Stefania Peveraro, MilanoFinanza 21/10/2014, 21 ottobre 2014
BTP ITALIA STAVOLTA NON FA IL BOTTO
Si è chiuso con 2,955 miliardi di euro di ordini il primo giorno di offerta al pubblico retail del nuovo Btp Italia indicizzato all’inflazione italiana con scadenza ottobre 2020, in una giornata che ancora una volta è stata difficile per il mercato obbligazionario dei Paesi periferici dell’area euro.
In particolare ieri ha destato più di una preoccupazione la notizia che la principale holding della famiglia Espirito Santo, la Rioforte, si sta avviando alla liquidazione. Si completa la vicenda della bancarotta della famiglia, i cui ingenti debiti hanno portato al salvataggio del Banco Espirito Santo da parte del governo di Lisbona. Il rendimento sul governativo decennale portoghese è salito così nel pomeriggio fino al 3,56%, con un incremento di 25 punti base. Di riflesso lo spread di rendimento tra i Btp e i Bund decennali è tornato a 173 punti, dai 163 della chiusura di venerdì, quindi sui livelli di giovedì 16 ottobre. Quest’ultima era stata una giornata nera per i mercati, con un’escalation di panico dovuta all’ipotesi di crisi di governo in Grecia e alla difficile situazione delle banche elleniche.
Nel corso della giornata di ieri il differenziale tra Btp e Bund ha oscillato così tra 165 e 178 punti, con il rendimento del titolo italiano che si è avvicinato al 2,6%. Contemporaneamente si sono allargati anche gli spread sulle scadenze più brevi. Per esempio, quello a due anni è passato a 76 dai 70 pb di venerdì con il rendimento del Btp a quota 0,7%.
Così non stupisce che ieri la domanda per il Btp Italia non sia stata da albo d’oro: la cifra di poco meno di 3 miliardi di sottoscrizioni rappresenta infatti un risultato lontano dai 6,7 miliardi al termine del primo giorno di offerta dell’edizione precedente lo scorso aprile, anch’essa a sei anni, e ancor più distante dai 16,8 miliardi dell’operazione del novembre dell’anno scorso, con scadenza però quattro anni, che si era poi chiusa con il risultato record di 22,3 miliardi. Resta il fatto che, giunto ormai alla settima edizione, lo strumento Btp Italia ha già fruttato al Tesoro quasi 87 miliardi.
Il periodo di sottoscrizione di questa tornata per gli investitori retail prosegue oggi e domani, salvo chiusura anticipata, mentre giovedì 23 mattina il titolo verrà offerto agli investitori istituzionali con facoltà del Tesoro di esercitare il riparto, dopo che nelle precedenti emissioni le richieste avevano superato di gran lunga il target fissato informalmente dal Tesoro e dal suo responsabile per il debito pubblico, Maria Cannata.
Prezzato alla pari, il titolo paga una cedola minima garantita dell’1,15%, che si confronta con l’1,65% di aprile e con il 2,15% del novembre 2013. Una cedola molto poco generosa. Tuttavia il Btp Italia ha il vantaggio di proteggere non solo dal rincaro del costo della vita, ma offre teoricamente uno scudo anche contro il ben più concreto fantasma deflazione. In caso di prezzi al consumo negativi, infatti, la cedola reale minima è appunto garantita e non può essere erosa. Il prestito è agganciato all’inflazione nazionale a livello di indice Foi, parametro che su base tendenziale ha evidenziato a settembre una flessione dello 0,1% da confrontare con il +0,5% di aprile e il +0,6% di novembre 2013.
Stefania Peveraro, MilanoFinanza 21/10/2014