www.cinquantamila.it/fiordafiore 18/10/2014, 18 ottobre 2014
Poroshenko e Putin si incontrano a Milano, ma la pace ancora non c’è • Forse Boko Haram si prepara a liberare le 200 ragazze sequestrate sei mesi fa • A Kobane i curdi vincono, ma non è ancora detta l’ultima parola • Come sono aumentate le spese delle regioni dal 2001 a oggi • Una legge per far rientrare i capitali italiani all’estero • Matera capitale europea del cultura nel 2019 • Gli italiani si fidano ancora della scuola Ucraina Ieri, nel vertice Asem (Asia-Europe Meeting) a Milano, si sono incontrati per un faccia a faccia Putin e Poroshenko
Poroshenko e Putin si incontrano a Milano, ma la pace ancora non c’è • Forse Boko Haram si prepara a liberare le 200 ragazze sequestrate sei mesi fa • A Kobane i curdi vincono, ma non è ancora detta l’ultima parola • Come sono aumentate le spese delle regioni dal 2001 a oggi • Una legge per far rientrare i capitali italiani all’estero • Matera capitale europea del cultura nel 2019 • Gli italiani si fidano ancora della scuola Ucraina Ieri, nel vertice Asem (Asia-Europe Meeting) a Milano, si sono incontrati per un faccia a faccia Putin e Poroshenko. Dopo la chiacchierata, durata quaranta minuti, Putin ha annuncianto che «almeno per l’inverno», Gazprom riprenderà le forniture di gas all’Ucraina sospese il 16 giugno scorso. Dopodiché, ha aggiunto il numero uno del Cremlino, «toccherà alla Ue finanziare Kiev, la Russia non farà più credito». L’Ue ha ottenuto il via libera al controllo del cessate il fuoco lungo la linea del conflitto nell’Ucraina orientale. L’Italia si impegna, insieme con Francia e Germania, a fornire i droni per sorvolare il fronte. Secondo: un percorso concordato per tenere al più presto elezioni locali nei distretti ribelli di Donetsk e Luhansk. Nigeria Ci sarebbe l’accordo tra governo della Nigeria e Boko Haram per la liberazione delle oltre 200 ragazze rapite 6 mesi fa a Chibok. Le autorità e Boko Haram hanno annunciato il cessate il fuoco, ma ancora non si sa quali siano i termini dello scambio: l’oganizzazione islamisya vuole creare un califfato nel nord della Nigeria. La sospensione delle ostilità varrebbe come una spartizione territoriale. Da mesi Boko Haram controlla ampie zone del Nord-Est. Da 5 anni tiene in scacco l’esercito, ha ucciso migliaia di civili e di militari, non sembra in difficoltà. Per i media nigeriani Boko Haram ha fornito una lista di 19 detenuti di cui chiede la liberazione. Isis A Kobane, dopo quasi un mese di assedio, i raid aerei americani sono riusciti a bloccare l’avanzata dell’Isis. Da Washington specificano che larga parte dei blitz su Iraq e Siria sono stati deviati su Kobane, oltre 100, di cui almeno 60 nell’ultima settimana. Eppure almeno due quartieri nei settori sud-orientali restano nelle mani dei terroristi, molti dei quali, inoltre, si sono ritirati nei villaggi vicini: se gli alleati smettessero di attaccare. Koban cadrebbe in poche ore. Ieri le agenzie di stampa hanno diffuso la notizia che lo Stato Islamico disporrebbe di tre Mig catturati dall’aviazione siriana con cui i piloti dell’ex esercito di Saddam addestrerebbero i compagni. Regioni/1 Sulle proteste delle regioni dopo che il governo ha annunciato il taglio dei trasferimenti, scrive Rizzo (CdS): «Facciamo davvero fatica, e tanta, a comprendere il lamento delle Regioni dopo che il governo di Matteo Renzi ha chiesto loro di tagliare 4 miliardi. Il sacrificio equivale a circa il 2 per cento di una spesa pubblica regionale che da quando nel 2001 è stato approvato il nuovo Titolo V della Costituzione è andata letteralmente in orbita. In un solo decennio la crescita reale, depurata cioè dell’inflazione, è stata di oltre il 45 per cento (…) Nel 2000, prima dell’entrata in vigore del famoso Titolo V che ha esteso in modo scriteriato le autonomie regionali, la spesa sanitaria era di poco superiore a 70 miliardi. Nel 2015 ammonterà invece a 112 miliardi. L’aumento monetario è del 60 per cento, che si