Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  ottobre 16 Giovedì calendario

IN QUEL CONDOMINIO DI NAPOLI C’È UN PEDOFILO KILLER, I BAMBINI CASCATI DALLA FINESTRA SONO DUE

L’aberrazione umana questa volta si è fermata al Parco Verde di Caivano, periferia della periferia di Napoli, che quanto a degrado sociale batte persino la più nota Scampia di Gomorra.
Ci sono due bambini, uno di 3 l’altra di 6 anni, volati giù da una finestra delle case popolari. Da ieri per Fortuna Loffredo - mai nome è stato meno profetico - c’è l’atroce conferma di una violenza sessuale consumata nei giorni precedenti a quello che per la procura di Napoli Nord è «un caso di omicidio volontario». Per Antonio Giglio, fratellino di Doriana, amica del cuore di Fortuna, c’è invece il sospetto che la sua morte, il 28 aprile 2013, sia legato a quella della bimba, lo scorso 24 giugno. Fortuna, tra l’altro, ha trascorso gli ultimi momenti della sua vita proprio a casa di Doriana. Lasciandosi dietro una scia di disperazione e di interrogativi.
Il dolore esige sempre delle risposte, ma a volte è difficile trovarle. Come in questa dramma, con un pedofilo, un lupo cattivo, travestito da amico che ha approfittato di due innocenti e poi se n’è sbarazzato. Tenendo però per sé un trofeo, un feticcio: una scarpina. La destra.
Manca sia quella di Fortuna - che la mamma Domenica Guardato chiama amorevolmente Chicca -, sia quella di Antonio. L’autopsia sulla bellissima Fortuna - occhi nocciola incorniciati da lunghi riccioli biondi -, ordinata dal pm Federico Bisceglia, non lascia ombre di dubbio: «La piccina è stata violentata tra le due settimane e i due mesi antecedenti al decesso».
Per Antonio occorre ancora chiarezza. Non a caso l’avvocato Angelo Pisani - che assiste il padre di Fortuna, in carcere per falsificazione di materiali musicali - chiede alla procura di Napoli di «procedere alla riesumazione del cadavere del bimbo per accertare se anche lui sia stato vittima di abusi sessuali. Esiste il pericolo concreto di un pedofilo-killer in giro per Parco Verde che potrebbe colpire ancora». Il legale, suo fratello Sergio e i colleghi Gennaro Razzino e Luca Zanchini, che assistono Domenica Guardato, insistono: «Siamo di fronte a un quartiere con grossi problemi socio-culturali ed economici, con 500 bambini che rischiano di finire nelle grinfie di un maniaco. Ringraziamo la magistratura e i carabinieri che stanno indagando a 360 gradi e auspichiamo che si possa al più presto rendere giustizia ai bambini deceduti per salvare altre piccole anime innocenti da dolorosi destini dettati in tali pericolosi ambienti».
Alcuni bambini, i compagni di scuola e di giochi di Fortuna, sono stati interrogati dal pm, con audizione protetta alla presenza di una psicologa, proprio per capire se si fosse mai confidata con qualcuno. E l’avvocato Pisani sottolinea che «qualcosa di interessante sta emergendo. Nonostante l’omertà dell’ambiente, esistono alcuni testimoni che offrono elementi importanti sia sull’omicidio di Fortuna, sia sul legame con il volo dal balcone di Antonio Giglio».
Parole che non bastano, com’é comprensibile, a lenire il tormento della mamma della bimba, ma che le danno tuttavia la forza di puntare il dito contro le persone che abitano nell’edificio fatiscente di questa periferia devastata: «Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Da questo quartiere non me ne vado: ho paura, ma la voglia di giustizia è più grande perché la mia stellina era bella e buona come il pane. Non mi ero accorta che qualcuno morboso ce l’aveva con lei, anche se l’avevo portata dal medico perché era terrorizzata quando le volevo prendere la temperatura interna. Non voleva neppure essere lavata nelle parti intime, ma la dottoressa mi disse che era un po’ arrossata e mi diede delle bustine con cui lavarla».
Contro l’omertà si batte anche il parroco di Parco Verde, don Maurizio Patriciello che stigmatizza tuttavia «la confusione di questo caso di pedofilia con il degrado dell’area. Povertà e scarsa istruzione alimentano spaccio e camorra, ma non dimentichiamo i ricchi pedofili del turismo sessuale. Questa bruttissima storia, però, diventa ancora più paurosa per le coincidenze con la morte di Antonio Giglio». Sul caso indagano il pm di Napoli Urbano Mozzillo e l’aggiunto Vincenzo Piscitelli e non è escluso che il fascicolo venga unificato con quello di Fortuna. Salvatore Di Mezza, avvocato della madre di Antonio (inizialmente indagata per omicidio colposo e omessa sorveglianza) precisa che «sabato scorso i carabinieri hanno fatto un nuovo sopralluogo nella casa proprio per far luce sulle modalità della caduta». Ci attendono altre brutali sorprese?
Grazia Longo, La Stampa 16/10/2014