringendo il mezzo toscano in bocca, poi toglie il sigaro spento e mi chiede: «Hai mangiato?». «Moltissimo», rispondo. Lui se ne va indaffarato verso il paese, senza girarsi neanche più indietro. Quando più tardi, circondato da parenti e paesani, siedo nella camera che chiamavamo «la saletta» arriva un uomo con una piccola valigia in mano. «Cerca qualcuno?», gli chiedo. «Sono il barbiere. Suo padre mi ha detto che devo fargli la barba». Mi tocco il viso e mi accorgo di avere la faccia con la barba di due giorni. Tonino Guerra in Rita Giannini, Tonino Guerra. Veronelli editore.

Il Caucaso non fu solo la prima terra conosciuta da Adamo e Eva dopo la cacciata dal Paradiso, esso fu anche il luogo dove, col sudore della fronte, l’uomo coltivò, per la prima volta, i tre cibi sacri: il pane, l’olio e il vino. A lungo vagò per terre ignote e ostili, piangendo la felicità perduta. Per sopravvivere era costretto a cacciare, pescare, assaggiare le bacche per sapere quali raccogliere quando erano mature. Molto tempo dopo, i loro discendenti si fermarono nelle lande fertili della Mesopotamia bagnate dai due fiumi biblici, il Tigri e l’Eufrate e cominciarono, lì, a coltivare il grano. Piera Graffer, La maliarda. LoGisma.

Ho di me una tale stima che, quando mi lodo, nemmeno arrossisco. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 26/11/2014