Franco Bechis, Libero 21/10/2014, 21 ottobre 2014
QUATTROMILA FURTI SOLO IN STAZIONE: ROMA IN MANO AI CRIMINALI STRANIERI
Questa volta non era un trolley di un turista, né un portafoglio o una borsetta strappata al volo. Dumitru (il nome è di fantasia) ieri mattina aveva voglia di farsi una scorpacciata di parmigiano. È entrato al supermercato Despar interno alla stazione Termini di Roma e se ne è portato via per oltre 100 euro. La vigilanza se ne è accorta, (...) :::segue dalla prima FRANCO BECHIS (...) ha fermato Dumitru, sono arrivati gli agenti della polizia ferroviaria. Lo conoscevano bene, e hanno scelto di non fermarlo: è malato di Aids «conclamato», per cui hanno chiamato il 118 e l’hanno portato via in ospedale. Questa mattina sarà probabilmente già fuori, e nei prossimi giorni sarà di nuovo dalle parti di Termini, o magari vicino a qualche altra stazione per fare incetta di borsette, portafogli, catenine e se quel giorno vorrà, anche parmigiano o prosciutto. È normale. Come il sorgere del sole. Entro al supermercato, il responsabile non c’è. Gli altri mi guardano come fossi matto: «E a lei sembra una notizia un furto di questo tipo? È la regola quotidiana, perché le interessa?». Sono circa 4mila ogni anno le denunce fatte dai viaggiatori e dai frequentatori della stazione Termini agli uffici della Polfer lungo il primo binario. Riguardano quasi sempre gli immigrati irregolari che gironzolano indisturbati fra i binari o nel piazzale della stazione. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di rumeni, poi ci sono zingari di varie etnie, asiatici, africani. Nell’ultimo anno ne hanno arrestati 200, ma la cifra è in difetto, perchè la polizia ferroviaria ha confini precisi oltre i quali non può andare. E tutto intorno alla stazione Termini la musica è la stessa. Anche peggio. Con un’escalation notevole di crimini commessi e denunciati sia nel 2013 rispetto al 2012, sia nei primi mesi del 2014 dove fatti anche clamorosi sono balzati all’onore delle cronache. Partiva da qui ad esempio il trenino (più simile a una tramvia) destinato al quartiere periferico di Giardinetti su cui l’altra sera un egiziano ha rapinato dello stipendio (1.200 euro) appena incassato un suo connazionale, tagliandogli la giugulare di netto con i cocci di una bottiglia di vetro. Ne è nata una rissa, e per poco non rischiava la giugulare l’autista del trenino-tramvia, che dipende dall’Atac, l’azienda romana di trasporto locale cui è affidata la gestione di quella linea periferica. Il povero autista si è salvato, schivando i cocci di bottiglia impugnati contro di lui, ma è stato fortunato: perchè decine di altri suoi colleghi e colleghe (autisti e controllori) negli ultimi due mesi non possono dire la stessa cosa. Si sono presi botte, sono stati feriti, una di loro ha rischiato di essere violentata, sono diventati la nuova emergenza della Capitale. Quasi sempre (le eccezioni ci sono pure) sono stati immigrati, anche profughi dell’ultima ora smistati in giro per l’Italia dopo l’arrivo dei soliti barconi. C’è un quartiere periferico - Corcolle - dove è capitato uno dei casi più gravi, che è da settimane in agitazione, chiede di spostare da lì i campi profughi come altre volte è capitato con quelli rom. Organizza ronde per difendere gli autisti dell’Atac. Non muove un dito il sindaco di Roma, Ignazio Marino. E anche il ministero dell’Interno sembra sottovalutare il caso. Eppure dovrebbe essere chiaro anche a loro che Roma è diventata sempre più una città violenta. I dati ufficiali a consuntivo sono quelli di fine 2013. Crimini denunciati aumentati oltre il 4%. Quelli della piccola criminalità dilagano: rapine in pubblica via aumentate del 9,42%, furti con strappo del 18,38%, furti in esercizi commerciali del 10,39%, furti con destrezza lievitati di quasi un terzo: +28%. La casbah di Termini è la chiave di quello che sta accadendo. La polizia ferroviaria fa quel che può: ha 150 uomini in stazione, ma non bastano. Una decina di loro deve battere il piazzale antistante la stazione, pensando ai tassisti abusivi che spesso estorcono cifre da capogiro a ignari turisti stranieri. Decine di loro sono impegnati a salire su alcuni treni particolari facendo da scorta ai passeggeri. Gran parte dei reati denunciati avvengono sulla tratta Roma-Nettuno. Più che un treno quello è il territorio di scorribande preferito dai rom. Se sali su quella tratta puoi stare certo che scendi molto più leggero. Una corsa ogni tanto la riempono di agenti di polizia, ma i rom si passano parola e quella volta non salgono. Lo fanno solo quando sono sicuri di non essere pizzicati. Fino a qualche tempo fa scorrazzavano da quelle parti anche gli zingari bosniaci: ne hanno arrestati 81, più volte denunciati. Sono usciti tutti, ma non sono più tornati lì. Fanno i pendolari: il mattino presto salgono sui treni e vanno a Milano, a scorrazzare in stazione Centrale. A Termini si sono dati il cambio con i rumeni: ora presidiano loro. Mandano avanti minori, di solito ragazzine con l’adulto che vigila a pochi passi. Estorcono soldi ai turisti davanti alle biglietterie, facendo finta di dare una mano con le macchine automatiche. Poi scendono nella stazione della metropolitana dove puntano un malcapitato e in coppia gli sfilano il portafogli grazie alla calca che c’è sempre sui treni. Accade a tutte le ore, e hanno stretto un patto anche con i barboni che fanno il palo emettendo gridolini di avviso se arriva qualche vigilante o poliziotto. È il biglietto da visita della capitale, signori.
Franco Bechis, Libero 21/10/2014