Costanza Rizzacasa d’Orsogna, Grazia 16/10/2014, 16 ottobre 2014
Emma Winter Agnelli– Ma se fosse stata un uomo, e non la moglie di Andrea Agnelli, quel tweet avrebbe scatenato altrettante polemiche? Perché diciamocelo, cos’altro avrebbe dovuto rispondere Emma Winter, 36enne consorte del presidente bianconero, se non - facendo il verso al capitano della Roma, che aveva chiosato “La Juve giocasse un campionato a parte” - “Vorrei che Totti andasse a giocare nel suo campionato”? In inglese poi è più ironico, sottile, con quell’“in his own league” che in contesti diversi sarebbe perfino un complimento (“una spanna sopra gli altri”)
Emma Winter Agnelli– Ma se fosse stata un uomo, e non la moglie di Andrea Agnelli, quel tweet avrebbe scatenato altrettante polemiche? Perché diciamocelo, cos’altro avrebbe dovuto rispondere Emma Winter, 36enne consorte del presidente bianconero, se non - facendo il verso al capitano della Roma, che aveva chiosato “La Juve giocasse un campionato a parte” - “Vorrei che Totti andasse a giocare nel suo campionato”? In inglese poi è più ironico, sottile, con quell’“in his own league” che in contesti diversi sarebbe perfino un complimento (“una spanna sopra gli altri”). Non è la prima volta, del resto, che Winter difende la squadra a tweet sguainato. E chissà se sugli spalti, accanto alla verace Donna Allegra - che ama la Juve più di tutto e ne è così riamata che dopo Calciopoli i tifosi l’avevano proposta presidente - non ci sia posto, tra donne di tribuna come Pilly Garimberti, Evelina Christillin e Ivana Nedved, per una “co-first lady” bianconera. British in pubblico, esuberante online, dove fa smorfie nei selfie con la maglia della squadra, ritwitta Lena Dunham come le foto in slip di Messi, soffre la coincidenza della partita Milan-Juve con il concerto di Pharrell (e per una volta poi sceglie il secondo), attacca il sessismo del programma inglese Never Teach your Wife to Drive. Si definisce femminista (“all’anglosassone”, precisa, perché non ama il corporativismo); sottolinea che ha imparato da bambina come qualsiasi donna che abbia un’opinione debba esprimerla. “Torino è una città difficile, specie per uno straniero”, osserva Sofia Camerana, cugina di Andrea Agnelli. “Quand’è arrivata, Emma non parlava una parola d’italiano. Per impararlo ci ha messo anche un po’, perfino adesso non si sente sicura. Però ha lo humour più pungente che abbia mai sentito. Qualità molto apprezzata dal marito, che come lei non te le manda a dire”. La frase di Totti l’ha sentita alla radio la mattina dopo, mentre portava i figli a scuola. Ha reagito d’istinto, i media non gliel’hanno perdonata. E però c’è assai da dire di questa ragazza che è sì super-privilegiata, ma anche autoironica e grintosa; che fa kickboxing, è laureata in filosofia e da un anno si è rimessa a studiare, coi corsi online dell’Università di Derby - obiettivo, un master in psicologia per lavorare coi bambini. E intanto, con alcuni amici, è socia di una pizzeria al taglio scampolo di vecchia Torino (tranquilla, Milena, è bio: perfino i detersivi sono edibili). Nata nell’Oxfordshire che pullula di fabbriche di Formula Uno (quando si dice che una è predestinata), da un architetto paesaggista e un’esperta di piante e giardini - Andrew e Marjorie, che oggi vivono in Francia, in un castello del Bordeaux in parte adibito a residenza per turisti -, Winter, una sorella professore di biofisica all’Università del Kent, ha origini gaeliche. Che ricorrono nei secondi nomi di famiglia: lei “Ceridwen”, la figlia “Mairwen”, il figlio “Dai”. Diplomata alla Oxford High School for Girls, un anno a Londra dopo laureata come pierre del mercato immobiliare (che all’inizio degli anni Duemila registrava un’esplosione), ha conosciuto Andrea ad un Gran Premio del 2003, quando entrambi lavoravano a Losanna in Philip Morris: lei, come già in Renault, nel marketing per la F1 e il Moto GP, lui sulle sponsorizzazioni di Ferrari. Due anni dopo nasce Baya, che oggi va allo stadio con le amiche ed è il ritratto del papà. Si sposano il 27 agosto del 2005, a Villar Perosa, nella cappella di San Pietro in Vincoli che domina il paese. Nel 2011 nasce Giacomo, e dall’appartamento nel centro di Torino la coppia si sposta in zona Precollina. In cucina, col marito, si dividono equamente: lei fa i brownies, lui tutto il resto. “Delle apparenze le importa molto poco”, racconta Camerana. “Porta i bambini a scuola in tuta da ginnastica, poi va a farsi otto chilometri di corsa in riva al Po. E sempre in tuta, sudatissima, si presenta a una riunione di beneficenza con trenta sciure torinesi intailleurite”. Ha corso la mezza maratona di Parigi, fa crossfit, è andata in fissa con l’Ashtanga (sorta di yoga più dinamico). Scoperto l’anno scorso, zainetto in spalla e bed & breakfast, in una full immersion surf e yoga nel Kerala. Stessa energia che vorrebbe trasmettere ai figli. “Ma coprili ‘sti bambini che fa freddo, non faccio che ripeterle”, scherza la sua migliore amica, Ilaria Marsiaj, erede d’una famiglia d’industriali che coi fratelli Gregorio e Massimiliano ha fatto la scuola americana insieme ad Andrea Agnelli. “Ma lei niente, sempre mezzi nudi: alla nordica, per farsi gli anticorpi”. Si sono conosciute ad una cena di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, membro del board di alcuni tra i musei più noti del pianeta, e sono diventate inseparabili. Entrambe impallinate con la moda (Winter è devota al culto di Miuccia), qualche anno fa avevano aperto, in un multimarca per signore bene, un corner di brand più giovanili e spiritosi, “per portare un po’ di vita nella Torino un po’ ingessata”. Un’avventura poi mollata, perché la crisi, ahinoi, colpisce anche gli Agnelli. Più fortunate due anni fa, quando, con l’amica Marida Cravetto, architetto e nipote di Giovanna Recchi, hanno organizzato ai Lumiq Studios (Cinecittà all’ombra della Mole) la serata di raccolta fondi It’s Wonderful per la mediateca di Area Onlus, che da trent’anni aiuta piccoli disabili. Per l’occasione, Winter ha rispolverato le doti di pierre, reclutando Boy George in qualità di dj set e Valerio Staffelli per vendere i biglietti della “pesca”. Decisiva, per l’inviato di Striscia, è stata però una telefonata del marito: “Due anni prima gli aveva consegnato il tapiro d’oro, non poteva rifiutarsi”.