traduce in un progresso reale del 22 per cento. Si potrà giustamente sostenere che in quindici anni sono cambiate molte cose: la vita media si è allungata e la popolazione è più anziana. Per giunta, la Sanità italiana è considerata fra le migliori d’Europa, al netto delle grandi differenze territoriali al suo interno che si traducono in un abisso del diritto fondamentale alla salute tra il Nord e il Sud: altro effetto inaccettabile del nostro regionalismo. Resta il fatto che nel 2000 la spesa sanitaria pro capite era di 1.215 euro e oggi è di 1.941, con un aumento monetario del 59,7 per cento e reale del 26,7. La differenza di qualità del servizio è tale da giustificarlo?». Regioni/2 Ancora Rizzo: «I rigagnoli di spesa si sono moltiplicati, diventando fiumi in piena. Gli organici sono stati gonfiati a dismisura. Sul totale di 78.679 dipendenti regionali (Sanità esclusa), la Confartigianato ha calcolato esuberi teorici del 31 per cento (…) Nella Calabria dove ci sarebbero 1.184 dipendenti di troppo, l’ispettore spedito dal Tesoro, come ha raccontato sul Corriere di Calabria Antonio Ricchio, ha scoperto cose turche. Per esempio 1.969 promozioni in un solo anno (il 2005 delle elezioni regionali) da lui ritenute illegittime, al pari degli aumenti di stipendio retroattivi assegnati a 85 impiegati dei gruppi politici. Nel Lazio, invece, per tutti gli anni Duemila si è registrata un’impennata pazzesca del personale dei parchi: nel 2009 erano 1.271. Di cui 99 dirigenti. Per non parlare delle società controllate e partecipate. La Corte dei conti ha appurato che quelle della sola Regione Siciliana occupano 7.300 persone, con una spesa di un miliardo e 89 milioni nel quadriennio 2009-2012 per le buste paga. (…) Scandali a parte, è potuto accadere così che il consiglio regionale del Lazio abbia sfornato in meno di 40 anni 40 leggi locali ognuna delle quali ha accresciuto i privilegi retributivi e pensionistici dei consiglieri. Il risultato è che oggi un terzo del bilancio del consiglio laziale se ne va per pagare i vecchi vitalizi. Grazie alle antiche regole mai cambiate c’è pure chi continua a prendere l’assegno a cinquant’anni e dopo una sola seduta. Le Regioni spendono per i vitalizi 173 milioni l’anno. Cifra che sale in continuazione ma che potrebbe essere ridotta di almeno 50 milioni, dice il finora inascoltato rapporto sulla spending review , senza gettare sul lastrico nessuno». Evasione Approvata alla Camera l’operazione di rientro dei capitali, che ora passa al Senato. Gettito previsto: 6,5 miliardi di euro. Le regole: autodenuncia, nessun anonimato, pagamento intero delle tasse con la normale aliquota ma sconto sulle sanzioni e scudo su varie sanzioni penali. Lo stock dei capitali italiani all’estero, non denunciati o solo parzialmente conosciuti, ammonta a circa 150 miliardi, se si ipotizza una adesione del 20% dei contribuenti la cifra che rientrerà in patria ammonterebbe a circa 30 miliardi. Per la metà, circa 15 miliardi, si stima che si tratteranno di risorse completamente sconosciute al fisco: su questa cifra chi decide di collaborare dovrà pagare tutte le imposte evase (soprattutto Ires e Irpef) con una aliquota media del 37%: in tutto 5,5 miliardi. L’altra metà, cioè altri 15 miliardi, potrebbe essere già nota al fisco, ma non si sono pagate le regolari tasse sulle cedole: calcolando un rendimento standard del 5%, che verrà tassato al 27%, per cinque anni, l’aliquota media sarà del 6,75%: in tutto un miliardo. Cultura Matera, scelta come capitale europea della cultura 2019. E la prima città italiana del sud, dopo Firenze (1986) e Genova (2004). Scuola Oltre metà degli italiani, il 53%, ha fiducia nella scuola. Il 60% si dice soddisfatto del funzionamento delle scuole, di diverso tipo e livello. In primo luogo di quelle elementari (65%), quindi dell’università e, in misura più limitata, delle medie. Più di 6 persone su 10, inoltre, manifestano fiducia nei confronti degli insegnanti pubblici (Diamanti, Rep).