ItaliaOggi 18/10/2014, 18 ottobre 2014
JIHAD, L’AMORE PER FARE PROSELITI
Si chiama love jihad ed è una pratica che comincia a preoccupare l’India. L’episodio che ha dato fiato alle polemiche risale a quest’estate: nel nord del paese asiatico, nella città di Meerut che si trova nello stato dell’Uttar Pradesh, una donna di religione indù, di professione insegnante, sarebbe stata corteggiata da un uomo musulmano che l’avrebbe subito rapita, avrebbe abusato di lei e l’avrebbe quindi costretta a convertirsi all’Islam.
Questa, almeno, è la versione fornita dalle organizzazioni nazionaliste indù, che si sono mobilitate contro quella che esse stesse hanno identificato nella love jihad: l’amore come strumento di conversione forzata.
La giovane donna è stata liberata grazie all’intervento della polizia, restituita alla famiglia e ora viene tenuta sotto sorveglianza per il timore che possa accaderle qualcosa di spiacevole. Suo padre non ha dubbi: si tratta di love jihad, di una cospirazione dei musulmani che attirano le ragazze indù con i soldi e con il sogno di fare una bella vita, per poi venderle ai paesi del Golfo.
Ma la vicenda ha avuto un seguito inaspettato: la donna ha ritirato le dichiarazioni iniziali, affermando che si era semplicemente invaghita dell’uomo. Sta di fatto che i nazionalisti indù, secondo gli osservatori, sono ormai alla ricerca di qualsiasi episodio per suscitare clamore e per attaccare frontalmente le unioni affettive miste, soprattutto quando c’è di mezzo un partner islamico.
ItaliaOggi 18/10/2014
Si chiama love jihad ed è una pratica che comincia a preoccupare l’India. L’episodio che ha dato fiato alle polemiche risale a quest’estate: nel nord del paese asiatico, nella città di Meerut che si trova nello stato dell’Uttar Pradesh, una donna di religione indù, di professione insegnante, sarebbe stata corteggiata da un uomo musulmano che l’avrebbe subito rapita, avrebbe abusato di lei e l’avrebbe quindi costretta a convertirsi all’Islam.
Questa, almeno, è la versione fornita dalle organizzazioni nazionaliste indù, che si sono mobilitate contro quella che esse stesse hanno identificato nella love jihad: l’amore come strumento di conversione forzata.
La giovane donna è stata liberata grazie all’intervento della polizia, restituita alla famiglia e ora viene tenuta sotto sorveglianza per il timore che possa accaderle qualcosa di spiacevole. Suo padre non ha dubbi: si tratta di love jihad, di una cospirazione dei musulmani che attirano le ragazze indù con i soldi e con il sogno di fare una bella vita, per poi venderle ai paesi del Golfo.
Ma la vicenda ha avuto un seguito inaspettato: la donna ha ritirato le dichiarazioni iniziali, affermando che si era semplicemente invaghita dell’uomo. Sta di fatto che i nazionalisti indù, secondo gli osservatori, sono ormai alla ricerca di qualsiasi episodio per suscitare clamore e per attaccare frontalmente le unioni affettive miste, soprattutto quando c’è di mezzo un partner islamico.
ItaliaOggi 18/10/2014