Fulmini 25/11/2014, 25 novembre 2014
GUERRA
«Gli scacchi non sono un’arte, ma piuttosto una guerra: io devo cercare di superare chi mi sta di fronte, di scegliere le mosse che possono fargli più male. Certo, qualche volta una partita può avere splendide sfumature artistiche, ma sinceramente non è il mio obiettivo» (Magnus Carlsen).
OCCHI «Quando sono salito in macchina, hanno acceso il motore e ho visto le facce dei meccanici con gli occhi che luccicavano. È stato l’attimo più emozionante e allo stesso più difficile, ho faticato a mettere la prima marcia e ad andare» (Fernando Alonso e la sua ultima gara in Ferrari).
SUCCESSO «In F1 ci sono due tipi di scuderie: quelle che competono per il successo e quelle che gareggiano. Per far parte delle prime devi garantirti il miglior motore della Casa. Come Mercedes, Ferrari e la Red Bull, che lavora a stretto contatto con la Renault. Noi lo siamo stati sino a quando i tedeschi hanno deciso di farsi un team tutto loro» (Ron Dennis, presidente e amministratore delegato del Gruppo McLaren).
ELETTROCARDIOGRAMMA «Ha presente il tracciato di un elettrocardiogramma? Su e giù, il battito del cuore è così, la vita è così, anche quella dei club di calcio. Milan e Inter torneranno al top, ma devono cominciare da questo» (Andriy Shevchenko).
FACCIA «Le persone dicono che sono svogliato, che ho un brutto carattere. Ma questa è la mia faccia, il mio atteggiamento» (Mattia Destro).
STORIE «Sono uno che va dove credono in lui, che non fa storie, che prova ad adattarsi e a integrarsi rapidamente. Nel 2013 a Grosseto giocavo in B di fronte a 1.000 spettatori, un anno fa ero a Stamford Bridge contro il Chelsea di Mourinho con la Steaua, ora ho affrontato il Madrid campione d’Europa in uno stadio da 5.000 persone rappresentando un paese da 27.000 abitanti» (Federico Piovaccari, attaccante finito a giocare nella Liga, all’Eibar).
BROCCHI «Non potevamo essere diventati improvvisamente dei brocchi, come il tour estivo aveva fatto apparire, nel gioco e non solo nei risultati. C’era la consapevolezza di dover ricominciare, ripartire, ritornare. Ci siamo ritrovati. Lavorando. Un mese insieme, prima nei raduni, poi nei test, ci ha aiutato a rinsaldare il gruppo, la squadra, lo spirito, il gioco» (Leonardo Ghiraldini dopo il match della scorsa settimana della Nazionale contro il Sudafrica).