Patrizia Albanese, Il Secolo XIX 18/10/2014, 18 ottobre 2014
ADDIO AL BANDITORE, SIMBOLO DI UN’ITALIA CHE NON C’È PIÙ
«UNA perfetta sintesi di Don Camillo e Totò». Tradotto; amatissimo. Da almeno tre generazioni di Casalbordino. Che tra i ricordi più dolci – e divertenti – si porteranno la voce stentorea di quest’omino esile e piccino chiamato nel 1967 a far da “banditore”. L’ultimo, del paesetto in provincia di Chieti. L’Amerigo Bucciarelli se n’è andato l’altro giorno a 83 anni. E con lui un mestiere antico di un’Italia che non c’è più. E mica soltanto perché ora c’è internet e corre tutto on line. Semplicemente perché è proprio un’altra vita. Non si annuncia più la «macellazione di agnelli nostrani per Pasqua a prezzo speciale» o la vendita di buone cose di pessimo gusto. Come quel comò che fece ridere per giorni l’intero paese. Con l’Amerigo che trascinando il suo carretto «a trazione umana», facendosi precedere dai tre squilli di trombetta d’ottone declamava a gran voce: «Si vende un comò di noce bellissimo». Rispondendo altrettanto rapido e deciso al bullo che se lo prendeva in giro: «Un comò di noce come quello di tua madreee». Insomma, uno spasso. Che almeno per un po’ faceva dimenticare la miseria nera e le preoccupazioni quotidiane.
«Ce ne dovremmo ricordare quando arrivano le ondate di migranti – rammenta il sindaco Remo Bollo – Sono com’eravamo noi, cinquant’anni fa...». All’epoca, gli analfabeti eran tanti e ciò che non si sapeva o poteva leggere, lo raccontava il banditore. L’Amerigo. Che aveva iniziato come guardiano al camposanto, rimediando pure qualcosa da metter sotto i denti. Già perché «quando i parenti lasciavano cibo per i defunti» racconta incredibilmente Bollo «Amerigo giustamente ne approfittava». Poi passò di grado: spazzino. E poiché «la moglie gli morì giovanissima, lasciandolo con due figli piccoli da tirar su» lui arrotondava con un secondo lavoro: banditore. «Anticipando tutti gli orari, per poter anche svegliare i bambini e sistemarli per la scuola prima di riprendere a lavorare fino a sera».
Uno dei sei vigili di Casalbordino, Sergio Tullio Rocco, severo al punto da multare pure qualche primo cittadino del passato, se lo ricorda benissimo: «In cima alla strada principale, a tutte le ore c’era lui con berretto, trombetta e carrettino a trazione umana coi bidoncini dell’immondizia». Praticamente un e-Bay in carne (poca) e ossa, che pubblicizzava qualsiasi genere: carne, pesce, mobili, olio, vino. Purché in offerta speciale. Tranne, ovviamente, si trattasse di ordinanze comunali, che magari annunciavano l’interruzione dell’acqua per lavori: «Meglio dei manifesti. Tutti erano sempre informatissimi». Proclami più attesi di un avanspettacolo, per le risate che l’omino dalla voce altisonante regalava all’intero paese.
Come quando – puntualissimo – ogni sera se ne andava in chiesa a ringraziare per la giornata. Lui con San Rocco e Santo Stefano – come pure la Madonna – ci parlava direttamente. E avendo la voce allenata per mestiere, pure le sue suppliche e i suoi ringraziamenti venivano ascoltati serenamente da mezzo paese. «Anche per prendere un caffè... se la ride ancora il sindaco – Entrava, ordinava e lo sapevano immediatamente tutti. Il suo tono di voce ormai era quello». E per non smarrire la tradizione del “banditore”, pur in pensione da qualche lustro, ogni tanto l’Amerigo tirava fuori berretto e trombetta andandosene a spasso per il paese. «Perché i bambini conoscessero pure loro una figura ormai scomparsa». E l’amassero. Come i padri e i nonni cresciuti a pane, sacrifici e trombetta dell’Amerigo che annunciava «offerte speciali» e «vendite scontate» di qualche privato. Che se non gli allungava poche lire, lo ricompensava con generi alimentari apprezzatissimi. Specie con due ragazzi da far crescere come si deve. L’Amerigo non mancherà soltanto a loro; ma a ognuno dei 6.500 abitanti di Casalbordino. Con la sua trombetta d’ottone e la sua voce unica.
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