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 2014  novembre 26 Mercoledì calendario

PANCALLI: «ROMA 2024? CON ZANARDI E NELLE SCUOLE»

«Il prestito è finito. Torno allo sport a tempo pieno». Luca Pancalli ufficializza le sue dimissioni irrevocabili da assessore allo sport e agli stili di vita di Roma Capitale. Il presidente del Comitato Paralimpico si era sdoppiato in questi mesi. Forse dovrà continuare a farlo visto che Roma 2024 sta scaldando i motori e il presidente del Coni vuole che a guidare la macchina ci sia anche lui.
Pancalli vittima del rimpasto?
«Ho cominciato e finito con spirito di servizio. Il passo indietro è quasi fisiologico: quando la partita diventa più politica, non è la mia partita. Prima vengono le istituzioni, dopo le persone».
Ha sciolto la riserva, allora.
«Sì, venerdì saluterò i dipendenti e il Sindaco».
La aspetta Roma 2024.
«Un momento. Intanto Roma 2024 è una possibilità, tutta da verificare. Ringrazio il presidente Malagò per le parole che ha detto su di me come “primo tassello” della candidatura. Se dovesse servire, ci sarò. Anche perché dirgli di no per la seconda volta sarebbe diabolico... Battute a parte, la mia scelta prescinde da Roma 2024, non lascio per una poltrona più bella».
Va bene, cominciamo il viaggio da «possibilità» a realtà.
«Intanto bisogna capire di che cosa parliamo. L’idea di Olimpiadi e Paralimpiadi dal 2024 potrebbe cambiare, soprattutto sotto il profilo di una candidatura di tutto il Paese, e non di una sola città».
Il Cio è pronto alla rivoluzione.
«Se la fa, cambiano tante cose. La sfida è sempre complicata e difficile, ma più percorribile».
Anche per un Paese malandato come il nostro?
«Le Olimpiadi potrebbero essere una grande possibilità per esprimere delle energie. Soprattutto sciogliere i tanti lacci e lacciuoli che imbrogliano la nostra voglia di fare, naturalmente osservando la massima trasparenza».
Ma c’è chi è caduto a picco dopo le Olimpiadi...
«Lo sbaglio di Atene, e non solo, è che il grande evento non deve essere fine a se stesso. O si capisce ciò che è veramente utile per le città anche dopo, oppure meglio concepire impianti provvisori, smantellandoli dopo le gare».
Roma 2020 fu bloccata dal no di Monti. Ma anche da un’operazione troppo legata ai soliti volti.
«Ma il modello gestionale sarà diverso con le nuove regole. Io condivido l’idea di Malagò: proviamo a fare le Olimpiadi con fondi solo privati».
Facendo una battuta: cinque operazioni modello stadio della Roma e siamo a posto?
«I privati sono decisivi. É una sfida per gli imprenditori: sempre rispettando trasparenza, rigore, bilancio».
Ci vorrebbe anche un super testimonial. E se il David Beckham, il volto della candidatura di Londra 2012, di Roma 2024, fosse un campione paralimpico?
«Magari! Pensate ad Alex Zanardi? Sarebbe un nome perfetto».
Ma oggi, nel 2014, a che cosa servono le Olimpiadi per una città e un Paese?
«A mettere in modo un meccanismo virtuoso che produca cultura sportiva. L’Olimpiade deve cominciare a vivere nelle scuole. Io credo che Renzi e Malagò abbiano la forza per lanciare questo tipo di progetto».
Un nuovo «Inspire a Generation», come a Londra 2012.
«Penso ai manifesti di quei giorni, con i paralimpici che dicevano grazie agli olimpici perché “state riscaldando un’atmosfera”».
Però resta il dubbio che le Olimpiadi siano una specie di «doping» o di grande illusione per fare delle cose che nella quotidianità sono impossibili. Anche lei, nella sua esperienza di assessore, lo ha potuto constatare.
«Ho imparato molto in questi mesi da questa esperienza e ringrazio per questo il sindaco Marino. Abbiamo fatto tante cose, forse piccole, forse senza comunicarle abbastanza, a fari spenti, perché questo è il mio carattere ed è sempre stato il mio stile. Per esempio, abbiamo chiesto ai grandi eventi di investire nelle periferie».
Faccia qualche esempio.
«La Granfondo di ciclismo ristrutturerà un playground a Ostia, faranno lo stesso in altri quartieri la Maratona, il concorso di piazza di Siena, il Sei Nazioni di rugby...L’impegno è di costruire opportunità dove non ci sono. Sperando che giovani immigrati e italiani possano giocarci insieme. Davanti a un pallone, certi muri cadono»
I Giochi sotto casa.
«Cercando di intrecciare grandi eventi e cultura sportiva. Anche questo è un’Olimpiade».