Notizie tratte da: Vanna Vannuccini, Francesca Predazzi # Piccolo viaggio nell’anima tedesca # Feltrinelli Milano 2014., 15 ottobre 2014
Notizie tratte da: Vanna Vannuccini, Francesca Predazzi, Piccolo viaggio nell’anima tedesca, Feltrinelli Milano 2014
Notizie tratte da: Vanna Vannuccini, Francesca Predazzi, Piccolo viaggio nell’anima tedesca, Feltrinelli Milano 2014.
Nachmeier «la persona che prenderà in affitto l’appartamento dopo di noi»
Lebensabschnittgefährtin la compagna di un pezzo di vita (accanto a Lebensgefährtin, la compagna di vita)
Vergangenheitsbewältigung elaborazione del passato e suo superamento (nazismo)
I tedeschi non toccano nemmeno una goccia d’alcol durante il tempo del lavoro
«Lei si aspetta che un tedesco le dica che è contento di essere un tedesco?» (domanda alle autrici di un giovane diplomatico)
«Quando i fiumi annegano nell’acqua» titolo dello Spiegel in occasione dell’alluvione di Dresda
Weltanschauung, in genere tradotto con l’insufficiente «visione del mondo». Parola trasferita direttamente in inglese per l’impossibilità di tradurla sul serio. Secondo Freud «un ideale non raggiunto dell’umanità».
«La chiave del successo è la sua necessità» (Albert Speer, architetto di Hitler)
«I successi non capitano, si programmano» (id.)
«La differenza fra nazismo e fascismo era dovuta al carattere italiano. Gli italiani sono gente che ama la famiglia, che è indulgente con i bambini. Da questo punto di vista uno può anche trovarli amabili. Ma non possono essere buoni soldati, perché hanno rapporti umani diversi da noi. Non voglio generalizzare, la mia è solo una supposizione: i tedeschi, grazie al loro carattere più freddo, sono buoni soldati. Facemmo quello che doveva essere fatto: se non fossi riuscito nel mio compito di moltiplicare la produzione la Germania sarebbe capitolata nel 1942. C’è anche un altro segreto per quel miracolo. Riuscii a neutralizzare la burocrazia. Chiesi a Hitler di passare nelle mie mani tutto il gigantesco apparato burocratico della Wehrmacht e così lo bloccai. Ai burocrati affidai solo incarichi senza importanza: dovevano vigilare nelle fabbriche affinché vi fosse abbastanza olio combustibile o sufficiente forza lavoro. Affidai la produzione direttamente ai capi d’industria, non solo per le fabbriche di loro proprietà: un’azienda come la Vereinigte Stahlwerke forniva alle altre la propria esperienza e interveniva nella gestione. Naturalmente potei fare tutto questo perché avevo l’appoggio di Hitler: ma lui me lo diede perché mi sapeva capace di grandi successi» (id.)
«In Hitler vidi prima di tutto colui che avrebbe salvato i valori del Diciannovesimo secolo contro il mondo orrendo delle metropoli. Io che amo camminare, remare, scalare le montagne, odiavo le città e il tipo umano che essere producono» (id.)
In un romanzo di Böll il Wegwerfer, il postino che butta via senza neanche aprirla la corrispondenza inutile che arriva alle ditte.
Mischa Wolf, capo della Stasi, mandava nella Germania Ovest una quantità di bei ragazzi col compito di sedurre e far diventare spie della Germania Est funzionarie e segretarie.
Mischa Wolf: «Tutti abbiamo bisogno di un sostegno morale, in fondo tutti dobbiamo credere di agire per il bene. Le motivazioni non sono sempre facili da trovare, certo. Ma io non ho mai dato per scontato che uomini per me interessanti perché lavoravano a livelli alti fossero sempre in vendita. Gli americani invece sono sicuri che ognuno ha un suo prezzo. Mi ha sempre meravigliato la brutalità con cui la Cia faceva offerte massicce ai nostri uomini, nelle ambasciate. Non avrei mai agito con altrettanta disinvoltura» (Mischa Wolf).
