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 2014  ottobre 18 Sabato calendario

GUZZANTI, UNA OKKUPANTE IN TRIBUNALE

Dal grande schermo all’aula di tribunale. Dopo aver presentato a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia il suo ultimo film «La trattativa», Sabina Guzzanti si è vista notificare dalla Procura di Roma l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, per aver preso parte all’occupazione dell’ex cinema Palazzo, nello storico quartiere romano di San Lorenzo. Insieme al «mito nazionale» della sinistra, rischiano di finire a processo per gli stessi fatti l’attuale deputato del Pd Marco Miccoli, eletto nel 2013 alla Camera nella circoscrizione Lazio, e l’ex consigliere capitolino di Sel Andrea Alzetta, leader del movimento per il diritto all’abitare «Action». E poi ancora Simona Panzino, attivista di Action, Guido Farinelli, Fulvio Molena, montatore cinematografico, Ciro Colonna, Ilenya Caleo, attivista che aveva preso parte all’occupazione del Teatro Valle, Rosario Fabiano, ex consigliere capitolino per la Sinistra Arcobaleno, Francesco Raparelli e Stefano Zarlenga, appartenenti al movimento studentesco universitario dell’«Onda», e Nuzio D’Erme, leader dei centri sociali romani «Spartacus» e «Corto Circuito», finito in carcere il 24 settembre per aver capeggiato l’aggressione contro due poliziotti all’interno della sede del VII Municipio, favorendo la fuga di uno degli antagonisti arrestati. Guzzanti e compagni sono accusati di invasione di edifici, «per aver in concorso tra di loro e con altri allo stato non ancora identificati, in numero superiore a dieci, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso - si legge nel capo d’imputazione - arbitrariamente invaso al fine di occuparlo lo stabile sito in Roma in piazza dei Sanniti». L’immobile di proprietà di Area Domus srl era stato preso in affitto dalla società Camene spa, con un contratto di locazione commerciale firmato il 15 dicembre 2010 e della durata di sei anni. A gennaio erano iniziati i lavori di ristrutturazione per la realizzazione del gioco cosiddetto betting" con regolare autorizzazione dei Monopoli di Stato. La mattina del 15 aprile 2011 un gruppetto di circa 15 persone, composto da studenti e attivisti, si introduce arbitrariamente nell’ex cinema Palazzo, costringendo gli operai al lavoro a lasciare l’edificio. La legale rappresentante della società Camene il 26 aprile presenta una denuncia alla Procura, chiedendo lo sgombero dei locali occupati «tenuto conto anche del fatto che sono presenti circa 150 metri quadrati di eternit a copertura del fabbricato, che una ditta specializzata avrebbe dovuto rimuovere come già autorizzato dalla Asl». L’11 novembre il pubblico ministero chiede il sequestro preventivo dell’ex cinema Palazzo, con apposizione dei sigilli su tutti gli accessi. «Tendente in un primo momento a esprimere il dissenso alla destinazione a sala giochi - si legge nella richiesta di sequestro - l’invasione si è protratta nel tempo trasformandosi in un’occupazione dello stesso». Il 24 novembre il giudice delle indagini preliminari ordina il sequestro, spiegando che «gli occupanti, determinati a proseguire nell’azione di protesta e contestazione, si servivano di ogni mezzo informatico, ponendo altresì in dubbio l’effettiva legittimazione della conduttrice alla modifica di destinazione d’uso di immobile parte integrante del patrimonio culturale del quartiere San Lorenzo». Il 12 dicembre gli agenti di Roma Capitale vengono inviati sul posto per eseguire il sequestro, ma non riescono nell’intento. Due giorni dopo scrivono al comandante del Corpo Angelo Giuliani e al pm titolare del fascicolo Maria Anna Cordova, spiegando che «hanno tentato di procedere all’esecuzione del provvedimento, ma senza risultato visti i problemi di ordine pubblico. Si ritiene pertanto sia assolutamente indispensabile la presenza congiunta delle altre forze di polizia». Nonostante le ripetute sollecitazioni a Prefettura e Questura da parte della società locatrice, la situazione è rimasta immutata: gli occupanti, dopo tre anni e mezzo, sono ancora lì a fare da padroni. «Organizzano feste e hanno persino aperto un bar che distribuisce bevande alcoliche senza alcuna autorizzazione - racconta l’avvocato Maurilio Prioreschi, che difende Camene srl - Un povero commerciante per aprire un’attività simile deve chiedere mille permessi tra Asl, Comune e Vigili del Fuoco. Il danno al mio cliente è enorme: il proprietario dell’immobile ha escusso la fideiussione che era a garanzia degli affitti per oltre 100 mila euro e ha notificato uno sfratto per morosità per canoni arretrati che superano i 400 mila euro, nonostante la società non abbia mai avuto la disponibilità dei locali. A ciò si aggiunge un mancato guadagno per oltre tre anni di inattività e l’impossibilità di assumere come dipendenti una cinquantina di giovani». Sabina Guzzanti ha avuto un ruolo da protagonista nell’occupazione. Durante l’assemblea del 24 settembre 2011 organizzata nell’ex Cinema Palazzo, Guido Farinelli le passa la parola chiamandola l’«occupante Sabina». «Quello che sembrava un gesto di prepotenza e violenza, sia pure simbolica - si rivolge al pubblico l’attrice, comica e regista - è stato un gesto che perfino la legge ha riconosciuto come legittimo, legale, di dissenso, per impedire che venisse cambiato la destinazione d’uso. Oggi grazie a questo spazio la vita del quartiere è cambiata, i giovani sanno cosa fare la sera invece che ubriacarsi». Chissà se i residenti sono dello stesso avviso.