Maria Accettura, DLui, la Repubblica 18/10/2014, 18 ottobre 2014
QUANTO MI AMO
Grazie ai social network e in ascesa rampante. Casi silenti che, immediatamente, diventano conclamati. Ma il narcisismo e un disordine della personalità di cui tutti, più o meno, siamo affetti. Ne è convinto Jeffrey Kluger, giornalista di Time-e narciso dichiarato – che ha pubblicato in Usa The Narcissist Next Dorr: Understanding The Monster In your Family, in your Office, In Your Bed – in Your World, studio a 360 gradi sul narciso della porta accanto. Come riconoscerlo? «I tratti distintivi dei narcisisti sono essenzialmente tre», dice, «la grandiosità, credere cioè di essere più dotali del normale; pensare di avere un diritto acquisito a ricevere attenzione; infine la mancanza di empatia». Un fattore cruciale, quest’ultimo, perché se nella maggior parte di noi l’empatia agisce da freno, i narcisisti, essendone privi, sono senza controllo.
E inutile farsi illusioni. Il narcisismo non è solo la malattia della nostra epoca, ma uno dei tratti più inestinguibili dell’umanità. In primo luogo perché, «a differenza di altri disturbi come le fobie è egosintonico: tu funzioni, non vuoi liberartene, come nel caso dell’ansia. Piuttosto credi di essere migliore degli altri. Il problema non è tuo ma di chi non ti capisce». Finché uno la pensa così non va certo dallo psicanalista». Il narcisista poi si stufa presto del medico, la sua missione e continuare a creare il caos nella sua vita e in quella di chi lo frequenta. Un tratto che ha la caratteristica innata di replicarsi all’infinito, molto più di altri. Perché i narcisisti – soprattutto uomini – hanno molte più probabilità della media di fare sesso con chi e quante volte vogliono. Pensate a James Bond, per certi versi l’epitome dell’uomo di successo, machiavellico e in cerca cosante di eccitazione. Non perde un colpo: è impossibile resistergli. Gli arroganti egoisti quindi hanno molta più probabilità di creare dinastie di altri piccoli arroganti egoisti – vuoi attraverso i geni, vuoi attraverso l’esempio. Ma c’è un tipo di narcisismo sano? Secondo Kluger sì: quello che «energizza e motiva, ci rende creativi, ci fa apprezzare il riconoscimento senza ubriacarci. E questo può avere effetti benefici».
Il livello di narcisismo che ci spinge a farci avanti con sicurezza ed esporre le nostre idee in modo carismatico può aiutarci nella vita. Steve Jobs, col suo caratteraccio ha realizzato grandi cose. Bill Clinton, caso di narcisismo autodistruttivo, sapeva incantare le platee, tanto che gli americani sono riusciti a perdonargli lo scandalo Lewinsky. Poi c’é quello distruttivo. Kluger menziona Lyndon Johnson e la sua incapacità di tirarsi indietro sulla questione del Vietnam per non essere «il primo presidente americano a perdere la guerra». Con conseguenze meno disastrose, c’è la popstar Justin Bieber: impossibile distogliere gli occhi da lui, è come assistere in diretta a una “catastrofe annunciata”. Tutti ottimi esempi di persone che non riescono a tenere i propri demoni a bada.
Kluger cita un aneddoto su Bieber: la visita alla casa di Anne Frank, Amsterdam. Bieber si comporta bene per lutto il tour, ma alla fine non si trattiene dal firmare il libro degli ospiti, così: «Anne era una ragazza meravigliosa. Magari fosse stata una Bieleber» (gioco di parole ira “credente” e fan di Bieber).