«Negli ultimi quindici anni Mischa Wolf visse a Berlino scrivendo di tutto. Di cucina russa, di storie della sua famiglia, fiabe, libri di memorie. Sempre senza rivelare niente che non fosse già noto. Tanto che l’attesa autobiografica, da cui il suo editore americano si aspettava straordinarie confessioni, ebbe un successo modesto perché di rivelazioni non ce n’era nessuna. Hollywood se ne disinteressò. Eppure Mischa Wolf avrebbe visto volentieri Paul Newman nei suoi panni.
«"Di professione scrittore" disse seriamente di fronte al tribunale di Monaco in cui veniva interrogato come testimone in un processo di spionaggio, e nemmeno il giudice potè trattenere un sorriso. Quando glielo permettevano le noi con la giustizia cenava a Berlino da Bacco, un ristorante italiano alla moda. E considerava un vero affronto, un esempio di giustizia dei vincitori, che la Germania riunificata processasse lui e non chi faceva lo stesso suo mestiere in Occidente, chi assoldava, corrompeva e uccideva i suoi uomini come lui faceva con quelli da quest’altra parte».
Joshka Fischer che si presentò al giuramento da primo ministro per l’Economia in Assia in scarpe da tennis e senza cravatta.
Nestbeschmutzer, l’individuo che insozza il suo nido: la famiglia, la chiesa, la patria.
«La femmina del bucerotide, uccello equatoriale dal lungo becco ricurvo, passa diversi mesi murata viva nella cavità di un baobab durante la cova, e per non sporcare il nido ha imparato a gettare con cura gli escrementi dalla stessa fessura attraverso la quale il compagno le porta il cibo».
Classico Nestbeschmutzer, il poeta Heinrich Heine, ebreo convertito, colpevole soprattutto di essersi fatto beffe della Prussia e delle sue virtù militari, fuggito poi a Parigi per liberarsi del tormento della censura. Problema tedesco: si tratta di un grande poeta e nello stesso tempo di un Nestbeschmutzer. Che fare allora? I nazisti permisero l’insegnamento delle sue poesie ma proibirono ai maestri di rivelare il nome dell’autore. Vari comitati che sorsero per dedicargli un monumento furono rintuzzati. Una statua in bronzo fatta da Lederer nel 1926 fu presto fusa per farne cannoni. Dopo la guerra una statua venne eretta in un parco di D¨sseldorf, e sui registri è effettivamente segnata come «dedicata a Heine». Ma, se si va a vedere, sul piedistallo è incisa solo la parola “Armonia”.
Markus Auer,. chef della Maison d’Allemagne a Parigi. A un certo punto arriva una telefonata. «Sono la Dietrich. Sa chi è la Dietrich? Voglio caffè tedesco, pane tedesco e una buona colazione tedesca con affettati». La Dietrich, tipica Nestbeschmutzer, che era scappata dalla Germania e aveva preso la cittadinanza americana nel 1937, aveva in quel momento 87 anni e viveva reclusa per difendere il ricordo della sua bellezza. Auer, semisvenuto al suono della sua voce («solo con quella ti avrebbe spezzato il cuore» aveva detto Hemingway), le portò la colazione in avenue Montaigne e dovette subire una perquisizione preventiva della portiera a caccia di eventuali macchine fotografiche. Marlene soffriva terribilmente di nostalgia, ma alla sua morte (6 maggio 1992) il Comune di Berlino non autorizzò nessuna commemorazione pubblica. Si sentivano frasi come «Ha guadagnato in Anerica tutti quei soldi, si faccia seppellire lì».
A Berlino non si può cambiare il nome di una strada senza il consenso degli abitanti. Alla Dietrich, dopo la caduta del Muro, è stata dedicata una piazza in una in cui non abitava ancora nessuno.
Willi Brandt era figlio illegittimo, circostanza che permise ad Adenauer, in campagna elettorale, di chiamarlo spregiativamente Herr Frahm (cognome della madre).
In una classifica dell’eccentricità nei diversi paesi del mondo, al primo posto gli inglesi, all’ultimo i giapponesi, al penultimo i tedeschi.
