Paolo Siepi, ItaliaOggi 18/10/2014, 18 ottobre 2014
PERISCOPIO
Grande travaglio dentro il Pd per il Jobs Act: la sinistra del partito è contraria al provvedimento. Che fare? Andarsene a testa alta? Restare e chinare il capo? La soluzione l’ha trovata l’ex ministro del lavoro pd, Cesare Damiano: «Abbiamo votato la fiducia in modo critico». Praticamente: lui me le ha date, ma quante gliene ho dette... Mattia Feltri. la Stampa.
Dini pronunciò, nei confronti di Veltroni, delle parole che nessuno avrebbe più osato ripetere: «Veltroni è un elencatore di luoghi comuni. Parla di cose che non sa. Cita libri che non legge. È un anglista che non conosce l’inglese. Un buonista senza bontà. Un americano senza America. Un professionista senza professione». Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli.
Il commento di Gramsci: «L’ottimismo della volontà e il pessimismo della Regione». la Stampa.
Non so come finirà con il Califfato di Isis. Io studio come nascono i movimenti e come si affermano. Ma non predico il futuro. Certo che Isis si è spinto troppo in là, ha tagliato troppe gole, irritato oltre misura gli Stati Uniti e anche una parte del popolo musulmano. Da un punto di vista militare, l’Isis è facilmente battibile dall’America di Obama, come Bush padre sconfisse Saddam quando quest’ultimo invase il Kuwait. Ma se anche gli Usa sbaragliassero sul campo 20-30 mila miliziani dell’Isis, poi rimarrebbero impantanati in un territorio ostile. E attorno al gigante, immobilizzato nella palude in un’area geopolitica ostile, spunterebbero nuovi movimenti, più giovani, più intransigenti, più determinati. Francesco Alberoni. Il Giornale.
1985 è un libro curioso, la cui prima metà è un saggio mentre la seconda è un romanzo che si apre con «la ilaha illa’lah», l’urlo del muezzin sopra una Londra musulmana. Antonio Gurrado. Il Foglio.
Le colpe sono tutte dei nostri padri e dei nostri figli, cancellati gli uni e inutilmente petulanti gli altri. Massimo Bucchi, il venerdì.
Vincent Van Gogh, in una lettera a suo fratello Theo: «Io cerco di esprimere il passaggio disperantemente rapido delle cose della vita moderna». Annie Arnaux, La vie extèrieur. Folio.
Basta. Metto la testa a posto e divento anarchica. Altan, Donne nude. Longanesi.
«A noi rossi ci beccano sempre per primi, ricordatelo», mi aveva avvertito papà. Dio sa se era vero. I capelli rossi infatti fanno differenza. Paolo Guzzanti, I giorni contati. Baldini&Castoldi.
Non sono le discoteche che sono morte. È il popolo delle discoteche che sta sparendo. Pietrangelo Sapegno. La Stampa.
New York, dalla seconda metà del ventesimo secolo, è la capitale del mondo. Prima lo era Parigi, poi Londra, negli anni Sessanta. Londra è una metropoli ancora molto intensa e vivace. Parigi invece ha perso la leadership culturale che ha avuto per tutta la prima metà del secolo scorso. Come gli esseri umani, gli animali e le piante, così succede anche ai paesi e alle città. Gaetano Pesce, designer ed architetto. La Stampa.
Nella vita la bellezza c’è e la riconosci. Nell’arte cosiddetta contemporanea è evitata con cura. Si preferiscono gli sgorbi. Sono belle forse le Demoiselles d’Avignon? A prima vista sono brutte. Poi te le spiegano e diventano belle. Giuliano Briganti, lui, queste cose le sapeva, mi disse una volta che la storia dell’arte di divideva in due grandi ere, ante «Demoiselles» e post «Demoiselles», come la nostra storia è ante Christum natum e post. A me piace la bellezza che non ha bisogno di spiegazioni, le «Demoiselles» le devi spiegare. La bellezza della ragazza dai capelli neri che ci sta davanti, la devi spiegare? No, ti colpisce e basta. Anche la bellezza dei Bronzi di Riace mi colpì e basta. Non aveva bisogno di spiegazioni. Quando uscirono dal mare non mi domandai: che cosa significano? Raffaele La Capria. Il Foglio.
Nel 1984, quando in America veniva messo in vendita il primo computer Mac (il modello si chiamava 128K) Al Bano e Romina Power vincevano il festival di Sanremo con Ci sarà. Il governo Craxi aboliva la scala mobile e stipulava il nuovo concordato con la Santa Sede, grazie al quale la religione cattolica non sarebbe più stata considerata religione di Stato. In Canada moriva Gaetan Dugas, prima vittima occidentale dell’Aids. A Milano veniva fondata la Lega Lombarda, poi Lega Nord. Pietro Longo, segretario del Psdi, dava le dimissioni da ministro del Bilancio perché il suo nome risultava fra gli iscritti alla P2. Enrico Berlinguer invece moriva in seguito a un’emorragia cerebrale. Tra i carcerati più o meno illustri di quell’anno, Mamma Ebe e Michele Sindona. Con un apposito decreto, Craxi consentiva alle reti televisive di Berlusconi di riprendere le trasmissioni, oscurate per pochi giorni dai pretori di Roma, Torino e Pescara. In India si verificava l’incidente di Bhopal. Giuseppe Culicchia. La Stampa.
Assistito da tre precettori, Lanfranco aveva compiuto, protetto dalle mura domestiche, gli studi ginnasiali, compitando i testi di greco e latino con aria di sospetto e traendo da essi quel tanto di sapere che, come diceva suo padre, gli avrebbe permesso «di sbalordire, con citazioni opportune e frasi ad effetto» qualunque corte. Andrea Vitali, La Figlia del Podestà. Garzanti. 2005.
A Torre del Lago, presso Viareggio, davanti alla casa dove è vissuto e dove è sepolto Giacomo Puccini, si leva, proprio in margine alla strada, a due passi dalla riva del lago Massaciuccoli, la statua, modellata da Paolo Trubetzkoi, dell’autore della Bohème. Giacomo Puccini è ritratto in piedi, nella sua posa familiare, il bavero del pastrano rialzato, un lungo sigaro in bocca. Ma, da un po’ di tempo, il sigaro, grazie a qualche teppista, è sparito: al suo posto, è rimasto un forellino tondo fra le labbra del maestro, talché sembra che Puccini fischi per richiamare le anitre selvatiche, di cui fu appassionato cacciatore, o fischietti un motivo della Tosca. Ho domandato a un vecchio pescatore chi mai poteva aver commesso quell’atto vandalico». Sono state le guardie di finanza», mi ha risposto il vecchio, «si sono accorte che era un sigaro di contrabbando». Curzio Malaparte, Battibecchi. Florentia, 1993.
Giornalista, scrive libri, ama l’arte, la musica, il vino e l’Italia. Bruno Vespa. Autorappresentazione su Twitter.
L’Italia è un paese di cricche che si spacciano per corporazioni. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 18/10/2014