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 2014  ottobre 18 Sabato calendario

“NIETZSCHE, COSÌ STRAORDINARIO E COSÌ INDIFESO”

[Intervista a Maurizio Ferraris]-
Nietzsche è pop, Nietzsche è cool; compare sulle t-shirt degli hipster e nei tag dei writers. Su Google, appare persino sotto le sembianze di un altro. Maurizio Ferraris, in libreria con Spettri di Nietzsche (Guanda), dirada il mistero: quell’uomo che somiglia a N. ma in realtà è Re Umberto ingannò anche lui, tanto che lo mise sulla copertina di un libro. Insomma, non ci sono fatti, ma solo interpretazioni: “Essere frainteso era il suo destino. Se entri nello spazio pubblico sai che sarai citato nei modi più svariati e inappropriati. N. desiderava la pubblicità, voleva che l’Anticristo tirasse 800 mila copie. Spesso i filosofi sono il contrario di quello che professano. Schopenhauer professava l’ascetismo ed era lussurioso. Chi teorizza il Superuomo può avere personalmente delle difficoltà”.
Che tipo era N.? Perché più lo si conosce più emerge la sua fragilità, che lo faceva innamorare di chiunque in modo grandioso e patetico?
È un paradosso di N. Ci invita ad avere uno sguardo disincantato sull’esistenza e poi idealizza tutto quello che tocca. Era talmente poco demistificatore che è stato vittima dei miti che si costruiva.
Verso Wagner sviluppò “un Edipo strano e contorto”.
Non si sentì sostenuto da Wagner quando uscì la Nascita della tragedia. Immaginava si creasse una diarchia nella cultura tedesca, il grande artista e il grande pensatore. Wagner temeva di rompersi il collo difendendolo.
Per N., Wagner era un cialtrone e un narciso.
Disse che Wagner era diventato cristiano e perciò se ne allontana, ma non è convincente. La realtà è che si sentì messo ai margini.
La moglie di Wagner, Cosima, scrive nei diari che ridevano di lui.
Era facile ridere di lui. Ridevano anche quando pretese di far ascoltare le sue composizioni. Von Bülow le definì “uno stupro a Euterpe”.
Fu colpa della sorella Elisabeth se N. fu “preso” dal nazismo? Mistificò i suoi scritti?
Nel dopoguerra ci sono state due strategie: dire che il suo pensiero era tutto allegoria, e dire che ciò che c’era di male l’aveva messo la sorella. Ma le affermazioni politicamente problematiche, come quelle in cui dice che bisogna sparare agli operai, le dice lui nel pieno dei suoi spiriti. La sorella è intervenuta sull’epistolario, spacciandosi come interlocutrice alla pari, cosa che non era perché era abbastanza stupida.
Regalò a Hitler il bastone di N., ricevendolo nel ’33 all’Archivio di Weimar.
Se al posto di Hitler fosse stato nominato primo ministro non dico Renzi, ma Rathenau, lei lo avrebbe invitato senza dubbio. Non sorprende che si inviti il primo ministro a un archivio per cui ci si aspetta dei fondi.
Però eliminò le lettere in cui N. disprezza apertamente gli antisemiti, tra i quali suo marito.
Ha omesso dei frammenti, ma non ha aggiunto quelli in cui
N. se la prende con gli ebrei. Era preoccupata dagli attacchi alla Chiesa.
C’è un filo che lega la volontà di potenza alla “volontà di nulla” con cui Hitler annientò gli ebrei e distrusse il suo Paese?
N. e Hitler sono figure opposte. Uno filosemita l’altro antisemita, uno aristocratista l’altro populista. N. nella sua stanzetta a Torino e Hitler nel suo bunker sono sideralmente opposti. Ma il desiderio della catastrofe nibelungica, quel desiderio di naufragio, è comune.
Nel libro parla dei luoghi in cui ha soggiornato N. Quali sentimenti suscitano?
N. trasfigurava idealmente ogni luogo che vedeva. Villa Rubinacci a Sorrento ora è una pizzeria che accetta tutte le carte di credito.
Com’è la tomba di Nietzsche a Röcken?
Particolarmente sgraziata. N. scrisse che le statue classiche non erano bianche e apollinee ma dipinte e dionisiache: lì c’è la sua statua bianca insieme a quella della madre, come in una foto con N. già demente e la madre che lo tiene per un braccio.
Prova empatia per N.? Per le sue abitudini, la dieta, le sue ossessioni.
Se mi si chiede: se trovi N. così ridicolo e pericoloso perché te ne sei occupato per tutti questi anni, rispondo: perché è una specie di caricatura di tutti i vizi del professore. Un individuo insieme straordinario e straordinariamente indifeso. Impossibile trovare un cuore altrettanto messo a nudo.
Cosa succede a Nietzsche nel gennaio 1889?
“Impazzire di dolore” è una metafora che nel caso di N. è letterale.
Gli spettri di N. sono quelli che funestarono la sua vita o quelli che noi scambiamo per lui?
La vita di N. è piena di spettri. Il 900 è stato un secolo nietzschiano, comico e tragico. Lo spettro è anche ottico: ci sono tante rifrazioni dentro N. E c’è la mia vita. Ho fatto la tesi di laurea su N., e ora, prima di andare in pensione, questo libro. Una vita con Nietzsche.
Daniela Ranieri, il Fatto Quotidiano 18/10/2014