Nicoletta Sipos, Chi 15/10/2014, 15 ottobre 2014
AURELIA SORDI – HA RAGGIUNTO IL SUO ALBERTO
ROMA - OTTOBRE
Aurelia Sordi si è lasciata morire quando ha perso Arturo». Non ha dubbi Paola Comin, press agent del fratello di Aurelia, indimenticabile Alberto Sordi, dal 1992 fino al giorno della sua morte il 24 febbraio 2003. Arturo è l’autista peruviano Arturo Artadi, che due anni fa è stato accusato di avere prelevato dal patrimonio dei Sordi 2 milioni e mezzo di euro per sé e per il resto del personale. La storia è stata presentata in tribunale come raggiro e circonvenzione d’incapace, ma Paola Comin non ci crede. «Arturo aveva 17 anni quando Alberto l’ha chiamato dal Perù», racconta a “Chi”, «ed è rimasto in casa da allora. Formalmente era un autista, di fatto Alberto lo amava come un figlio. Tant’è che prima di morire gli ha affidato la cosa più preziosa che aveva, sua sorella».
Domanda. Il suo è un vero atto d’accusa...
Risposta. «Io sto ai fatti. Quando è morto, Alberto conosceva Arturo da 11 anni e non era uno sprovveduto. Quand’è scoppiato lo scandalo Aurelia aveva 95 anni, ma era lucidissima. Non c’è stata “circonvenzione d’incapace”».
D. Cos’è successo allora?
R. «Secondo Arturo, Aurelia aveva deciso le donazioni all’insaputa del personale, d’accordo con i suoi avvocati, Francesca Piccolella e Carlo Farina, e con il notaio Gabriele Sciumbata. Mi sembra verosimile che abbia voluto essere generosa con le persone che erano più vicine. Peraltro non riesco a immaginare che la cuoca Pierina, da 60 anni in casa Sordi, il custode Giovanni, il guardiano Carlo e la badante Alicia abbiano voluto derubarla. L’allontanamento di Arturo, il primo di ottobre, è stato un colpo tremendo per Aurelia. A settembre stava ancora bene, poi è crollata».
D. Ora 60 parenti chiedono l’annullamento del testamento.
R. «I Sordi non avevano parenti. Alberto non si è sposato e non ha avuto figli; Aurelia ha rinunciato a una famiglia per stargli accanto. La seconda sorella, Savina, mancata nel ’74, era single, mentre il fratello maggiore, Giuseppe, mancato nel ’90, si era sposato, ma non ha avuto figli. Non ci sono parenti diretti e Alberto non voleva intorno parenti vicini o lontani, con l’unica eccezione di Igor Righetti, conduttore radiofonico. Lo stesso vale per Aurelia».
D. Come ricorda il legame tra Alberto Sordi e la sorella?
R. «Alberto adorava e proteggeva Aurelia e lei era notte e giorno a sua disposizione. Ricordo la volta in cui andammo a Parigi con la neve e il gelo, e lui chiamò la sorella per dirle che il viaggio era andato bene e in Francia c’era il sole. Il pranzo della domenica con la sorella era sacro: dovunque fossimo nel mondo, tornavamo a Roma per l’appuntamento. Quando scoprì di essere molto malato a lei disse solo di avere una bronchite. Morì stringendo la sua mano e sussurrandole “grazie”».
D. Sordi era davvero così innamorato di Silvana Mangano da rifiutarsi di sposare un’altra donna?
R. «Parlava di lei con tenerezza e commozione e ce l’aveva con Dino De Laurentiis perché non le aveva garantito una carriera pari a quella della Loren. Ma a me ha sempre detto che era troppo innamorato del cinema e del suo pubblico per potersi permettere una famiglia».
D. Aurelia ha lasciato il suo patrimonio alla Fondazione Alberto Sordi.
R. «Aurelia ha rispettato la volontà di Alberto, che voleva trasformare la loro casa in un museo e sognava di istituire borse di studio per i giovani. Spero che nessuno si metta di mezzo».