Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 15/10/2014, 15 ottobre 2014
CAIRO, L’UNITÀ NON MI INTERESSA
Da lunedì 27 ottobre Lilli Gruber tornerà a fare la padrona di casa a Otto e mezzo, dopo oltre un mese di assenza per problemi di salute. Intanto la raccolta pubblicitaria di La7, in settembre, cresce dell’1,5% sullo stesso mese del 2013. E questo è un segnale confortante per l’editore Urbano Cairo, dopo la gelata di agosto che aveva interessato tutte le tv in Italia.
Se in settembre gli ascolti di La7 sono ancora un po’ zoppicanti (vedere analisi Auditel su ItaliaOggi di ieri), ottobre, «dove il nostro palinsesto entra a regime», dice Cairo, va invece meglio: al 3,04% sulle 24 ore, nel periodo 1°-11 ottobre, e al 3,57% in prime time.
Quanto alle indiscrezioni che sussurravano di un Cairo pronto a rilevare l’Unità insieme con Michele Santoro, «se anche facessi un quotidiano, mai lo farei politico. Quindi escludo ogni mio interesse sull’Unità. Quanto a Michele Santoro come direttore di un mio eventuale quotidiano, escludo pure questa ipotesi: non credo che un conduttore eccezionale, che ha fatto la storia della tv, vada a fare il direttore di un giornale. Però, tornando al fronte quotidiani, ho in mente una cosa, è vero. Non è il tabloid a cui pensavo tempo fa, non è un quotidiano politico. L’operazione, comunque, non è in cima alla lista delle mie priorità».
In cima c’è ovviamente la tv. Il mercato non cresce, gli investimenti si devono fare (Giovanni Floris è costato molto, le altre star sono rimaste), i ricavi languono (-2,2% nei primi otto mesi 2014) e quindi i costi vanno sempre tenuti sotto controllo. Anche perché a La7, durante la gestione Telecom Italia, si perdevano 100 milioni di euro all’anno. Mentre con Cairo, l’ebitda nei primi sei mesi del 2014 è stato di quasi cinque milioni di euro, «e il 2014 chiuderà sicuramente con margini positivi. Mancano però ancora due mesi e mezzo importanti per dire con precisione a che livello di ebitda ci si andrà a collocare», commenta Cairo.
Il tema di La7 è sempre quello: ha un pubblico di livello piuttosto alto (forte il presidio nella classe AA), ma non è ancora premiata abbastanza nonostante 70 aziende la pianifichino in esclusiva con 123 prodotti.
Per esempio, tra il 1° e l’11 ottobre gli ascolti di La7 sul target AA, il migliore per scolarità e reddito (10 milioni di persone), sono al 6,82% in prima serata (quinto in graduatoria, davanti a Italia Uno e Rete 4) e al 5,90% sulle 24 ore (sempre quinto). Quelli di Canale 5, per intenderci, su questo segmento sono all’11,2% e all’11,3% rispettivamente.
«Si continua a parlare di cali di ascolto per La7», prosegue Cairo, «confrontati però con una stagione 2013 che è stata eccezionale per eventi politici. In realtà noi ora viaggiamo a livelli di audience molto simili a quelli del 2012, stagione delle larghe intese. E comunque il palinsesto di La7 si dispiegherà al meglio in ottobre, dove già stiamo salendo, nonostante la settimana dal 6 all’11 sia stata difficile per La7: abbiamo avuto la concorrenza della Nazionale di calcio, della Nazionale femminile di volley, e poi il premier Matteo Renzi che è stato ospite lunedì 6 ottobre a Quinta Colonna su Rete 4, e quindi a Virus il 9 ottobre su Rai 2, dove di fatto ha condotto la trasmissione al posto di Nicola Porro».
Nella nuova stagione di La7, nonostante i risultati non eccezionali di Giovanni Floris, c’è comunque una serata del martedì che è cresciuta del 50% e una della domenica con Gianluigi Paragone che prima non c’era. Si insiste al mercoledì con le serie tv al femminile in stile Grey’s anatomy, mentre al sabato sera si punterà su film action molto maschili per contrastare Ballando con le stelle su Rai 1 e Tu si que vales su Canale 5. E in questa scelta di Cairo c’è di sicuro lo zampino del successo dell’ennesima replica del film Rambo il 7 ottobre su Rete 4, con il 7,8% di share contro il 6,6% di Ballarò su Rai 3 e il 3,48% di Floris su La7. «Vero, Rambo è sempre una operazione geniale, e a Rete 4 han fatto bene. Tornando a La7, direi che dal lunedì al venerdì siamo molto omogenei in prima serata, punterei a una media del 4% per le prossime settimane». Il cruccio di Cairo resta sempre la power ratio, ovvero il rapporto tra quota di mercato pubblicitario televisivo e quota di ascolti.
«Noi siamo a 120-125. Mediaset, nonostante abbia ascolti in caduta libera, si mantiene a 180. E qui, va detto, pesano ancora le rendite di posizione di Berlusconi in politica e, prima, al governo, con tante aziende, pubbliche e private, che comunque una pianificazione sulle reti Mediaset 5 la facevano e la fanno, che non si sa mai».
Tra le generaliste, nel suo piccolo, in realtà La7 è il canale che sta tenendo meglio: «Sulle 24 ore La7 nel 2008 faceva il 3,08%, e nel 2014, dal 1° gennaio all’11 ottobre, è al 3,32%. Le tre reti generaliste Mediaset erano al 39,5% e ora sono scese al 25,8%. Le tre reti Rai erano al 41,3%, ora sono al 30,4%. In prima serata», prosegue Cairo, «La7 era al 2,84% nel 2008, ed è salita al 3,88% nel 2014. Rai è scesa dal 43 al 33%. Mediaset dal 39,8 al 26,8%». Certo, sia Rai sia Mediaset hanno parzialmente recuperato ascolti attraverso i nuovi canali del digitale terrestre. «Ma pure noi stiamo muovendoci in questo senso. La7d è stabilmente oltre lo 0,5% di share. E avendo comprato un multiplex», conclude Cairo, «io posso fare altri quattro o cinque canali nei prossimi mesi».
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 15/10/2014