Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 18/10/2014, 18 ottobre 2014
DEL VECCHIO CHIUDE IL RIASSETTO, UN MANAGER ESTERO A LUXOTTICA
Leonardo Del Vecchio chiude la partita Luxottica guardando all’estero. È stato scelto, secondo quanto si apprende, il nuovo amministratore delegato, vacante da una settimana dopo il burrascoso addio del neonominato Enrico Cavatorta. Il terzo in un mese. Ma ora il fondatore del numero uno al mondo degli occhiali (7 miliardi di ricavi e oltre 70 milioni di montature l’anno) mette fine a sette giorni di turbolenze. Sul nome del manager vige il più rigoroso silenzio, ma di sicuro, riferisce il tam tam di mercato, non sarà un italiano. L’ufficializzazione dovrebbe avvenire a breve, anche perché questa vacatio regni non giova all’azienda (dove stringono i tempi per preparare il budget del 2015, snodo fondamentale per il gruppo).
In dirittura di arrivo anche il riassetto di Delfin, la finanziaria a cui fa capo il 61,3% di Luxottica. Come riferito ieri dal Sole24 Ore, la holding in tempi stretti delibererà un aumento di capitale riservata a Leonardo Del Vecchio, oggi in possesso solo dell’1,7% in piena proprietà e usufrutto sull’intero capitale sociale. La ricapitalizzazione dovrebbe essere tale da portare nelle mani del fondatore di Luxottica il 25% di Delfin, un pacchetto che sarà poi girato in seconda battuta all’attuale compagna Nicoletta Zampillo.
Leonardo Del Vecchio chiude la partita del nuovo vertice Luxottica guardando al l’estero. È stato scelto, secondo quanto si apprende, il nuovo amministratore delegato, vacante da una settimana dopo il burrascoso addio del neonominato Enrico Cavatorta. Il terzo in un mese. Ma ora il fondatore del numero uno al mondo degli occhiali (7 miliardi di ricavi e oltre 70 milioni di montature l’anno) mette fine a sette giorni di turbolenze.
Sul nome del manager vige il più rigoroso silenzio, ma di sicuro, riferisce il tam tam di mercato, non sarà un italiano. L’ufficializzazione dovrebbe avvenire a breve, anche perché questa vacatio regni non giova all’azienda (dove peraltro stringono i tempi per preparare il budget del 2015, snodo fondamentale per il gruppo). C’è molta attesa per il ceo, la cui scelta è stata affidata ai consulenti di Egon Zhender, ma, dice chi è al dentro della vicenda, non ci sarà da aspettarsi un Guerra-Bis: accantonata l’idea di tornare a un super-ceo. I posti dirigenziali chiave nei settori strategici di Luxottica sono già a posto. Quella dell’ad, che affiancherà il co-ceo Massimo Vian, sarà una casella che va a riempirsi in una struttura già definita. La macchina è ben oliata, è il messaggio rassicurante che da Agordo ci tengono a far trapelare. Certo non ha fatto bene all’immagine dell’azienda, forse l’unica vera multinazionale italiana, la crisi apertasi lo scorso week-end, con le dimissioni di Cavatorta, peggiore del già recente terremoto dovuto al divorzio di Ferragosto di Andrea Guerra.
Ora il quadro si ricompone. La nomina servirà a tranquillizzare i mercati e far dimenticare il brutto scivolone che ha sconfinato nel gossip e nell’intimità familiare. In mezzo ci si sono messi pure mercati tempestosi, con Piazza Affari crollata e il colosso che ha bruciato 2,4 miliardi di euro (ma ieri il titolo è rimbalzato a 37 euro).
Nonostante le polemiche, ci sarebbe una carica anche per Francesco Milleri, il consulente finito nel mirino per un’invadenza nella gestione, che avrebbe causato l’addio di Cavatorta. Del Vecchio, però, lo ritiene una persona fidata. Entrerà quindi nel board di Luxottica la prossima primavera, anche se, diversamente da quanto si vociferava nei giorni scorsi, non nel ruolo di vice-presidente (ereditando quindi il testimone dello storico braccio destro di Del Vecchio, Luigi Francavilla), ma come semplice consigliere. I rapporti familiari d’altronde sono al centro del riassetto anche al piano superiore di Luxottica, nella cassaforte Delfin (che custodisce il 61,3%). Da tempo Del Vecchio deve affrontare il capitolo della successione, reso più complesso da una famiglia molto allargata (3 mogli e 6 figli avuti da diverse relazioni). La holding in tempi stretti delibererà un aumento di capitale riservata a Del Vecchio, oggi in possesso solo dell’1,7% in piena proprietà (il resto in parti uguali tra i figli) e usufrutto sull’intero capitale sociale. La ricapitalizzazione dovrebbe essere tale da portare nelle mani del fondatore il 25% di Delfin, un pacchetto che sarebbe poi girato in seconda battuta all’attuale compagna Nicoletta Zampillo. In questo modo verrebbe così rispettata la «legittima», nonostante le resistenze dei figli, con Claudio Del Vecchio in prima linea. Proprio per superare l’empasse dei figli, e controbilanciare, Del Vecchio sarebbe disposto a rinunciare a percepire i dividendi (non poca cosa, quest’anno a Delfin arriveranno 180 milioni da Luxottica). Il classico "uovo di colombo": così facendo verrebbe eliminato quel fattore di incertezza che rischia di scatenare una guerra tra gli eredi.
Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 18/10/2014