Hans Magnus Enzensberger nel 1945 aveva sedici anni e fu arruolato, come tutti i suoi coetanei. «“Quando sentii in lontananza il primo carro armato Sherman, mi nascosi e scappai. In un boschetto nelle vicinanze trovai un nascondiglio dove mi tolsi l’uniforme e tornai un civile“. Unico a conoscere la lingua degli occupanti, lavorò come corriere e interprete per gli Alleati e di sera come pianista di piano bar. Una pacchia. Completata da un piccolo ma proficuo mercato nero: vendeva svastiche e altri oggetti devozionali nazisti ai G1 in cambio di stecche di sigarette».
«Pubblico solo i libri che mi piace leggere e per quelli che mi piacerebbe leggere cerco un autore» (Enzensberger).
Schadenfreude, ovvero la gioia per le disgrazie altrui. Negli Stati Uniti si è convinti che si tratti di una parola americana.
«Anche quando fanno discorsi sulla libertà, i tedeschi in segreto amano essere in catene» (Heine).
Dürrenmatt abitava a Neuchâtel, nonostante una profonda avversione per la lingua francese.
«I dinosauri volavano, nuotavano, correvano. Una sola cosa i dinosauri non sapevano fare: proteggere le loro uova. Come può un bestione di trenta tonnellate covare un uovo? Ci sono teorie imponenti sulla catastrofe che ha causato la loro scomparsa. Ma una sola mi convince: lasciavano le loro uova incustodite. Arrivavano i mammiferi, animali notturni, e se le pappavano».
Edgar Mrugalla, partendo da una fotocopia, era capace di sfornare un Picasso perfetto in mezz’ora. «Un ingegnere di Hannover s’era mangiato una cospicua eredità comprando trentasei autentici Picasso-Mrugalla. Alcuni erano arrivati fino a Sotheby’s, altri erano stati esposti alla mostra dei Grandi Maestri del Novecento in un museo dello Schleswig-Holstein.
«Ci sono i famosi settanta acquerelli di Kandinskij che Nina Kandinskaja autenticava o no a seconda dell’umore o dei duemila dollari che le venivano versati»
«Spesso un quadro viene rubato solo per stabilire l’esatta composizione del colore usato dal pittore»
«Riprodurre i colori esatti di un quadro non è difficile. C’è un certo signor Kremer nella Germania meridionale che non fa che preparare i pigmenti dei grandi maestri» (Mrugalla).
Ma quanti falsi circolano nei musei?
«Dal 60 al 70% di quello che si trova sui mercati è falso» (Mrugalla).
«È più facile copiare Rubens che Picasso perché Rubens lo si può copiare molto lentamente, mentre con Picasso è come caricare un fucile e sparare. Tutto deve essere perfetto al primo colpo» (Mrugalla).
Einsamkeit, la solitudine. Zweisamkeit, la dualitudine, la solitudine in due, cioè «la coppia, l’amore, l’essere in due, il chiudersi in due in un mondo in cui solo l’altro conta, l’isolamento della coppia dal resto del mondo». Un esempio di Zweisamkeit in una trasmissione televisiva in cui una coppia doveva restare ammanettata per una settimana intera. «Quando lui si radeva la mattina, lei gli passava il rasoio, quando lei usciva per buttare la spazzatura lui le apriva il bidone, se suonavano la chitarra lei componeva gli accordi mentre lui eseguiva gli arpeggi. I due findanzati che vinsero il viaggio premio offerto dal canale televisivo hanno giurato che non avrebbero mai più ripetuto l’esperimento».
Hitler impose a un certo punto che tutte le donne ebree si chiamassero Sara e tutti gli uomini Israel.
All’inizio, per far circolare Casablanca in Germania, i nazisti furono tagliati dal film.
13 agosto 1961 a pagina 64
«Sulla scia di Schindler’s list (che in Germania è stato visto da tre milioni e mezzo di persone nel primo mese) sono usciti ora anche moltissimi libri e film che ricordano i tedeschi buoni.
L’inverno del 1945, uno dei più freddi del secolo (a pagina 68).
