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 2014  ottobre 15 Mercoledì calendario

IN REGIONE PER CONTO DI ZIO

Una Prodi d’assalto. Ha fatto fuori una figura storica del Pd reggiano, Sonia Masini, e il 23 novembre sarà eletta in consiglio regionale, con tanti auguri da parte dello zio, che sta sull’Aventino, ma non tanto. Silvia Prodi, 39 anni, civatiana convinta, sarà uno dei quattro Pd di Reggio Emilia che planeranno a Bologna. È figlia (quarta di sette) di Quintilio, fratello di Romano.
Per fare posto a lei è stata killerata l’ex-capogruppo in Regione ed ex-presidente della Provincia, Sonia Masini, che credeva di avere il passaporto per la Regione in tasca.
Invece s’è ritrovata rottamata e ha un diavolo per capello: «Nella consultazione dei circoli sono arrivata terza su dodici, poi però hanno messo in lista persone che hanno preso molte meno preferenze di me. Hanno detto che la proposta era blindata, non si poteva cambiare e non intendevano spiegare più di tanto i criteri di esclusione».
Messa nell’angolo la Masini, che medita vendette, sul trampolino di lancio è arrivata Silvia Prodi. Dice: «La mia passione politica risale alla metà del ’94 quando, rientrata in Italia, ho visto un paese fortemente compromesso nei suoi principi dalla cultura berlusconiana; ho quindi partecipato per molti anni attivamente alla vita politica come volontaria, a cominciare dal coordinamento dei comitati per l’Italia che vogliamo, un’esperienza bellissima e coinvolgente».
È ingegnere nucleare, dipendente di una società che gestisce progetti internazionali e proprio questo ha creato qualche grattacapo a lei e allo zio. . Nel 1990 l’eurodeputato britannico Chris Heaton-Harris, adombrò l’accusa che la Commissione europea allora presieduta da Prodi avesse versato 13 milioni di euro alla società italiana di consulting per gli aiuti allo sviluppo Italtrend, con sede a Reggio Emilia e 15 dipendenti, dei quali uno era Silvia Prodi, finalizzati a progetti riguardanti tra l’altro una centrale nucleare russa, a Novovoronezh.
Pronta la replica del portavoce della Commissione: i contratti erano preesistenti alla presidenza Prodi, quindi l’addebito era infondato.
Silvia è ancora dipendente di Italtrend. «Ci lavoro, da più di vent’anni», spiega, «mi sono occupata a lungo di progetti di sicurezza delle centrali nucleari nei Paesi post-Unione Sovietica, ora mantengo un legame con progetti di sicurezza nucleare per la Ue, a fianco di attività di gestione in ambiti diversi nel campo della assistenza tecnica a paesi terzi, sempre attribuiti sulla base di bandi e competizioni internazionali”.
Adesso l’attende un futuro politico e chissà se Romano Prodi largheggerà in consigli. Lei gliene diede uno: secondo le cronache politiche Prodi confessò che l’idea di Antonio Di Pietro come ministro ai Lavori Pubblici arrivò proprio dalla nipote. È sposata (il matrimonio fu celebrato da un altro nipote di Romano, Matteo, che ha scelto il sacerdozio) con Roberto Corradini, un ricercatore universitario che ha conosciuto sui banchi di scuola. Ha due figli e proprio a scuola è incominciato il suo impegno sociale: «Spinta dai tagli della Gelmini mi sono convinta della necessità di spendere più tempo nella difesa della scuola pubblica, soprattutto vedendo la qualità che riesce a garantire pur nelle immense difficoltà.
Nelle scuole frequentate dai miei figli sono stata rappresentante di classe, poi in consiglio di istituto, sono anche nel coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto della provincia, esperienze dalle quali ho imparato l’importanza della collaborazione con tutte le funzioni operanti nella scuola pubblica, per presidiarne il ruolo e migliorarne la qualità«.
La corrente pidiessina di Pippo Civati ha trovato un nuovo esponente di punta: “«Amo –assicura Silvia Prodi- i movimenti politici che scuotono il pensiero dominante». Sull’esperienza di governo dello zio non si esprime. Ma è stata una grande sostenitrice dell’Ulivo. A Reggio Emilia in 28 tra amministratori pubblici e dirigenti del partito avevano firmato un appello di sostegno alla sua candidatura: «La nuova figura di politico deve avere, a nostro avviso, decisi fondamenti umanistici, rettitudine morale, lungimiranza, indipendenza di giudizio e capacità di strategia, azione e pensiero.
Tutte qualità che ritroviamo al più alto livello nella persona di Silvia Prodi, la cui storia e il cui capitale culturale e umano riteniamo intercettino attivamente l’espressione della società civile, e dunque sia in grado di rappresentare temi considerevoli e di grande interesse, in modo competente e motivato».
Una presa di posizione che insieme al cognome blasonato e alla necessità di dare spazio anche ai civatiani ha fatto definitivamente naufragare Sonia Masini. Senza primarie. Per timore che la Masini vincesse è stato deciso di non farle e riunire invece in tutta fretta i circoli, facendoli votare.
Il segretario locale Pd, Andrea Costa, nega favoritismi: «Sono rappresentate diverse esperienze amministrative, politiche, imprenditoriali di successo. Crediamo che questo sia un mix in cui i reggiani potranno riconoscersi per dare la massima fiducia al Pd di Reggio alle prossime elezioni regionali”.
Però Sonia Masini è arrabbiata.«Non ci sono rottami da smaltire- aggiunge Costa- ma solo scelte lucide da compiere per garantire il massimo successo al nostro progetto. A chi è fuori dalla lista desidero garantire agibilità politica nel partito anche in futuro».
Adesso Silvia Prodi incomincerà la sua campagna elettorale. Le sarà vicino Maria Prodi, altra nipote del Professore, con un’esperienza politica da assessore ai Beni culturali e al turismo della Regione Umbria, nella giunta presieduta da Maria Rita Lorenzetti. Avrebbe voluto tentare il salto al parlamento ma il Pd locale le sbarrò la porta («Prima mi accusavano di essere supportata da mio zio, adesso non vorrei che avere questo cognome attirasse delle punizioni»). Chissà se a Silvia il destino politico risulterà migliore.
Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 15/10/2014