Francesco Spini, La Stampa 21/10/2014, 21 ottobre 2014
BANCHE, DOMENICA GLI ESAMI DELLA BCE E MPS FINISCE GIÀ NEL FRULLATORE. SI PARLA DI UN POSSIBILE «SHORTFALL», UNA CARENZA DI CAPITALE A FINE ANALISI TRA I 500 MILIONI E GLI 1,7 MILIARDI DI EURO, MA DA SIENA ARRIVANO LE SMENTITE. SARANNO GIORNI AD ALTO TASSO DI SPECULAZIONE
Il primo colpo di cannone di quella che sarà una settimana - in attesa del d-day di domenica - cruciale per le 131 banche europee e le 15 italiane sottoposte al doppio esame della Bce è stato sparato. Le prime indiscrezioni sui risultati colpiscono il Monte dei Paschi che, fin dai primi scambi, finisce nel frullatore. Le voci, rilanciate nel fine settimana dal «Corriere della Sera» ipotizzano un possibile «shortfall», ovvero una carenza di capitale a fine analisi, tra i 500 milioni e gli 1,7 miliardi di euro, con un cda che sarebbe già convocato per il 28 ottobre, ma che all’occorrenza potrebbe essere anticipato di due giorni, ovvero alla data di uscita dei risultati dell’asset quality review e degli stress test. Il titolo, in mattinata, finisce così in asta di volatilità, arrivando a ribassi teorici del 5%. Su richiesto Consob, interviene Mps per dire che tali notizie «non trovano riscontro nella documentazione parziale e comunque preliminare che la banca fino ad oggi ha ricevuto». Si rimanda sostanzialmente a domenica, quando non solo le banche (che avranno i numeri finali già due giorni prima, per preparare una linea di comunicazione e dare l’ok alla Bce per la pubblicazione dei dati) ma il mercato intero conoscerà gli esiti del «Comprehensive assessment», della valutazione globale. Mps, che resta tra gli osservati speciali (anche se diversi analisti non prevedono sfracelli: secondo Equita Siena dovrebbe essere promossa, Mediobanca prevede al massimo un deficit «gestibile» da 100 milioni), migliora in Borsa, ma perde l’1,88%. Contrastato il resto del mondo bancario in cui le big calano (Unicredit -0,9%, Intesa Sanpaolo -0,82%), e salgono Banco Popolare (+0,98%) Popolare dell’Emilia Romagna (+1,44%) e Mediobanca (+0,87%).
Saranno giorni ad alto tasso di speculazione, dopo che già settimana scorsa il settimanale tedesco «Spiegel» aveva ipotizzato debolezze italiane nei risultati del test. Un esame senza precedenti per il sistema bancario europeo, che serve a far chiarezza sul sistema bancario alla vigilia della partenza, il 4 novembre, del «Single Supervisory Mechanism», la vigilanza unica della Bce sugli istituti più significativi dell’Eurozona, quelli che presentano attivi superiori ai 30 miliardi di euro (Credem e Creval non rientrano tra queste, ma saranno comunque valutate). Il check-up si compone di due esami: la valutazione della qualità degli attivi (Asset quality review, Aqr) e stress test per verificare la resistenza delle banche in uno scenario di base sviluppato dalla Commissione Ue e in uno, invece, con condizioni estremamente sfavorevoli. Per entrambi gli esami, le soglie di patrimonializzazione richieste per il Common Equity Tier 1 sono più elevate di quelle regolamentari (4,5%): 8% per aqr e stress test sullo scenario di base e 5,5% per lo stress test in condizioni avverse.
Il terrore dei banchieri è che l’Aqr quanto gli stress test vengano concepiti dal mercato come pagelle definitive delle loro banche. Questo anche se i portafogli esaminati nell’Aqr sono stati selezionati in base alla rischiosità (i risultati non riguardano l’intero bilancio), e gli stress test (condizionati dall’Aqr) in condizioni avverse ipotizzino nei fatti una recessione quinquennale con un Pil giù di 7,5 punti. Domenica la Bce - che ieri ha fatto scattare il piano di acquisti di covered bond per scongiurare la minaccia di una stagnazione prolungata - comunicherà il fabbisogno di capitale «lordo» delle banche, specificando gli aumenti di capitale e conversioni di strumenti convertibili già eseguiti nel 2014. Dati che andranno poi integrati con le altre misure - quali le rimozioni di add-on e cessioni di asset - che la Bce non considera nel suo esercizio, ma che serviranno per capire davvero chi dovrà ricapitalizzare o perfino studiare un matrimonio di convenienza.
Francesco Spini, La Stampa 21/10/2014