Günter Grass, tenacemente contrario alla riunificazione.
Le panetterie e le pasticcerie sono sempre aperte la domenica pomeriggio per rispetto della Damenkränzchen, una “coroncina di signore” che prendono insieme il caffè con la torta mentre i mariti passeggiano nei boschi o in montagna in onore della Männerfreundschaft o “amicizia tra uomini”.
Per prevenire tentazioni nazionalistiche, quando la Germania Ovest vinse i mondiali di calcio nel 1954, i giornali ammonirono che non aveva vinto “la Germania”, ma undici uomini «nati entro i nostri confini».
«Fu Kohl il primo a riparlare di Vaterland. L’espressione Unser deitsches Vaterland non mancava in nessun suo discorso. Kohl era il primo candidato a non aver fatto la guerra. Nato nel 1929, apparteneva a quella che fu chiamata “l’armata bianca” (Weisser Jahrgang), la classe dei tedeschi che non erano stati mandati al fronte perché ancora ragazzi, ma che nel 1945 erano stati richiamati quindicenni alle armi, incaricati del compito - molto pericoloso, e infatti tanti morirono - di mettere i proiettili nelle contraereee installate sui tetti delle case».
«Kohl riuscì a mettere in atto i riti della Männerfreundschaft perfino con una personalità difficile e scostante come François Mitterrand. “François e io ci conoscevamo da innumerevoli incontri” racconta nelle sue memorie “eravamo andati a fare passeggiate insieme, in molte parti della Francia e della Germania. Avevamo parlato spesso delle guerre franco-tedesche. Non dimenticherò mai Verdun. Andammo a Verdun perché entrambi avevamo lì dei legami personali. Mio padre era stato ferito lì nella Prima guerra mondiale, e un simile destino era toccato a Mitterrando nella Seconda. Era stato fatto prigionieri dai tedeschi. Aveva tentato di fuggire, ma era stato ripreso e trascinato per la strada mezzo morto di fame e di sete con i cani da guardia che gli stavano addosso. Mi raccontò che una vecchia gli si era avvicinata con pane ed acqua e gli aveva detto in francese: “Monsieur, non pensi per favore che tutti i tedeschi sono cattivi”».
«A Verdun, Kohl e Mitterrand cementarono l’amicizia franco-tedesca con una dichiarazione congiunta: “Oggi, 22 settembre 1984, il cancelliere della Germania federale e il presidente della Repubblica francese sono venuti qui insieme per inginocchiarsi di fronte alle tombe dei figli di Francia e Germania. Onorando insieme i morti delle guerre passate, essi iscrivono in questo luogo storico il segno che entrambi i popoli hanno scelto definitivamente la via della pace, della ragione e della collaborazione amichevole. La Germania federale e la Francia hanno imparato la lezione della storia. Ci siamo riconciliati. Ci siamo accordati. Siamo diventati amici. L’Europa è la nostra patria culturale. Siamo eredi di una grande tradizione europea e l’unità è il nostro obiettivo comune. Per esso operiamo, in uno spirito di fraternità».
Verdun: «Novantuno divisioni di fanteria francesi e altrettante tedesche. Nessuno sa con precisione quanti furono i morti, mezzo milione, settecentocinquantamila? In quattro mesi: dal febbraio al giugno 1916. I cadaveri ritrovati sono statiu centosettantamila. Dopo la guerra i francesi si erano preoccupati di separare i morti. I francesi erano stati seppelliti in cimiteri con le croci bianche, i tedeschi in cimiteri con le croci nere».
«La cerimonia cominciò di fronte al cimitero di guerra tedesco, quello di Consenvoye. Mai prima un presidente francese aveva reso omaggio qui ai caduti tedeschi. Sotto una pioggia gelida, Mitterrand e Kohl deposero una corona mentre un trombettiere tedesco intonava Das Lied vom guten Kamersden; poi, tenendosi per mano, ascoltarono in silenzio gli inni nazionali, prima quello francese, poi quello tedesco. La stessa cerimonia si ripetè di fronte al cimitero di guerra di Douaumont, e questa voltaun trombettiere francese intonò la Sonnerie aux morts. La commemorazione si concluse di fronte all’Ossario. Mitterrand e Kohl salutarono i veterani di guerra francesi e tedeschi, e pronunciarono la dichiarazione congiunta. Poi, sotto una pioggia sempre più inclemente e una temperatura scesa sotto lo zero, piantarono una quercia. I servizi di sicurezza avevano esistato a dare l’autorizzazione, perché il terreno era ancora disseminato di proiettili e temevano che un colpo di vanga potesse finire nel posto sbagliato».
