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 2014  ottobre 15 Mercoledì calendario

IL NOSTRO AMORE VERO, CONTRO TUTTI


[Stefania Pezzopane, Simone Coccia]

L’Aquila, ottobre
Quando il 6 aprile del 2009 il terremoto distrutto L’Aquila, Stefania Pezzopane era presidente della Provincia, sposata con Fulvio (padre della sua Caterina, 16 anni) e finì sui giornali accanto a Obama, e George Clooney, in visita alla città. All’epoca, in un’intervista ebbe un presagio: «Avremo un boom di divorzi. Il terremoto ha fatto danni anche alle relazioni». Oggi è senatrice Pd, è separata ed è sui giornali per il suo legame con Simone Coccia: 23 anni meno di lei, ex spogliarellista, ex corteggiatore a Uomini e Donne, aspirante attore.
Si incontrano pochi mesi fa in un bar, chiacchierano, si scambiano i numeri di telefono. «Da lì è iniziata un’amicizia: messaggi, passeggiate al castello spagnolo, gelati. Col tempo i messaggi si sono riempiti di faccine, cuoricini. All’inizio, era lui il più insistente», dice. «Ci scrivevamo giorno e notte», aggiunge Simone.
Il gesto più romantico che ha fatto per lei?
Simone: «Le ho messo una rosa sul parabrezza dell’auto. Poi l’ho chiamata e le ho detto: “Affacciati”».
Quando ha capito che non era un amico?
Stefania: «Ho scoperto cose che ci univano, le leggevo come segni. Ho girato il mondo, ma non ero mai riuscita ad andare in California. Ho scoperto che Simone aveva in programma una vacanza lì in agosto. E siamo partiti insieme. Oppure il suo primo regalo... Una pietra che ho sempre con me. L’ha raccolta la notte del terremoto, tra le macerie di un palazzo in cui sono morte 37 persone e dove lui ha salvato un uomo dalle macerie: Angelo Bonura, un mio caro amico».
Lui: «Casa mia non fu danneggiata, allora uscii nella notte per dare una mano. E lo trovai, sotto un cumulo di macerie».
Lei: «Questa cosa mi colpì. Poi certo, anche il suo aspetto, tutti quei tatuaggi...».
Quanti sono?
Lui: «6l. Uno, sulla schiena, raffigura un’aquila con la data del terremoto, 6-4-2009».
E lei, Stefania, ne ha?
«No, ma sto pensando di farlo, magari piccolo. Ma mai avrei pensato di innamorarmi di un tatuato. Invece, sotto questa corteccia c’è un salutista che non beve, non fuma».
Eravate entrambi single?
Lui: «Il mio matrimonio è finito otto anni fa, ho un figlio di nove anni, Loris».
Lei: «Il mio un paio di anni fa dopo vent’anni. Il mio ex marito ha da tempo un’altra relazione. Ero libera, senza un fidanzato, anche se avevo delle frequentazioni».
Quanti ne ha fatti fuori per Simone?
Lei: «Almeno tre».
Lui: «Due li so, poi mi dici chi è il terzo... Quando ci siamo messi insieme, uno di loro continuava a scriverle, allora gli ho chiesto l’amicizia su Facebook: è sparito!».
E Stefania quante ne ha fatte fuori?
Lui: «Migliaia, tra cui qualche concorrente di Miss Italia. Prima avevo tantissime donne, ma ora sto bene così».
Lei: «Le fan su Facebook gli si offrono sessualmente, gli scrivono certe cose...».
Già fatte le presentazioni in famiglia?
Lei: «Mia figlia non vedeva l’ora che trovassi una storia seria. Parlargliene era inevitabile: L’Aquila è un piccolo centro, quando abbiamo iniziato questa storia ci sentivamo osservati, seguiti. Sono un personaggio pubblico. Perciò abbiamo deciso di uscire allo scoperto pubblicando un selfie sulla mia pagina Facebook».
Come l’ha presa, Caterina?
Lei: «Mia figlia e Simone hanno un bei rapporto, giocano a burraco insieme, chiacchierano molto, sono complici. Lei voleva farsi piercing sul naso, io no, poi lui mi ha convinta».
Lui: «Un figlio è felice se vede i genitori felici».
La gente, invece, non ha gradito.
Lui: «Siamo una coppia come tante, non facciamo male a nessuno. Certo, lei è un politico, ma i politici non hanno diritto a una vita sentimentale?».
Ha fatto scandalo la differenza d’età tra voi: 23 anni.
Lei: «Solo perché la più grande sono io. Berlusconi, 78 anni, sta con una trentenne; il ministro Franceschini ha sposato una donna di 25 anni più giovane e tutti a considerarlo figo. Io non ho sfasciato nessuna famiglia, e neanche Simone».
Lei senatrice Pd, lui ex spogliarellista...
«Gli hanno dato del toy boy, profittatore della “ricca” parlamentare. Un giorno mia madre, 85 anni, mi chiama: le avevano detto che Simone era staio assoldato da Berlusconi per farmi foro intime, che poi i giornali berlusconiani avrebbero pubblicato».
Mai avuto il dubbio che Simone possa non essere in buonafede?
«Non sono una sedicenne, rivendico i miei 54 anni, le esperienze e la mia capacità di intuito. Ho scelto lui perché è autentico. Lui da me non si fa offrire neanche un caffè, ha il senso della dignità del maschio, dell’onore. Sono riuscita a stento a regalargli una giacca per il compleanno».
Ma li fa ancora gli spogliarelli, Simone?
«Ho smesso da un anno. Voglio fare l’attore, ho buoni contatti in America, meditavo di trasferirmi lì. Ora il progetto è fermo: la distanza, ucciderebbe questa relazione».
Non li fa neanche per lei?
Lei: «Non gliel’ho mai chiesto, ma dice che prima o poi farà l’ultimo spogliarello della sua vita solo per me (ride)».
Ma quando ha scoperto che aveva fatto lo spogliarellista non le ha dato fastidio?
«Ho riso tanto... Che male c’è se un bel ragazzo usa il suo aspetto per fare qualche soldo? Siamo un Paese bigotto».
Da vent’anni dibattiamo su questo tipo di uso del corpo...
«Ma io mica mi sono innamorata di lui perché l’ho visto spogliarsi! E poi sarebbe un problema se lo portassi in politica, ma non accadrà mai».
Che cosa le ha dato più fastidio, senatrice?
«I commenti brutali, misogini e maschilisti. Non mi sarei mai aspettata che amiche di sinistra, con cui ho condiviso battaglie in difesa delle donne, mi criticassero. Io a 17 anni facevo parte del gruppo musicale La Mimosa, canzoni del repertorio femminista. Proprio le stesse, mi hanno criticata».
Come ha reagito?
«Andando fino in fondo. Andare in tv da Barbara D’Urso e baciare lì Simone è stato un atto con un valore politico. Ho messo una sola condizione: parlare dell’Aquila e di quanto c’è ancora da fare. Ventimila persone non sono ancora rientrate nelle loro case e i soldi sono finiti. I 250 milioni di euro dello Sblocca Italia sono pochi, serve altro. Renzi non è ancora venuto a L’Aquila, a breve lo farà e si renderà conto dell’emergenza».
Pentita, di esser andata in tv?
«Ho sempre fatto scelte coraggiose: vengo da una famiglia democristiana, che non voleva facessi politica. A 23 anni sono andata via, a Roma, in Fgci. Se ho un obiettivo cerco di raggiungerlo. Ho sfidato per tutta la vita pregiudizi sulla mia statura, e mo’ mi devo preoccupare per queste critiche?».
Marianna Aprile