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 2014  ottobre 21 Martedì calendario

IL MITO FRAGILE DI TUTANKHAMON

Il mito di Tutankhamon è stato di nuovo messo alla prova da un’autopsia virtuale, impietosa nei risultati. Ma è difficile immaginare che il fascino e il mistero del giovane e più celebre faraone egizio ne siano intaccati. Non basteranno certo le duemila scannerizzazioni computerizzate effettuate negli ultimi mesi sul suo corpo mummificato dalle quali gli specialisti hanno ricostruito un identikit ben diverso da quello finora noto.
Il suo volto aveva labbra effeminate, i suoi denti erano «da cavallo» e il piede sinistro era «equino», conseguenza di una deformazione congenita. Ciò spiegherebbe, forse, anche i circa 130 bastoni trovati nella sua tomba. A modificare l’immagine sono gli specialisti dell’American University del Cairo. «La nostra indagine — ha raccontato ai giornalisti il radiologo Ashraf Selim — mostra come il faraone avesse piedi divergenti. E quando camminava era pesantemente claudicante».
Tutankhamon salì al trono all’età di 10 anni e la sua vita fu come il bagliore di una meteora concludendosi appena raggiunti i 18 anni. Il mito e le osservazioni compiute in passato avevano fatto pensare che la scomparsa fosse stata causa di un incidente occorso durante una competizione con una biga. Si era detto della frattura del femore scatenante un’infezione fulminante e, in seguito, era emersa pure la causa della malaria, di cui soffriva. Ora, invece, gli specialisti sono più inclini a pensare ad alterazioni genetiche, malefico frutto degli incesti familiari che duravano da generazioni. Il padre Akhenaton e la madre del faraone erano ad esempio fratello e sorella. Tutankhamon ereditò un immenso regno e le sue scelte sconvolsero perché spostò la capitale, ripristinò la vecchia religione restituendo i privilegi ai sacerdoti. Non a caso tra le ipotesi della sua morte c’era anche quella di un assassinio politico.
Il mito del faraone della XVIII dinastia, nato ad Amarna nel 1341 avanti Cristo, è esploso nel novembre 1922 quando il gruppo dell’egittologo britannico Howard Carter finanziato da George Herbert, quinto conte di Carnarvon, scopriva nella Valle dei re la tomba di Tutankhamon. La sua maschera di 12 chilogrammi d’oro tappezzata di pietre preziose mostrava lineamenti perfetti e affascinanti come le storie che da quel momento lo avvolsero stretto analogamente alle bende che ne avevano preservato il corpo per millenni.
Nel 2005 il direttore del Supremo consiglio di antichità egiziane alla guida di un commissione scientifica per trovare risposta al mistero della morte ordinava una Tac da farsi con un’apparecchiatura donata dal National Geographic Magazine . Così, per la prima volta, apparvero il volto e il corpo del faraone e si scoprì, tra l’altro, che il suo cranio era vuoto.
I risultati furono sottoposti anche a due medici italiani i quali escludevano una morte lenta come era stato ipotizzato dopo una radiografia eseguita nel 1968. Poi arrivarono le indagini sul Dna. Adesso i nuovi scandagli rivelano altri dettagli del volto del faraone i cui segni del dolore aumentano ancor di più fascino e mito.
Giovanni Caprara, Corriere della Sera 21/10/2014