Loretta Napoleoni, il Venerdì 17/10/2014, 17 ottobre 2014
PUBBLICITÀ SUI SOCIAL MEDIA: UN’ARMA A DOPPIO TAGLIO
Le società pubblicitarie ormai dedicano più tempo ai social media che ai canali tradizionali, dalla tivù ai cartelloni pubblicitari. Il potere mediatico dei social media è infatti maggiore perché non ha confini, se si riesce a farlo diventare virale ogni messaggio è potenzialmente globale. Ma cavalcare la tigre non è facile. Se ne è accorto McDonald’s quando ha lanciato su twitter #McDStories, decisione reputata oggi infelice. In poche ore su twitter si sono scatenati gli anti-McDonald’s postando esperienze culinarie disgustose. McDonald’s ha impiegato mesi e mesi per neutralizzare gli effetti negativi di questa campagna, che gli è costato diversi milioni di dollari.
Altra regola importante da seguire è che il cliente ha sempre ragione, specialmente quando le lamentele si verificano nei social media. Ne sa qualcosa Bonners BBQ, catena di ristoranti americani presa letteralmente all’assalto in rete dall’ira dei clienti quando ha risposto aggressivamente alle critiche mosse sui social media da uno di loro.
Quando invece si riesce a centrare l’obiettivo la propaganda dei social media funziona davvero. È il caso della campagna lanciata da ASL, organizzazione filantropica americana per la lotta contro la sclerosi laterale amiotrofica, chiamata anche morbo di Lou Gehring, dal nome del giocatore di baseball che lo contrasse nel 1939. Il celeberrimo #alsicebucketchallenge, letteralmente la secchiata di ghiaccio, ha prodotto ingenti, ed inaspettate, donazioni, da tutto il mondo.
Morale: i social media sono un’arma a doppio taglio, utilizzarli per farsi pubblicità è rischioso e spesso può anche essere controproducente.