Anais Ginori, la Repubblica 18/10/2014, 18 ottobre 2014
MONTEBOURG: «EUROPA VERSO L’AUTODISTRUZIONE, HOLLANDE AIUTI RENZI»
«L’eurozona è diventata il tassello debole della crescita mondiale. E’ urgente abbandonare il dogma dell’austerità». Arnaud Montebourg arriva di prima mattina in un café del Marais, jeans e impermeabile nero. L’ex ministro dell’Economia gauchiste, sostituito dal banchiere Emmanuel Macron, è stato epurato dal governo perché criticava la politica di rigore. Insieme a lui se ne sono andati due ministri. «La sinistra sta esplodendo. Il governo Valls ha deciso di vietare ogni tipo di dibattito sull’austerità ». Peccato, aggiunge Montebourg, perché così la Francia si è appiattita su un’ossessione «stupida e pericolosa» non tanto della Germania, precisa, ma «della destra tedesca». «Abbiamo rinunciato a lanciare una nuova leadership europea di sinistra insieme all’Italia». Montebourg potrebbe essere il rivale di François Hollande nelle primarie per le presidenziali del 2017. «Per adesso sto sviluppando alcuni progetti imprenditoriali» racconta, sorseggiando un caffè doppio.
Ha deciso di abbandonare la politica?
«Anzi, ora che sono tornato un uomo libero voglio impegnarmi ancora di più per evitare che l’Europa si autodistrugga» Il nuovo allarme dei mercati è serio?
«Siamo diventati la parte economicamente più fragile dell’Occidente. Nel 2008, quando è fallita Lehman Brothers, c’era lo stesso tasso di disoccupazione negli Usa e in Europa. Eravamo entrambi al 10%. Oggi l’America è al 6%. Noi sfioriamo il 12%. Negli ultimi sei anni, gli americani hanno creato dieci punti di Pil in più rispetto all’Europa. Le politiche europee non ci hanno tirato fuori dalla crisi. E hanno aggravato la situazione» A Bruxelles è cominciato l’esame delle leggi di stabilità.
Parigi rischia di essere bocciata?
«La Commissione europea non deve applicare in modo miope regole scritte anni fa, ormai superate. Non ha senso far riferimento a trattati legati ad un’altra epoca. Per avere una politica economica non bisogna rispettare regole, ma fare scelte strategiche» Anche l’Italia è nel mirino della Commissione europea.
«Matteo Renzi ha avuto un approccio originale ed eterodosso. Mi dispiace che Hollande non abbia avuto più coraggio. Un’alleanza franco-italiana, con due grandi sinistre, avrebbe potuto combattere i dogmi pericolosi della Cdu tedesca » Forse era difficile opporsi ad Angela Merkel?
«Il Presidente avrebbe dovuto alzare la voce, battere i pugni. La crisi politica di agosto, e la mia dipartita, sono provocati da quest’inettitudine. Hollande non vuole prendere atto che le politiche di austerità hanno fallito. E’ pretende pure di vietare qualsiasi riflessione su questa débâcle»
Il partito socialista potrebbe esplodere?
«Sta già succedendo. Il governo ha una maggioranza parlamentare che poggia su uno spillo. E’ isolato nell’opinione pubblica. Il Presidente fa il contrario di quello per cui è stato eletto. E intanto il Front National è alle porte del potere» Sulla politica economica, come si differenzia dai slogan anti-austerity di Marine Le Pen?
«Il Front National non ha argomenti. Le Pen vuole solo distruggere l’Europa. Noi vogliamo salvarla» Ma come si può ridurre l’indebitamento degli Stati?
«Certamente non bloccando l’attività economica e facendo crescere la disoccupazione. Senza maggiori entrate è dimostrato che la riduzione dei debiti pubblici è difficile e comunque possibile solo nel lungo periodo. Intanto ci stiamo avvitando in una spirale deflazionista » Bisogna accelerare sulle riforme strutturali?
«Per vedere risultati sulla crescita attraverso le riforme servono molti anni e soprattutto non avere le mani legate dai vincoli di bilancio. I tedeschi hanno lanciano grandi riforme proprio perché nel 2003, con Gerhard Schroeder e Jacques Chirac, ci fu un accordo per superare i limiti di deficit» Il governo di Parigi ha un rapporto deficit/Pil del 4,4%, ben sopra ai parametri europei. E la chiama austerità?
«Dal 2012 sono stati aumentati i prelievi fiscali per un valore pari a 3,5% del Pil. Ora si cambia, e si taglia nella spesa pubblica per circa 2,5% del Pil. In entrambi i casi, si chiama austerità perché viene intaccato il potere d’acquisto. Nel caso francese abbiamo la dimostrazione che sono politiche inutili: il deficit resta alto. Non sono il solo a dirlo. Lo sostengono anche il Fmi e premi Nobel come Joseph Stiglitz e Paul Krugman”.
Come proteggersi dal rischio di una crisi di fiducia sui mercati, com’è capitato all’Italia nel 2011?
«E’ un rischio che non esiste più da quando Mario Draghi ha finalmente trasformato la Bce in una vera banca centrale. I tassi d’interesse sono scesi ovunque» La Bce dovrebbe intervenire ancora di più?
«Tra 2008 e il 2014 la base monetaria della Fed è aumentata del 467%, mentre quella della Bce del 25%. La penuria di liquidità è un primo problema. Dobbiamo allinearci sulle altre banche centrali. Ma c’è un altro punto su cui dobbiamo batterci»
Quale?
«La causa della crisi non viene dagli Stati ma dalle banche e dal sistema finanziario. Di certo, non sono le classi medie che devono pagare responsabilità non loro» C’è un deficit di politica in Europa?
«L’obiettivo dell’Europa deve essere ridurre la disoccupazione, non i deficit. Se riusciamo ad aumentare i posti di lavoro, il deficit migliorerà automaticamente. E’ l’unica soluzione per vincere la crisi e salvare l’Europa. Se continueremo invece sulla strada dell’austerità, continueremo ad avere milioni di disoccupati e sempre più partiti che vorranno distruggere l’euro. E alla fine ci riusciranno»
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Nel 2008 Usa e Ue avevano la stessa disoccupazione, ora la nostra è doppia rispetto a loro
Dobbiamo creare posti di lavoro, solo così il deficit calerà i tagli di spesa sono inutili