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 2014  ottobre 22 Mercoledì calendario

SCIOPERI CERTO, MA ALLA TEDESCA

da Berlino
Ho assistito a un evento storico, la caduta del Muro di Berlino, ma non ho mai visto uno sciopero in Germania, scrissi parecchi anni fa. Sono stato accontentato, ora uno Streik, sciopero, a casa di Frau Angela non fa più notizia, o quasi. La settimana scorsa hanno scioperato i macchinisti della Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche, ieri hanno scioperato i piloti della Lufthansa, cancellando quasi tutti i voli a medio e lungo raggio.
E subito in Italia e in Europa si gongola, ecco gli effetti della crisi che comincia a farsi sentire anche in Germania, arrogante prima della classe. Schadenfreude, la gioia per i guai degli altri, che ho dovuto già citare troppe volte.
Le agitazioni sindacali con la crisi, vera o presunta, non c’entrano niente. Magari fossimo in crisi come i tedeschi, si tratta di un rallentamento, ma continuano a incrementare il pil, sia pure meno del previsto, anche a causa delle sanzioni volute da Obama contro la Russia, a causa dell’Ucraina. Però è vero che cominciano a preoccuparsi. Le ferrovie avevano scioperato già qualche anno fa, e i piloti sono arrivati alla loro decima astensione. Le cause sono altre. Ma i tedeschi sono estremamente sensibili. E già qualcuno comincia a citare Weimar.
In un lontano passato, per gli scioperi si parlava di Italienische Krankheit, il male italiano. Stanno per essere contagiati? Il 70% dei tedeschi, secondo un sondaggio della solita popolare Bild Zeitung (13 milioni di lettori), giudica male gli scioperanti. I piloti sono una categoria privilegiata, un Kapitän con una quindicina d’anni di anzianità arriva a 225 mila euro lordi all’anno, al netto tuttavia neanche la metà, alle tasse vanno aggiunte le trattenute previdenziali. I 18 mila Lokführer, i macchinisti dei treni, sono invece sottopagati, appena 2.700 euro lordi, meno di 2 mila al netto, gli straordinari non superano i 300 euro. E guidare un Ice, il treno superveloce da 300 all’ora, con centinaia di passeggeri a bordo, non comporta meno professionalità di chi siede in cabina di un Airbus. Però chiedono il 5 per cento di aumento, e la Deutsche Bahn ha detto di sì ma in due anni.
Perché ostinarsi? In realtà è una lotta tra sindacati. Il Gdl, che rappresenta buona parte dei macchinisti, vuole imporsi sul più potente Evg che tutela buona parte degli altri 300 mila dipendenti delle ferrovie. E questo non piace ai tedeschi. Inoltre il capo del Gdl è Claus Weselsky, 55 anni, nato a Dresda, nell’altra Germania, che riusciva a fare il sindacalista - sia pure simbolicamente - perfino negli ultimi giorni della scomparsa Ddr. Un comunista? Inoltre si sono dimostrati perfidi scioperando nei giorni in cui in undici Länder, le regioni, si stava per andare o per tornare dalle vacanze della cosiddetta estate indiana, cioè in ottobre. Qui le scuole fanno vacanze a ripetizione, tanto per smentire un altro pregiudizio, questa volta sul nostro sistema scolastico.
Uno Streik rimane sempre diverso da uno sciopero. Tutti gli utenti sono stati avvertiti per tempo, avevano il modo di correre ai ripari. Tra l’altro in Germania, da qualche tempo, le linee private di pullman offrono collegamenti in tutto il paese, a prezzi che sono un quinto rispetto alle ferrovie. Chi aveva già pagato il biglietto sarà rimborsato in tempi brevissimi.
Per dichiarare uno sciopero, il sindacato deve indire una votazione tra gli iscritti e ottenere il 75 per cento di «sì», e dopo tentare un compromesso chiamando in aiuto un mediatore estraneo alle parti.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 22/10/2014