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 2014  novembre 09 Domenica calendario

FEDE, AMORI E BUGIE IL MISTERIOSO TRIANGOLO DELLA DONNA SPARITA

Arezzo
Nel ritmico, ostinato sferragliare di un camioncino sgangherato, le parole di Mirco Alessandrini si perdono col suo impaccio: «Riportatemi mi’ moglie, ne ho bisogno io, ne ha bisogno mio figlio». Però lei non è andata via. Lei è sparita, anche se il suo frate, Gratien Alabi, di origine congolese, con cui s’era scambiata 4mila telefonate e messaggi negli ultimi mesi, dice che si era invaghita di lui, ma niente di più, «perché io non avevo dato seguito a questa cosa», e che forse se n’è voluta andare.
Nel gran calderone delle donne scomparse, la storia di Guerrina Piscaglia, moglie delusa e madre dolente di un figlio disabile, oltre che signora di fede invaghita del suo parroco, è la più strana di tutte, paradigma della nostra provincia dimenticata, con i suoi peccati nascosti e i suoi intrecci fantasiosi. Guerrina è svanita dalla sacrestia di questa chiesa affogata fra i boschi che coprono le stradine di Ca’ Raffaello a Badia Tedalda, Arezzo, il primo maggio alle ore 17 e 30, dopo aver lasciato confusi messaggi alla suocera che forse non ha scritto lei e una scia di voci e sospetti.
A sei mesi e mezzo da allora, c’è il frate indagato, per favoreggiamento in sequestro di persona o omicidio, oltre al marito denunciato per falsa testimonianza. Ma perché il sacerdote avrebbe voluto far sparire la donna? E perché il marito si è inventato un personaggio incredibile, un ambulante marocchino che batte i paesi con un’auto gialla, che Guerrina avrebbe incontrato prima di far perdere le sue tracce, e poi confessa di avere, lui, un’amica rumena a cui ha mandato dei soldi per farla venire in Italia? E perchè, poi, i due sono sempre insieme, il giorno della scomparsa, e poi a far tardi in un bar davanti a una birra, come raccontano dei testimoni, e ancora dopo, nelle dichiarazioni che rilasciano e nelle storie immaginarie che riempiono i misteri di Guerrina?
La verità è che, dietro alle scansioni lente e alla pace immaginaria di questo paesino, sembrano nascondersi sempre le stesse tragedie e le sue vite dissimulate, molto diverse da quelle che appaiono. Guerrina ha un matrimonio faticoso, perché il figlio Lorenzo richiede molte attenzioni e il marito non è troppo presente. Bazzica bar e parrocchia con la stessa passione. Lei trova conforto nella religione. E’ una donna sciatta, rotondetta, i capelli corti, incolori e spettinati, aperti sulla fronte. All’improvviso cambia. Un caschetto nero, occhi truccati, labbra rosse, un po’ più magra. In paese fanno presto a mormorare: la vedono sempre assieme al nuovo sacerdote, il frate congolese Gratien Alabi che qui chiamano Graziano, e pensano a una storia fra di loro. Lei è tutti i giorni in parrocchia, e se non ci va ci parla al telefono. Il primo maggio esce di casa per andare in chiesa. E sparisce. L’ex postino del paese sostiene di averla vista «aspettare qualcuno in un sentiero nei pressi della canonica». Secondo altri il frate sarebbe stato visto fare la stessa strada dopo di lei. Gratien Alabi e il marito devono andare a officiare un funerale a Sestino. Primo mistero: arrivano insieme con mezz’ora di ritardo. Perché? «Siamo tornati indietro a prendere un libro per la Messa», dice Mirco. Doveva esserci anche lei a Sestino, ma non c’è. Ed è questo il secondo mistero: da lì parte un messaggio dal suo cellulare diretto (per sbaglio) a un prete nigeriano, amico di Gratien, che lei non poteva conoscere: diceva che doveva smettere «di parlare male di un uomo di chiesa».
Alla sera, arrivano altri 3 messaggi alla suocera. Guerrina dice che è stanca di suo marito. Solo che i carabinieri sospettano che siano falsi. A questo punto Mirco e il frate denunciano la scomparsa. Lasciano intendere che lei sia scappata. La sera prima c’era stata pure la cena con quel fantomatico marocchino, che in paese nessuno si ricorda di aver mai visto e di cui il marito non ricorda neppure il nome. Il fatto è che ogni volta che viene sentito, lui rilascia dichiarazioni sconclusionate e spesso inattendibili. E’ in questo marasma che i carabinieri cominciano le indagini. Loro fanno un gran lavoro, setacciano boschi e anfratti e i Ris portano via dalla canonica 4 tracce biologiche sulle pareti e sul divano. Ma di lei nessuna traccia. Guerrina è come un fantasma che aleggia sulle vite che restano, sui loro ritmi immutabili, su queste facce ferme nel tempo che un giorno qualcuno è venuto a portare via.
Pierangelo Sapegno, La Stampa 9/11/2014