Corriere della Sera 17/10/2014, 17 ottobre 2014
TFR, DA MARZO CHI LO VORRÀ POTRÀ RICEVERE LA LIQUIDAZIONE IN BUSTA PAGA
La misura è sperimentale: parte nel marzo prossimo (con effetto retroattivo fino a gennaio 2015) e arriva al giugno 2018. L’anticipo del Tfr (trattamento di fine rapporto) in busta paga è volontario e riguarda solo i lavoratori dipendenti del settore privato, esclusi quelli domestici e agricoli, che abbiano un rapporto di lavoro da almeno sei mesi presso lo stesso soggetto. Questi possono chiedere che la quota maturanda del Tfr, compresa quella destinata a fondi pensione, venga liquidata mensilmente in busta paga, decisione irrevocabile fino al giugno 2018. La tassazione non è quella separata che grava ora sul Tfr, ma quella ordinaria, cioè la quota di Tfr si somma alla retribuzione mensile ai fini Irpef.
L’anticipo del Tfr dunque converrà ai lavoratori con un reddito fino a 15 mila euro, perché l’aliquota applicata sarà uguale a quella che si applica alla fine del rapporto di lavoro: 23%.
La Fondazione studi dei consulenti del lavoro spiega che per i redditi dai 15 mila euro ai 28.650 la maggiore tassazione è di soli 50 euro. Oltre questa soglia l’aliquota diventa del 38% e le tasse in più sono pari a 300 euro. Mentre per chi guadagna 90 mila euro, il maggiore esborso arriva a 568,50 euro. La fascia di reddito cui l’operazione conviene è quella che oggi incamera il bonus di 80 euro.