Alessandra Coppola, Corriere della Sera 17/10/2014, 17 ottobre 2014
MILANO INVASA DALLE DELEGAZIONI DELL’ASEM. I THAILANDESI SI SONO PORTATI IL DESSERT DA CASA – RISO E COCCO AVVOLTI IN FOGLIE DI BANANO – I GIAPPONESI FANNO GINNASTICA, MENTRE LA MERKEL SI PRESTA AI SELFIE CON I PASSANTI
Nel dubbio, la delegazione thailandese s’è portata il dessert: riso e cocco avvolti in foglie di banano. Il resto del catering rigorosamente asiatico, poche distrazioni, niente shopping («perché è un viaggio di lavoro») e una Mercedes Classe S nera blindata per il generale Prayuth Chan-ocha, cha ha preso il potere a Bangkok. «Dittatore non sei il benvenuto»: in dieci compreso un neonato, il consigliere comunale radicale Marco Cappato con lo scotch sulla bocca, si son schierati davanti all’hotel, in piazza Fontana, con slogan e cartelli. Thailandesi in circolazione pochi, qualche curioso tra i funzionari che alloggiano nello stesso albergo: cechi e australiani.
Nel Risiko che s’è giocato ieri a Milano, i movimenti delle cinquanta «truppe» euroasiatiche in città per il vertice Asem hanno prodotto interessanti combinazioni. Segui i soldi e arriverai al Principe di Savoia, dove hanno riservato cinquanta letti a testa le delegazioni di Cina e Brunei. Già ieri sera i fattorini registravano un significativo aumento nel volume dei bagagli, effetto delle numerose visite ai negozi del Quadrilatero della moda. Ai tavolini del bar, però, per i cinesi nessuna consumazione e bottigliette di thè freddo acquistate al supermercato, più una manciata di cartoline prese all’edicola. In quindici si sono fatti prenotare una visita al Cenacolo.
Dalla parte opposta della piazza, al Westin Palace, si parla russo e giapponese. Un gruppo di inviati da Tokyo, cravatte allentate, fuma stremato all’ingresso: sono i responsabili della logistica, raccontano, hanno lavorato fino all’ultimo e oggi vanno via. Svaghi? «Nessuno, cena in albergo». Massimo dell’evasione, un funzionario è stato «in un ristorante di cucina ligure». Alle sue spalle, la sala al primo piano dell’hotel è stata trasformata in un ufficio nipponico, con le postazioni singole per i giornalisti al seguito del premier Abe, le telecamere ordinatamente allineate, e un televisore che trasmette stiramenti consigliati a chi passa molte ore alla scrivania.
Russi in giacca (i funzionari) o in pullover e catena d’oro (la security), in attesa del presidente Vladimir Putin. «Che cosa abbiamo visto di Milano? — sorride un delegato — Palazzo Reale», controllato dagli uomini del Cremlino prima della cena, ieri sera, organizzata dal Quirinale. Grande agitazione attorno al Park Hyatt, in pieno centro, il concierge nel panico per la presenza dei tedeschi, e la cancelliera Angela Merkel, invece, così tranquilla da attraversare la Galleria a piedi per raggiungere il Gala, prestandosi ai selfie con i passanti. Sereno e deambulante anche il presidente francese, François Hollande, che s’è fermato a scambiare battute in piazza del Duomo, camminando verso Palazzo Reale. Audace il leader ucraino, Petro Poroshenko, che all’Arco della Pace ha cantato l’inno in mezzo a un gruppo di connazionali.