16 luglio 1990 pagina 79
«Siamo un popolo» dice un tedesco dell’Est. «Lo siamo anche noi», risponde uno dell’Ovest (barzelletta sulla riunificazione)
9 novembre 1989 pagina 84
14 febbraio 1945 bombardamento di Dresda pagina 86
2 luglio 1990 pagina 88
Quella famiglia della Germania Orientale che aveva ordinato una vasca da bagno, «ma per avere tutti i pezzi occorrevano cinque anni, e la vasca nuova rimase in salotto in attesa dei tubi e dei rubinetti mancanti»
Germania dell’Est: «...diecimila marchi , tutti i loro risparmi, per una Trabanti vecchia di vent’anni che oggi potrebbero comprare all’Alexanderplatx di Berlino per mille marchi, forse anche meno. Quindici anni doveva aspettare in media un compratore. Ottomila marchi era il prezzo d’acquisto , ma una Trabi di vent’anni disponibile subito ne valeva almeno duemila in più».
Germania dell’Est «...Io ho pensato per la prima volta al denaro a 28 anni. Prima i soldi non avevano nessun posto nella mia vita».
«Dopo la caduta del Muro furono ritrovate alcune migliaia di boccette contenenti l’odore dei dissidenti. La Stasi li classificava dopo aver dato alle persone arrestate una garza sterile da infilare fra le cosce per una decina di minuti».
Le operazioni della Stasi sugli scrittori e gli artisti avevano quattro obiettivi: screditare sistematicamente la persona; organizare insuccessi professionali; diffondere voci malevole; compiere provocazioni dirette.
Kunze: «Per cultura e tradizione i tedeschi sono impregnati di ragione e strazione; questo li predispone alle teorie e ai sistemi chiusi. Quando hanno scelto un’ideologia la portano fino in fondo, non si fanno distrarre dalla realtà. Heiner Müller sosteneva che in Germania c’era una specie di «consenso nazionale all’obbedienza, alla delazione, al tradimento». Nella Ddr un abitante ogni cento era un «delatore informale», qualcuno che lavorava in cambio di piccole ricompense.
Mitläufer il connivente, l’uomo che cammina quando gli altri camminano, batte le mani quando gli altri battono le mani, obbedisce all’autorità anche quando si tratta di una dittatura criminale.
Il riposo domenicale è previsto dalla Costituzione tedesca
Tiskana Fraktion è il nome dato a quei deputati socialdemocrayici un po’ troppo edonisti per gli standard tedeschi, gente che aveva fatto del buon vino, del buon cibo, della casa in Toscana e della moda italiana il loro ideale di vita.
In tedesco è possibile unire le parole, e man mano che la stringa si allunga il concetto si fa in genere sempre più astratto e sfumato.
Il tedesco batte il record delle parole che indicano atteggiamenti di puntigliosa superiorità, così come il finalndese abbondadi vocaboli che indicano diversi tipi di neve, l’arabo diversi tipi di sabbia e l’hindi possiede almeno dodici parole per designare i piatti di lenticchie.
