Aldo Cazzullo, Io Donna 22/9/2014 18/10/2014, 22 settembre 2014
ALBA ESANGUE
«Oggi se fai l’attore, ma non sei depresso, non vai dallo psicanalista, non ti dai un tono o non hai drammi intellettuali, non sei nessuno» dice la grande Virna Lisi in un’intervista a Malcom Pagani e Fabrizio Corallo. Magari la Lisi non ci pensava; ma viene in mente inevitabilmente Alba Rohrwacher, giudicata la migliore attrice all’ultimo Festival di Venezia. Resta da capire come possa il pubblico appassionarsi a una donna non bella, non generosa, ma almeno all’apparenza ossuta, nevrotica: una versione anoressica di Margherita Buy. Spero sia chiaro che non ho nulla contro la Rohrwacher; solo, penso che a un attore si chieda di diventare altro da se stesso; e mi inquieta quel che la pallida Alba simboleggia. La sua ascesa mi pare indicativa di un Paese senza sangue, senza carne, senza naso avrebbe detto Rostand. Insomma, dell’Italia di oggi. «Sapete cosa mi manca?» chiede ai lettori Virna Lisi. «La febbre di fine anni ’50, la spensieratezza gioiosa dei ’60. Non avete idea di quanto tutto fosse più bello». Forse rimpiangere è sbagliato; di sicuro lo è compiangersi, e infliggersi penitenze.