Martino Cavalli, Panorama 16/10/2014, 16 ottobre 2014
IL BILLIONAIRE E LA SIGNORA IN ROSSO
Alexandre Dumas nel 1854 aveva visto giusto: cherchez la femme, cercate la donna, e troverete la soluzione. Ed è così che in pochi giorni è stata demolita l’immagine, costruita pazientemente e gagliardamente in anni di lavoro serio e silenzioso, di una multinazionale italiana che è (era) un gioiellino di governance e di performance. Leonardo Del Vecchio, fondatore del numero uno al mondo degli occhiali Luxottica e vero billionaire [secondo le ultime classifiche di Forbes «vale» 19 miliardi di dollari), un occhio alle donne l’ha sempre dato. Si è sposato una prima volta (e sono nati tre figli ormai cinquantenni), poi una seconda (un figlio ventenne), poi si è messo con una sua dipendente (e sono arrivati altri due figli, 13 e 10 anni).
A quel punto, forse un po’ provato dagli schiamazzi dei bambini sulla sua amata barca, gli sarebbe piaciuto andare a vivere in Costa Azzurra, ma pare che la madre dei suoi giovani figli non gradisse. Cosi è rimasto a Milano, ma se non ha cambiato città ha cambiato compagna: ha lasciato Sabina Grossi, che » incautamente non l’aveva sposato, e si è risposato con l’ex moglie numero due, Nicoletta Zampillo. La signora ha già piazzato nella sede Luxottica di Hong Kong il figlio di un precedente matrimonio (peraltro patrimonialmente molto ben dotato) ma si preoccupa ancor di più per il futuro dell’altro figlio che di cognome fa Del Vecchio e per giunta di nome fa Leonardo Maria. Insomma, un destino segnato.
Anche perché considera con una certa eleganza che il marito non è più giovanissimo (79 anni) e che ha in mano poche azioni: detiene direttamente soltanto l’1 per cento della Delfin, la finanziaria che controlla Luxottica, dato che tutto il resto è stato incautamente ceduto in parti uguali ai sei figli conservandone l’usufrutto. E siccome i consulenti le dicono che il 25 per cento di 1 (la sua quota legittima di eredità) è molto meno del 25 per cento di 100, cerca di ribaltare gli equilibri tra i figli (delle altre).
Ma non basta, perché convince il marito a piazzare a fianco del nuovo amministratore delegato di Luxottica (anzi un po’ sopra) un uomo di fiducia, di cui nulla si sa sulle sue capacità gestionali, ma anche lui con il suo bravo love affaire in Luxottica. Intanto il titolo crolla in borsa e il consiglio di amministrazione perde pezzi. Da multinazionale modello a saga da strapaese. Andrea Guerra, lo storico capoazienda che se n’è andato due mesi fa, a forza di fare occhiali aveva visto lontano.