«Quanto è innaturale ed egoista quando fanciulle che hanno un fratello, per di più non ammogliato, senza alcun riguardo decidono di sposarsi» (Bismarck)
«Ich bin ein feins Mädchen / kann drehen das Rädchen / kann stricken die Maschen / und flicken die Taschen, dice una popolare filastrocca tedesca, vantando le doti della "brava bambina", che sono: girare la ruota dell’arcolaio, lavorare a maglia, rattoppare le tasche e poi cucire, pulire, cucinare e, come concessione all’infanzia, cantare e saltare. Nel paese fanoso per le tre K, Kinder-Küche-Kirche (bambini-cucina-chiesa) è chiaro quali fossero i compiti di una figlia. di una madre e persino di una sorella. Bismarck non era l’unico a prendersela per i cessati servizi di Malwine; anche Jakob Grimm scriveva: “La nostra unica sorella ci ha lasciati dopo il matrimonio, così che noi tre fratelli ci ritroviamo a condurre una vita come quella degli studenti”. Goethe, al contrario, s’era preso a cuore l’educazione della sorella Cornelia. Le inviava consigli epistolari perché si arricchisse culturalmente. “In Italiano leggi il Pastor fido, se a volte è difficile lasciatelo spiegare da papà. Poi le Epistole di Cicerone. Papà le possiede. Se capisci la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, leggila... leggi quello che desideri, ma non il Decamerone di Boccaccio. In francese prendi le Lettres di Plinio. Voglio farti anche una copia delle Commedie di Molière. Ecco, per questa volta può bastare” scrisse nel 1975 alla sorella quindicenne. Poi cambiò idea sull’utilità dell’educazione femminile: “Dienet die Schwester dem Bruder doch früh, sie dienet den Eltern” si legge in una sua poesia. “La sorella deve servire il fratello, ma prima deve servire i genitori" perché è questa “la vocazione femminile". Solo servendo gli altri riesce ad avere “il potere che le spetta nella propria casa. La sua vita è un eterno andare e venire, sollevare e portare, preparare e fare cose per gli altri”. Dopotutto “Das Brautkleid deckt alles Herzeleid", il vestito da sposa copre ogni dolore».
Nella Galleria delle donne forti, mostra di Düsseldorf sulle donne forti del Seicento non c’era neanche una tedesca.
«Nel primo congresso della Cdu dedicato alla “politica della donna” (si era nel 1985), i delegati, pur approvando a malincuore diverse azioni a favore dell’emancipazione femminile, applaudirono perà solo le oratrici che si presentarono alla tribuna dichiarandosi “casalinghe”».
Rabenmutter, madre-corvo, la donna che lavora senza averne bisogno perché già lavora il marito.
Nel Museo dell’Igiene di Dresda esiste un catalogo dei “nuovi esseri umani”, tra cui bambini in provetta o portatori di pace-maker. Tra questi anche le Quotenfrau, donne in carriera grazie alle quote rosa.
La Merkel chiamata da Kohl nel primo governo della Germania unificata per tipiche ragioni da manuale Cencelli: Kohl aveva bisogno di mettere in squadra una donna e qualcuno dell’Est. Angela - das Mädchen - soddisfaceva tutt’e due le esigenze.
L’unico che può fumare negli studi televisivi e l’ex cancelliere ultranoventenne Helmut Schmidt.
«I germani non sopportano di avere case vicine tra loro. Vivono divisi e lontani. Quando piace loro una sorgente, un campo, una foresta, costruiscono strade ed edifici, ma non attaccano gli uni agli altri com’è nostro costume: bensì ognuno circonda la propria casa di uno spazio» (Tacito).
«L’ufficio federale per l’ambiente comunica con orgoglio che nel 2010 la Germania ha importato 6,8 milioni di tonnellate di rifiuti (soprattutto dall’Italia e dai Paesi Bassi) che vengono riciclati e riutilizzati come materiale di costruzione ed Eurostat conferma che il 97% dei tedeschi sono favorevoli a comprare oggetti prodotti con materiali riciclati».
Il fiume Elba in 123
«Non delle parole, ma delle processioni alfabetiche» (Mark Twain).
Rindfleischetikettierungsüberwachunsaufgabenübertragungsgesetz, ovvero “legge per la ripartizione dei compiti sul controllo delle etichettature della carne bovina”, in vigore nei mesi della mucca pazza, proclamata parola dell’anno nel 1999.
«Bonn, molto più piccola, ma molto più morta del cimitero di Chicago» (John Le Carrè):
Libeskind e i Musei della Memoria (66) e della Pace (134)
13-14 febbraio 1945 pagina 135