Andrea Montanari, MilanoFinanza 16/10/2014, 16 ottobre 2014
IN GIOCO ANCHE I 20 MLD DI REAL ESTATE
In questa profonda crisi di famiglia, al nome Del Vecchio è stata accostata solo ed esclusivamente Luxottica, il fiore all’occhiello, il leader mondiale dell’occhialeria che fattura più di 7 miliardi e vale in borsa oltre 17 miliardi. Ma nell’impero costruito nel corso dei decenni dell’ex Martinitt c’è anche una consistente fetta di business immobiliare. Tra Italia, Francia e Germania, infatti, gli interessi nel mattone della holding Delfin cubano un valore di 20 miliardi di patrimonio immobiliare gestito: 16 miliardi da parte di Foncière des Regions, gli altri 4 da Beni Stabili Siiq, controllata dal 50,9% dalla società francese a sua volta partecipata al 27,6% dalla cassaforte lussemburghese di Leonardo Del Vecchio, primo socio del gruppo transalpino. Insomma, un tesoretto niente male che al momento il fondatore dell’impero gestisce in prima persona essendo vice presidente di Foncière e facendo spesso la spola da Agordo e Milano a Parigi affiancato finora dal valente consulente, l’avvocato d’affari Sergio Erede, unico altro italiano nel board dell’azienda francese.
Foncière des Regions è uno dei player consolidati del mercato locale, cresce costantemente (ha in pipeline progetti di sviluppi per 1,5 miliardi, oltre ad altri cantieri già lanciati per 600 milioni), ha un tasso d’occupazione delle proprietà (uffici, residenziale e alberghiero) del 96%, stringe accordi strategici con le principali istituzioni finanziarie nazionali, l’ultimo dei quali con Natixis, ha il sostegno del sistema creditizio avendo da pochi mesi un bond da 500 milioni e continua a espandersi a macchia di leopardo in Germania.
E anche in Italia, la famiglia Del Vecchio è in una posizione invidiabile sul fronte immobiliare, nonostante la crisi del settore e i segnali in chiaroscuro che continuano ad arrivare. Beni Stabili, divenuta nel corso del tempo, una siiq gestita dall’amministratore delegato, Aldo Mazzocco, ha un portafoglio di 255 proprietà immobiliari che valgono a libro oltre 4 miliardi (dato al 30 giugno). La società, che di recente ha varato un aumento di capitale da 150 milioni, nei mesi scorsi ha pure definito l’aggregazione della sua sgr con Investire Immobiliare (gruppo Banca Finnat) e Polaris Re sgr. Dal merger nascerà una società di gestione - Finnat avrà il 50,2%, Beni Stabili il 17,9%, la Edizione dei Benetton l’11,6% e Fondazione Cariplo l’8,6% - che potrà contare su 7 miliardi di masse in gestione e quasi 30 fondi. Diverrà di fatto il secondo operatore del mercato alle spalle di IDea Fimit (controllata dalla De Agostini). E potrà continuare a crescere sia sul mercato nazionale sia all’estero. Il tutto garantendo una sempre maggior forza patrimoniale alla Delfin di Del Vecchio. Per ora questo business non è stato sfiorato dalla bagarre scoppiata in seno alla famiglia perché ovviamente il focus principale resta la presa su Luxottica. Ma né la moglie Nicoletta Zampillo, né i sei figli Claudio, Maria, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente Del Vecchio potranno trascurarlo. Soprattutto per la stabilità dell’attività e la presenza consolidata in tre mercati strategici su scala europea.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 16/10/2014