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 2014  ottobre 20 Lunedì calendario

AL DI LÀ DELLE GUERRE, PERCHÉ GLI ESSERI UMANI SI AMMAZZANO FRA DI LORO? EPPURE LA VIOLENZA È MOLTO RARA NELLE ALTRE SPECIE ANIMALI

A prescindere da una guerra, che presuppone l’esistenza e l’organizzazione del gruppo e quindi di una sua psicologia, perché gli esseri umani si ammazzano fra di loro? La guerra viene dopo, prima deve essere possibile che un uomo uccida un altro uomo, si deve esercitare il potere di «trasformare una persona in un cadavere», come diceva Simone Weil.
La violenza intraspecifica è molto rara nelle altre specie, gli esseri umani invece si uccidono da sempre, per i motivi più diversi, e anche senza alcun motivo. La maggior parte degli studiosi pensa che si tratti di un istinto più forte della solidarietà intraspecifica e quindi di un dato immodificabile della condizione umana; ma l’ipotesi non tiene conto della differenza fra due categorie di istinti, che sono tutti universali, ma non tutti automatici e cogenti.
La deglutizione e il respiro per esempio, sono automatici e cogenti, mentre la sessualità e l’apprendimento possono essere almeno parzialmente orientati dalla volontà del soggetto. Chi smette di respirare muore, diversamente da chi vive casto. Esistono dunque istinti che possono essere controllati, diversamente esperiti o anche trasformati in qualche altra cosa o, come diceva Freud, sublimati. Ne deriva che gli istinti di questo secondo tipo dipendono anche dalla cultura di un gruppo, oltre che dalla natura della specie, e quindi, dall’organizzazione sociale, dall’economia, dalla religione e così via.
È evidente che l’istinto violento appartiene alla categoria degli istinti relativamente variabili; non si riferisce al territorio delle opinioni l’osservazione dell’andamento irregolare della violenza umana, che deriva dal rapporto fra l’istinto che è universale e invariabile e il modello culturale di riferimento che non lo è. Questo è il motivo fondamentale per cui la guerra potrebbe diventare un tabù, come per esempio in tempi lontani divenne un tabù l’incesto.
Marina Valcarenghi, il Fatto Quotidiano 20/10/2014